E’ dal 1896 che, ogni quattro anni, i migliori atleti del mondo si riuniscono per competere in quasi tutte le discipline sportive praticate nei cinque continenti. Stiamo ovviamente parlando dei Giochi Olimpici, che quest’anno si svolgeranno, per la XXX edizione, a Londra dal 27 luglio al 12 agosto.
Le Olimpiadi nacquero dall’idea del pedagogista e storico francese Pierre de Coubertin di far rinascere gli antichi Giochi Olimpici che si svolgevano in Grecia presso la città di Olimpia, nei quali si confrontavano i migliori atleti greci. De Coubertin aveva una visione quasi “romantica” dello sport: desiderava che i giochi olimpici fossero una gara di forza e di abilità atletica, ma anche di bellezza e di cultura, com’erano i giochi antichi; sperava poi che questo tipo di evento sportivo celebrasse l’amicizia tra le nazioni del mondo, eliminasse ogni discriminazione di classe o di razza, promuovesse un’etica di lealtà.
Gli ideali del barone francese sono tuttora accettati come base dell’attività sportiva, a tutti i livelli e in tutti i paesi. Il Comitato Olimpico Internazionale, noto anche come CIO (dalle iniziali del nome originale francese Comité International Olympique) e fondato dallo stesso Pierre de Coubertin nel 1894, esprime in un apposito codice quale debba essere lo spirito del vero sportivo, atleta o spettatore che sia:
“Sarai un vero sportivo se:
Come atleta:
Come spettatore:
Riportiamo anche la Carta del Fair Play (traducibile in “Carta del Gioco Corretto”), un decalogo dei valori dello Sport varato nel 1975 dal C.I.F.P. (Comitato Internazionale Fair Play):
“Qualunque sia la mia funzione nello sport, anche quella di spettatore, mi impegno a:
Fare di ogni incontro sportivo un momento di privilegio, una specie di festa, qualunque sia l’importanza della posta e la virilità della gara;
Conformarmi alle regole e allo spirito dello sport praticato;
Rispettare i miei avversari come me stesso;
Accettare le decisioni dell’arbitro o dei giudici sportivi, sapendo che, come me, hanno diritto all’errore, ma che fanno di tutto per non commetterne;
Evitare la cattiveria e le aggressioni con atti, parole o scritti;
Non adoperare espedienti o inganni per ottenere un successo;
Restare degno nella vittoria come nella sconfitta;
Aiutare ognuno con la mia presenza, la mia esperienza e la mia comprensione;
Portare aiuto ad ogni sportivo ferito o in difficoltà tali da mettere in pericolo la propria vita;
Comportarmi da vero ambasciatore dello sport, aiutando a far rispettare intorno a me i principi suddetti.
Prendendo questo impegno, mi riconosco come un vero sportivo”
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Damiano Dalerba & Stefano Cabot
Direttori area noprofit di TeamArtist
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