Qualche tempo fa abbiamo parlato sul blog della necessità di avere o meno un conto corrente per un’Associazione.
Sicuramente un altro aspetto importante da trattare, relativamente agli obblighi fiscali, è quello che riguarda la richiesta del Codice Fiscale da parte di un’Associazione, oppure l’apertura della Partita IVA.
Iniziamo dalle cose semplici: il codice fiscale rappresenta lo strumento di identificazione dell’associazione nei rapporti con i privati, gli enti, le amministrazioni pubbliche e qualsiasi altra istituzione.
Lo stesso va richiesto da tutte le associazioni, anche da quelle che non svolgono alcuna attività imponibile ai fini tributari. Queste entità sono spesso riconosciute come Enti non commerciali operanti nel Terzo settore e possono beneficiare di particolari regimi fiscali come l’Esenzione IVA.
Le entrate istituzionali come le quote versate dagli associati per iscrizione e rinnovi sono vitali per il finanziamento degli scopi associativi e devono essere distinte dalle eventuali attività commerciali che possono generare ricavi aggiuntivi per l’associazione.
A seguito della Legge di Bilancio 2021 e del Decreto Fiscale 2022, sono state introdotte importanti novità che influenzano il spettro dell’IVA per le associazioni, tra cui la modifica dell’art. 4 del D.P.R 633/72, che ha portato a una ridefinizione dei criteri per l’obbligo di apertura della partita IVA.
Per qualsiasi attività negoziale (contratti con soggetti pubblici o privati, richiesta di finanziamenti, sponsorizzazioni, locazioni o comodati di bene immobile ecc.) o adempimento amministrativo (versamento di tasse, imposte, canoni, ecc), l’associazione deve indicare il codice fiscale.
Veniamo quindi alla domanda saliente di tutto l’articolo: è obbligatorio o meno che una Associazione abbia il codice fiscale?
Ci troviamo nella stessa casistica del Conto Corrente.
Non c’è una legge che obblighi ad averlo, ma ciò limita talmente tanto l’operatività dell’associazione che non si può non averlo.
Le attività secondarie o attività finalizzate a finanziare gli scopi associativi possono generare distorsioni nella concorrenza se non gestite correttamente, soprattutto se l’associazione compete direttamente con Soggetti IVA regolari.
Per avere il codice fiscale, la procedura è piuttosto semplice, basta compilare in duplice copia l’apposito modello AA5/6 (“domanda di attribuzione codice fiscale, comunicazione variazione dati, avvenuta fusione, concentrazione, trasformazione ed estinzione”) e presentarlo all’Agenzia delle Entrate competente per il territorio in cui ha sede legale l’Associazione.
Questa operazione deve essere svolta dal Presidente della Associazione o da un suo delegato (in tal caso va compilato l’apposito riquadro e al modello va allegata copia fotostatica di un documento di identità del rappresentante e anche la fotocopia dello Statuto con l’atto Costitutivo! Se te la porti da casa è meglio!).
È possibile inviare un unico esemplare tramite servizio postale, utilizzando la raccomandata, e allegare una copia fotostatica del documento di identificazione del rappresentante insieme a una copia dello Statuto e dell’atto costitutivo. Questi documenti devono essere inviati all’Agenzia delle Entrate competente per il territorio dove l’Associazione ha la sua sede legale.
Il modello si considera presentato nel giorno in cui viene spedito.
Nel 2024, molti preferiscono optare per la presentazione online, affidandosi a un professionista abilitato. In alcuni casi, è lo stesso personale dell’Agenzia delle Entrate a raccomandare questa modalità, suggerendola come unica opzione e trascurando l’alternativa cartacea. È importante notare che, nella parte superiore del modello, deve essere indicato il codice fiscale del soggetto che firma il documento, ovvero del Presidente.
La richiesta del codice fiscale può essere effettuata senza necessità di registrare lo statuto presso l’Agenzia delle Entrate, ed è un servizio gratuito. Questo passaggio iniziale richiede la presenza fisica in un ufficio dell’Agenzia delle Entrate (trova l’ufficio vicino a te). Tuttavia, per future comunicazioni relative a variazioni di dati, fusioni, trasformazioni o cessazioni dell’associazione, sarà possibile procedere via telematica o tramite l’assistenza di un professionista esterno.
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Quando un’Associazione si trova nella situazione di dover svolgere attività commerciale oltre a quella istituzionale (leggi l’articolo Quali sono le entrate istituzionali e quali commerciali in una Associazione per approfondire) è necessario che abbia una partita IVA e che gestisca, separatamente, la contabilità di questo tipo di entrate. Non è più infatti sufficiente il possesso del solo Codice Fiscale.
Per richiederla è necessario presentare apposita domanda di assegnazione di Partita IVA all’Ufficio locale dell’Agenzia delle Entrate, utilizzando l’apposito modello AA7/10.
Il numero di partita Iva resta invariato fino alla cessazione dell’attività.
Per quelle associazioni che non hanno già il codice fiscale, la partita Iva assume anche il valore di codice fiscale.
Tutte le successive variazioni dei dati indicati nella dichiarazione di inizio attività devono essere comunicate all’Agenzia delle Entrate entro 30 giorni dalla data di avvenuta variazione, sempre utilizzando il medesimo modello sopracitato.
Previa registrazione ai servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate, per richiedere la partita IVA basta un po’ di pazienza nel compilare i documenti e un computer connesso a internet a disposizione: la richiesta infatti può essere, in questo caso, inoltrata direttamente per via telematica.
Il procedimento online è piuttosto semplice, ma è buona norma, per accertarsi dell’avvenuta registrazione nel sistema dei dati inviati, stampare sempre la ricevuta. Se i documenti inseriti non dovessero essere corretti, il sistema produce automaticamente un’informazione di scarto e sarà allora necessario ripetere l’operazione.
Attenzione: l’apertura di partita IVA in sé comporterebbe anche l’iscrizione al REA della Camera di Commercio di riferimento e oggi presuppone anche il possesso di quanto necessario per la fatturazione elettronica.
Non va inoltre dimenticato che l’apertura di Partita Iva presuppone che PRIMA si sia scelto con quale regime fiscale gestire le proprie attività commerciali: se in Regime 398 (il più conveniente, scelto da circa il 98% delle Associazioni no profit italiane) o il Regime ordinario.
L’apertura di partita IVA da parte di una Associazione no profit, quindi, (sia che avvenga per decisione dell’Associazione, sia che avvenga in automatico per imposizione dello Stato) è un passaggio delicato che deve essere fatto con l’assistenza di un professionista per non fare degli errori drammatici (tra cui omettere alcuni importanti documenti fiscali).
Nel caso tu abbia dei dubbi, puoi contattarci e ti assisteremo.
Tutte le Associazioni no profit che doveva avvenire entro il 1° luglio 2024 in virtù del D.L. 146/2021, è stata rinviata al 1° gennaio 2025 grazie a un emendamento al decreto Milleproroghe 2024. Tale obbligo nasce in risposta a una procedura di infrazione avviata dalla Commissione Ue dal 2010, il cui scopo è di attrarre in campo Iva, seppure in esenzione, le prestazioni di servizi e cessioni di beni rese a fronte di corrispettivi specifici nei confronti di soci, associati o partecipanti. È importante non dare per scontato che questo sia l’ultimo rinvio.
Aggiornamento al 21 febbraio 2024.
Giovanni Damiano Dalerba
Associazionista senior di TeamArtist
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Salve,
posso richiedere direttamente la P.IVA senza richiedere il Codice Fiscale? Sembrerebbe di si, dato che l'articolo chiarisce che la P.IVA funziona anche da C.F. per quelle associazioni che non lo hanno.
Eppure sul modello di attribuzione della P.IVA (AA7/10) richiede gli estremi di registrazione dell'atto costitutivo (che si può registrare solo previa attribuzione del C.F.)
Come faccio?
Grazie
Farebbe un errore. Meglio aprire prima il codice fiscale, registrare lo Statuto e solo in un secondo momento aprire la partita iva. In questo modo un domani potrà chiudere la partita iva senza dover cessare anche il codice fiscale!
Buongiorno, siamo una associazione non riconosciuta con C.F.
1. A seguito di nomina da assemblea soci del nuovo presidente e consiglio direttivo è necessario comunicarlo all'AdE?
2. Abbiamo un c/c attualmente intestato a 3 persone fisiche (precedenti presidente, tesoriere e vice-tesoriere): come procedere per cambiare il c/c e intestarlo all'associazione?
grazie
1. Si, attraverso l'aggiornamento del CF e del modello EAS per il direttivo.
2. Chiedete alla banca. Immagino dobbiate chiuderlo ed aprirne uno nuovo.
Ciao, vorrei chiedere delle info. Oggi ho registrato la Partita IVA di una società di Runner: all'Agenzia delle Entrate mi hanno assegnato quale Natura Giuridica "12 - Associazioni non riconosciute e comitati" e come Tipo Attività "931910 - Enti e Organizzazioni Sportive".
ora vorrei esporvi le mie domande:
1- posso emettere fatture per i soldi ( sponsor o altro ) che ricevo ( c'è un tetto massimo di importo oltre al quale non andare )???
2- posso fare ricevute per cifre modiche ???
3- mi servono libri contabili particolari per detta contabilità o è sufficiente il pagamento dell' IVA ogni 3 mesi ... ovvero ci sono altre tasse ulteriori da pagare ???
4- ci sono altre adempienze particolari spese e balzelli vari, a cui dover sottostare?
Preciso che atto costitutivo e Statuto li ho già pronti per essere registrati nei prossimi giorni.
1. Avete aderito alla 398?
2. A fronte di che cosa?
3. Non servono libri contabili particolari (a parte un quaderno= dove segnare quotidianamente entrate ed uscite): ma dovrà pagare anche ires e irap (almeno).
4. Certamente. Tutto dipende da quello che andrete a fare- Per cominciare con un elenco parziale e non esaustivo: modello enc, modello eas, spesometro, iscrizione al Rea.
Grazie mille,
provvederemo con la seconda strada...
Cordiali Saluti
buona sera e complimenti per il blog,
vi espongo l mio caso:
abbiamo costituito un'associazione non riconosciuta e ritirato il certificato di attestazione del codice fiscale. Oggi vogliamo evitare di registrarla presso l'agenzia dell'entrata, ma fare tale operazione tra qualche mese per acquisire il riconoscimento della personalità giuridica e autonomia patrimoniale.
Domanda: è possibile farlo? e se si, quali saranno le conseguenze economiche, visto che la registrazione deve essere effettuata entro 20gg dalla data di stipula dello statuto e atto costitutivo??
Attendo una sua rapida risposta, cordiali saluti.
No, non è possibile e non ha senso. Le cose o si fanno bene dalla A alla Z oppure partire già decidendo di farle a metà non può essere che una scorciatoia... per l'inferno (fiscale)!
Buon giorno e grazie mille per la rapida risposta.
In realtà non vorrei considerare l'associazione come una scorciatoia fiscale, mi sto addentrando da poco in questo mondo sconosciuto e mi piacerebbe avere dei chiarimenti.
Sto costituendo un'associazione per la difesa dei consumatori, e abbiamo il CF da 18gg, le soluzioni sono:
1) restare solo col C.F. e restando un'associazione non riconosciuta;
2) registrare l'atto costit+statut in scrittura privata presso l'AdE entro i 20gg, cn pagam del f23 (109t di euro 200,00; e il 964t di euro 5,16); presentazione modello 69, ect. ect. Quindi saremmo un'associazione riconosciuta ma senza la limitazione della responsabilità al patrimonio della società;
3) Autenticare le firme dell'atto costitutivo e statuto presso l'ufficio anagrafe, e registrarci presso l'AdE con tutta l'opportuna modulistica. Godendo delle limitazioni di responsabilità sul patrimonio.
io preferirei percorrere la terza strada, per iniziare a fare le cose x bene sin dal primo momento. purtroppo la registrazione del contratto siamo costretti a farla la settimana prox xkè manca una persona, e andremo a non rispettare la dicitura "registrazione entro i 20gg". Cosa andremo in contro in termini di sanzioni???
nel blog ho letto di un 10% del valore delle marche da bollo??
Resto in attesa di una sua risposta.
1. Si sbaglia: in questo modo sareste soltanto una associazione illegittima. Dopo l'apertura del codice fiscale, lo Statuto DEVE essere registrato.
2. Si sbaglia: non sareste una associazione riconosciuta per questo. Sareste una associazione non riconosciuta ma con il diritto di godere delle agevolazioni fiscali previste per gli Enti non Commerciali italiani.
3. Si sbaglia anche qui: ma questa chi gliela ha raccontata????
Purtroppo se non riuscite a registrare statuto+atto costitutivo entro i 20 giorni dalla apertura del codice fiscale non avrete iniziato a "fare le cose x bene sin dal primo momento".
Chiedo info sulla linee guida fiscali e amministrative da adottare da parte di un circolo ricreativo dopolavoro.
A che ente nazionale siete affiliati?
Volevo chiedere che cosa deve fare una associazione che non ha partita IVA.....??
lo scopo della richiesta è di sapere le differenze tra una assiciazione con partita iva e una come la mia che solo il c.fiscale per semplificare questa giungla di adempimenti, grazie
Il minimo indispensabile. Ma dipende dal tipo di Associazione e da quello che fa. Mi racconti un po' di voi.
Buongiorno,
1. come si comunica all'Agenzia delle Entrate la variazione del Presidente di una ONLUS?
2. Deve farlo il Presidente in carica personalmente?
3. E' necessario allegare il verbale dell'assemblea in cui si è deciso il cambio di presidente?
Grazie
1. http://www.agenziaentrate.gov.it/wps/file/Nsilib/Nsi/Home/CosaDeviFare/Richiedere/Iscrizione+allanagrafe+Onlus/Modello+e+istruzioni+Iscrizione+all+anagrafe+Onlus/Modello+di+comunicazione/modello.pdf
2. Si
3. No, se avete precedentemente modificato il rappresentante legale con la modifica del codice fiscale
ci hanno chiesto la partita iva per organizzare una manifestazione sportiva , ma noi abbiamo il codice fiscale come dobbiamo comportarci e sopratutto la partita iva cosa comporta di diverso dal codice fiscale =? vi ringrazio
Un mondo di cose diverse! Per carità, aspetti a farla!
Esattamente, per cosa gliela chiedono? (chi e a che titolo?)
Buongiorno e grazie mille per il servizio. Espongo il mio caso: è stata fondata a maggio 2013, una associazione di promozione sociale con una determinata denominazione ed uno statuto. Adesso, dopo l'assemblea dei soci, abbiamo stabilito:
a) modifica della denominazione
b) modifica sede
c) modifiche allo statuto
Quali sono i passi da percorrere. Ipotizzo, ma ditemi se sbaglio:
1) Tornare all'ufficio di zona della Ag. Entr., con tre copie dello statuto e del verbale di assemblea.
2) chiedere aggiornamento del codice fiscale indicando la nuova denominazione
3) Registrare, sempre alla Ag. Entr., nuovamente lo statuto aggiornato allegando il verbale di assemblea. Domanda: anche lo statuto deve essere firmato in calce dai soci fondatori o solo dal presidente (che dovrà farlo anche che su tutte le pagine), consegnando F23 pagato e una marca da bolo da 16 euro ogni 4 pagine di testo.
4) Fare richiesta di registrazione al registro regionale delle APS (perché ancora non era stato fatto) della nostra associazione.
5) COntestualmente chiedere apertura della partita IVA e consegnare la documentazione (statuto) alla banca per aprire il conto.
1. Due copie. Trova qui la procedura.
2. Si
3. Lo ha già fatto al punto 1. L'aggiornamento del cf non comporta variazione del codice numerico in sè. Lo statuto dovrà essere firmato da Presidente e Segretario (dell'Assemblea Soci) così come il verbale.
4. Se avete i requisiti si... chi vi ha controllato lo Statuto?
5. Perchè dovreste aprire la partita iva???? Il conto lo potete aprire anche senza.
Grazie mille per le risposte! Il nostro statuto si struttura su un modello propostoci dal CESV Lazio.
Vorrei anche chiedervi delucidazioni sul modello EAS: Una volta registrati i cambiamenti allo statuto, entro quando va consegnato il modello?
Entro il 30 marzo dell'anno in cui si rende operativa la variazione.
Grazie ancora!!! So che potrebbe sembrare una domanda superflua, ma ve lo sottopongo ugualmente, tanto per essere sicuro di aver capito bene:
a) Lo statuto modificato e il verbale di assemblea straordinaria che attesta le modifiche allo statuto da portare alla Agenzia delle Entrate per le registrazioni di modifica, devono essere firmati entrambe e SOLAMENTE dal presidente e dal segretario di assemblea, giusto?
b) Il presidente deve firmare solamente in calce all'ultima pagina dello statuto o deve firmare anche TUTTE le pagine del documento?
a) Si
b) Tutte le pagine, anche il segretario.
Abbiamo un problema: sull'atto costitutivo appare come socio fondatore con carica di vicepresidente della nostra APS, nata da meno di un anno, una persona, la quale in questi giorni ha deciso di non esserlo più. La mia domanda è:
QUesta persona deve formalmente dichiarare il suo recesso rispetto alla carica di vicepresidente, e quindi il consiglio direttivo, dopo aver preso atto, nomina un altro vicepresidente?
Grazie mille!
Cosa dice il vostro statuto in merito alla nomina del direttivo e di quella carica in particolare?
Buonasera,
stiamo costituendo un Comitato. Abbiamo preparato Atto Costitutivo e Statuto che registreremo dopo aver preso il CF.
1 - occorre presentare anche il modello EAS?
2 - Il Comitato avrà entrate essenzialmente dalle quote degli aderenti, e organizza annualmente un incontro con circa 150 partecipanti a cui chiede il versamento delle spese vive per vitto e alloggio (che vengono poi girate al gestore della casa per ferie che emette regolare fattura). In tutti questi casi occorre rilasciare fattura? fiscale o non fiscale?
3 - Abbiamo l'obbligo di tenere libri contabili? occorre presentare il bilancio? dove?
Grazie e complimenti per il blog.
1. Entro 60 giorni dalla data di costituzione.
2. Se non avete la partita iva... come potete emettere fattura?
3. Si. Si, dovete preparare il REFA e approvarlo in assemblea soci entro 4 mesi dalla chiusura dell'anno sociale.
PS: avete fatto vedere lo Statuto ad un professionista?
Salve,
si parla sempre di fatture emesse da un'associazione per le sue attività commerciali, ma dall'altro lato, un'associazione può acquistare beni e scaricarne l'iva in fattura?
La mia associazione si sta apprestando ad allestire un nuova area dove svolgere le attività istituzionali, e, per l'acquisto dei materiali e alcune lavorazioni ci è sorto il dubbio della fattibilità della cosa. Se poteste darci alcune delucidazioni sull'utilizzo della partita iva sugli acquisti, contrariamente che sulle "vendite e servizi offerti" vi saremmo grati.
Dipende dal regime fiscale scelto. Normalmente le Associazioni scelgono questo perchè + vantaggioso.
Si, pensavo fosse sottinteso scusatemi, ovviamente aderiamo a tale regime fiscale e rimaniamo ampiamente sotto il margine massimo di entrate commerciali annuali, il punto era:
avendo queste caratteristiche (partita iva, regime agevolato),
possiamo scaricare fatture, e se si in che modo?
Grazie ancora
Se siete in 398 non potete scaricarle perchè già pagate solo una % dell'IVA
Ho appena trovato questo:
"3. Per le associazioni politiche, sindacali e di categoria, religiose, assistenziali, culturali, sportive dilettantistiche, di promozione sociale e di formazione extra-scolastica della persona non si considerano commerciali le attività svolte in diretta attuazione degli scopi istituzionali, effettuate verso pagamento di corrispettivi specifici nei confronti degli iscritti, associati o partecipanti, di altre associazioni che svolgono la medesima attività e che per legge, regolamento, atto costitutivo o statuto fanno parte di un'unica organizzazione locale o nazionale, dei rispettivi associati o partecipanti e dei tesserati dalle rispettive organizzazioni nazionali, nonche' le cessioni anche a terzi di proprie pubblicazioni cedute prevalentemente agli associati."
fonte: http://www.camera.it/parlam/leggi/deleghe/03344dl2.htm
Significa che:
1. Posso far diventare un conservatorio membro dell'Associazione e vendere 200 copie della rivista al conservatorio ogni 2/3 mesi?
2. Anche i cd sono pubblicazioni, quindi posso fare lo stesso con cd e dvd?
3. Posso organizzare concerti riservati ai soci ma con un biglietto d'ingresso da pagare, senza incorrere in attività commerciale?
4. Tutto questo va gestito con codice fiscale o partita IVA (applicando l'IVA al 22%, suppongo), considerando il fatto che non si tratterebbe di attività commerciale ma comunque di vendite?
Scusate per le numerose domande, ma continuo a chiedere a diversi consulenti e mi rispondono tutti cose diverse... Spero che avrete la pazienza di rispondere! Grazie.
1. Si, ma non la farei così semplice.
2. idem
3. In linea di massima direi di si.
4. Partita iva. Guardi però che le sfugge un concetto: se parla di "VENDITA" automaticamente sta parlando di attività commerciale.
Salve sono il presidente di un'asd senza scopo di lucro regolarmente registrata all'agenzia delle entrate con CF da c.ca due anni, regolarmente affiliata ad una federazione e registrata al coni. Dovremmo organizzare una fiera nazionale e per fare ciò abbiamo bisogno la p.iva per emettere le fatture di pagamento per gli sponsor, vorrei sapere:
1. cosa bisogna fare per aprire tale p.iva,
2. quali sono gli obblighi a cui si va incontro
3. il costo della gestione di ciò...
4. Ed a titolo informativo vorrei sapere a cosa si va incontro in caso extremis di chiusura p.iva...
Rammento che la p.iva verrebbe utilizzata esclusivamente per gli sponsor di questa fiera, grazie anticipatamente
1. Legga questo nostro post.
2. Modello ENC, Spesometro, Liquidazioni IVA-IRES-IRAP, Comunicazioni 398, Registro Iva minori, iscrizione al REA. In più lei diventa "datore di lavoro" ai fini della sicurezza dei suoi collaboratori, quindi aggiunga DUR e DUVRI.
3. Dipende dai volumi: dai 1.500 ai 5.000 euro annui.
4. In che senso? Quando la chiude... la chiude!
PS: perchè non l'organizza insieme alla sua Federazione, che avrà già una partita iva?
Ok, grazie mille per i consigli! Sto invitando un po' di gente a mettere il Mi Piace alla vostra pagina facebook!
Se mai foste incuriositi da quello che stiamo realizzando in ambito musicale in Europa, ecco la nostra pagina facebook: https://www.facebook.com/young.artists.official
Provo a riformulare.
La rivista verrebbe distribuita gratuitamente dove possibile in luoghi di ritrovo quali i conservatori, bar, teatri che ospitano i nostri concerti ecc...
Verrebbe anche recapitata a casa di tutti i soci che ne facciano richiesta: un semplice servizio aggiuntivo offerto ai soci.
Ovviamente si tratterebbe di un incentivo al tesseramento di nuovi soci, ma questo non significa che chiunque (anche non soci) possa consultare la nostra rivista nei bar, teatri ecc... e magari prendere una copia per sé dalla nostra sede sociale, sempre che ce ne siano di rimanenti.
Riguardo al problema della pubblicità, forse si potrebbe risolvere nel seguente modo.
Dato che i conservatori finanzierebbero la rivista principalmente perché alcuni tra i loro studenti sono sia tra i redattori sia tra i musicisti promossi nella rivista, anziché una pagina pubblicitaria per il conservatorio di turno da promuovere, si potrebbe realizzare un'articolo scritto da uno di noi sulla vita da studente all'interno del conservatorio. A me suona più come attività di informazione ed orientamento che come un'attività commerciale. In questo caso credo che i conservatori potrebbero semplicemente essere tra chi ci concede un contributo annuale, anziché diventare nostri clienti. Potrebbe capitare per esempio che uno di noi voglia scrivere un articolo sulla vita da studente nel conservatorio da lui frequentato, che però non è tra quelli che ci finanzia. Il tutto mi è sembra più impostato sul principio di liberalità che su scambi commerciali. Che ne pensa? In questo modo potrebbe funzionare? Poi, al limite, si potrebbe dedicare una piccola sezione nell'indice per ringraziare tutti i nostri partner, cioè chi finanzia tutte le nostre attività, non solo la pubblicazione della rivista ma anche i concerti, le conferenze ecc...
Potrebbe funzionare anche se ci sono alcuni aspetti da limare. Ma non è una operazione da fare a cuor leggero. Vi consiglio di affidarvi ad un buon professionista di no-profit.
Salve, vorremmo pubblicare una rivista musicale da distribuire in alcuni conservatori. Gli articolisti ed il grafico lavorerebbero gratis, quindi le uniche spese da sostenere sarebbero quelle di stampa e distribuzione (tramite spedizioni postali). Il giornale dovrebbe essere finanziato dai conservatori stessi, che lo potrebbero distribuire gratuitamente ai propri studenti.
1. Come comportarsi dal punto di vista fiscale?
2. Possiamo emettere ai conservatori ricevute di rimborso spese tipografiche o dobbiamo aprire una partita iva e farli diventare sponsor?
C'è anche da dire che i conservatori avrebbero delle proprie pagine promozionali all'interno della rivista, ma comunque a noi tutto quello che interessa è coprire le spese tipografiche: non ci interessano compensi aggiuntivi per le pagine promozionali all'interno della rivista offerte ai conservatori, le abbiamo offerte solo per "motivarli" a coprire le spese tipografiche e di distribuzione.
3. possiamo vendere delle copie della stessa rivista all'interno di altri contesti (negozi, sede sociale...)?
4.Se sì, come comportarsi dal punto di vista amministrativo e fiscale?
1. Questi conservatori sono enti pubblici o privati?
2. dipende da 1.
3. no
4. dipende da 1.
Sono conservatori pubblici. Uno di questi, anch'esso pubblico, è un conservatorio olandese.
1. Conosco associazioni che vendono le proprie riviste al pubblico, in negozi ecc... E' illegale?
2. Non potrei produrre sia delle copie omaggio sia delle copie destinate alla vendita, così come si fa di solito per i cd?
1. Se vi pagano le opportune tasse ed hanno una vera e propria vita associativa, no.
2. vedi 1.
I conservatori sono tutti enti pubblici. Uno di questi è un conservatorio olandese, anch'esso pubblico.
1. Sa dirmi se potrei necessitare di particolari autorizzazioni (magari dovute dalla legge olandese) per la distribuzione gratuita del giornale nei Paesi Bassi in luoghi pubblici e privati (teatri, ristoranti...)?
2. La mia idea è quella di distribuire il giornale gratuitamente in luoghi pubblici e privati sia in Italia che nei Paesi Bassi, e di "vendere" l'abbonamento annuale a privati attraverso la quota sociale, quindi facendo divenire membro dell'Associazione chi vuole abbonarsi. Dovrebbe andare bene così o mi sbaglio?
3. In questo caso gli enti pubblici (i conservatori) diventerebbero sponsor o contribuenti?
4. Sottolineo che vorrebbero delle pagine pubblicitarie all'interno della rivista. C'è un qualche modo per evitare la contrattazione di tipo commerciale ai fini del mantenimento della qualifica di ente non profit?
5. Posso giustificare la pagina pubblicitaria in qualche modo che non implichi una contrattazione commerciale, dato che si tratta di enti pubblici?
1. Non ne ho la più pallida idea. Le conviene chiedere ad consulente del posto.
2. Non può. Questo tipo di attività, così come l'ha ipotizzata, è tipicamente commerciale e nulla ha a che fare con lo spirito delle Associazioni no-profit.
3. Cosa intende per "contribuenti"?
4. Comprando vostri spazi pubblicitari sarebbero vostri Clienti.
5. Assolutamente NO.
La invito a rivedere completamente il suo progetto. Attraverso una no-profit non sta assolutamente in piedi.
Mi unisco ai complimenti che avete già ricevuto. Grazie al vostro sito ho trovato risposta a gran parte dei dubbi che avevo sulle associazioni. Io ed alcuni amici stiamo valutando di organizzare dei corsi ed altre attività per ragazzi e pensiamo che la forma associativa potrebbe essere la forma migliore per questo scopo. Ho letto nelle vostre risposte che per ricevere le quote associative e di iscrizione ai corsi è sufficiente che l'associazione abbia il codice fiscale.
1. E' così?
2. Non è necessario emettere fattura per queste due tipologie di incassi e quindi avere una partita IVA?
3. Quali sono gli obblighi per registrare questi incassi?
4. In generale, non mi è chiaro quando un'attività è commerciale e quando non lo è.
1. Se i corsi sono rivolti ai soli soci e riguardano le vostre attività istituzionali, si. A patto di soddisfare tutti i requisiti per le no-profit.
2. No.
3. Avere una prima nota in cui scriverli. Oppure fare tutte le operazioni su conto corrente.
4. Nel 90% dei casi quando è rivolta ai NON soci. Ci sono poi una serie di attività minori che sono commerciali anche se rivolte ai soci per impedire la concorrenza sleale (come la vendita di cibi e bevande in certi contesti, la vendita dei libri, i soggiorni turistici etc etc).
Mi scusi ma non è possibile fare una tardiva apertura di partita iva (purchè entro 1 anno o comunque entro la scadenza del termine per la presentazione della dichiarazione)? L'apertura della partita iva va fatta con il modello indicato AA7/10 entro 30 giorni dal'inizio dell'attività commerciale; se è eseguita dopo la scadenza di tale termine, situazione dovrebbe sanarsi con il pagamento della sanzione prevista e la successiva correzione delle fatture emesse con la solo indicazione del codice fiscale invece che della partita iva. Mi sbaglio?
Ripeto: esplori questa ipotesi con l'Agenzia delle Entrate.
Alla fine di un giudizio durato un decennio ci vediamo intimare un precetto da parte di un'associazione no profit (titolare all'epoca di codice fiscale e partita iva.). Nell'atto di precetto che arriva nel 2013 tale associazione si identifica solo con partita iva che poi risulta cessata nel lontano 2008. Ad ulteriori verifiche risulta anche che l'associazione nel 2011 modifica anche l'intestazione ma e' ancora "ATTIVA" con lo stesso codice fiscale.
1. La domanda è: tale soggetto pur avendo lo stesso codice fiscale è legittimato a procedere?
1. A mio parere, SI.
Nel caso in cui una asd con codice fiscale, dopo i primi anni di sola attività' istituzionale, abbia in seguito iniziato l'attività' commerciale emettendo fatture per pubblicità' senza apertura di partita iva, in quali sanzioni o rischi incorre?
C'è' un modo per sanare tale situazione chiedendo una tardiva apertura di partita iva?
Non riesco nemmeno a calcolare il numero di illeciti commessi in un caso del genere. Le conviene recarsi presso l'Agenzia delle Entrate e chiedere direttamente a loro se c'è una strada per uscirne...
Gentile teamartist, grazie per le informazioni preziosissime.
Noi abbiamo fondato un associazione nel 2002.
A. L'abbiamo iscritta solo all'ufficio del registro e non abbiamo chiesto codice fiscale (allora si usava così).
L'associazione non ha mai svolto alcuna attività lucrativa e abbiamo lasciato il tesseramento gratuito. Nel 2003 poi è stata messa nel cassetto e lì è rimasta fino ad ora. Mi domando:
1. l'associazione avrebbe dovuto compilare il fantomatico modello EAS?
2. esistiamo ancora?
3. avremmo dovuto pagare qualcosa?
4. fondamentalmente i fondatori si sono sparsi per tutta Italia e ora han ceduto il posto con regolare elezione a nuovo vicepresidente e segretario... dobbiamo ri-registrarla?
grazie per l'aiuto! questo servizio è veramente utile, ho girato metà del vostro sito e trovato informazioni davvero utili... e sopratutto spiegate semplicemente, che non è poco.
A. Dubito che nel 2002 funzionasse così... Propendo più per un errore. Ne siete DAVVERO certi?
Le risposte che seguono partono dal presupposto che abbiate un codice fiscale... In caso contrario, fiscalmente non esistete.
1. si
2. si, a meno che abbiate seguito le indicazioni statutarie per lo scioglimento.
3. A naso direi di no
4. A naso direi di no
Grazie mille per le preziose informazioni! provvederemo allo scioglimento come indicato in statuto (non mi chieda cosa prevedeva la norma nel 2002 faccio fatica a capire cosa prevede oggi):-) L'intenzione sarebbe, a questo punto,di aprirne una nuova, quello che non capiamo (perchè gni commercialista ci dice una cosa diversa e noi non siamo proprio delle cime in quanto a normativa) è:
1. per avere il codice fiscale (ce l'hanno chiesto per fare una assicurazione per l'associazione) dobbiamo iscriverci all'ufficio del registro?
2. possiamo avere il codice fiscale senza depositare all'ufficio del registro lo statuto?
3. questo fa di noi un associazione registrata?(sembrerebbe ovvio ma anche su questo i commercialisti ci han dato versioni differenti)
4. se gli unici proventi dell'associazione sono i tesseramenti a fine anno dobbiamo fare una dichiarazione dei redditi?
5. abbiamo adempimenti fiscali (moduli da compilare e inviare alcuni dicono niente altri dicono dichiarazione dei redditi senza nulla da pagare)?
6. che cosa abbiamo bisogno per redigere la contabilità?
7. un registro?
8. delle ricevute?
9. il vostro software per le associazioni ricreative può esserci utile visto il profilo associativo che vi ho descritto sopra? perchè sembra molto interessante e il sito molto efficiente ma vorremmo capire se ha un senso visto che non avendo proventi dovremmo pagarlo di tasca nostra o coprirlo con quello che entra dalle tessere associative.
Grazie di nuovo per la gentile risposta p.s. ho provveduto a iscrivermi alla pagina facebook e sono veramente piacevolmente colpito dalla vostra efficienza mai avrei creduto, sinceramente di poterci capire qualcosa!
salve,
una richiesta molto semplice, una Asd con lo stesso C.F. può gestire una filiale sita in un comune limitrofo
In linea di massima, si. Poi si dovrebbe entrare nel merito della questione (regolamenti comunali, statuto della ASD etc etc) per verificare che non nulla osti.
è obbligatorio comunicare la succursale o la filiale all'Agenzia delle Entrate?
No. Non solo, non saprei nemmeno quale modello utilizzare per farlo! Il punto vero è che non si commettano illeciti. Se una ASD fa tutto quello che deve fare, il fatto di farlo in una succursale non comporta alcun danno ai contribuenti, no?
Sono l'attuale presidente di un motoclub costituito come ASD con statuto e C.F. Il primo presidente si è dimesso quasi subito, il Vice presidente, quindi, ha ricoperto ad interim la carica per alcuni mesi e alla fine è stato eletto come Presidente il sottoscritto con regolare assemblea agli atti: il tutto circa tre anni fa.
1. Purtroppo, però, non è mai stata fatta nessuna comunicazione sul cambio di sede (stessa città) e di Presidente è obbligatorio?
2. Posso farla anche adesso?
3. Va modificato/integrato lo statuto?
4. Sono sanzionabile?
Non mi vorrei trovare in situazioni spiacevoli.
1. Si. Per lo Stato lei non è il responsabile legale. Si tratta di una mancanza molto grave.
2. Si.
3. Per la variazione del cambio di sede... dovrebbe leggere cosa dice lo Statuto in proposito.
4. Ni. In questo momento verrebbe chiamato in causa il vecchio Presidente. Il suo ultimo compito doveva essere quello di comunicare il nuovo responsabile legale... Non avendolo fatto...
PS-- La situazione E' spiacevole.
Diciamo che il vecchio presidente è sparito, letteralmente.
1. Quindi comunicando ora la variazione siamo sanzionabili non avendolo fatto nei tempi giusti?
2. Siamo a rischio di altro?
3. Adesso potremmo chiudere l'attuale asd e farne un'altra?
Grazie
1. si
2. difficile dirlo senza una analisi completa della situazione
3. In linea di principio, si. Ma anche per questo dovete leggere cosa prevede il vostro statuto.
Cambio sede: ho riletto lo statuto ma non dice nulla se non: "l'associazione è retta dal presente statuto e dalle vigenti norme di legge in materia"
Dovete quindi modificare lo statuto per modificare la sede legale.
Salve,
Quanto tempo occorre per ricevere il codice fiscale dal momento in cui viene consegnata tutta la documentazione? ( qualche giorno, settimana/e - mese )
Grazie!
Glielo rilasciano all'istante-
nelle associazioni sportive dilettantistiche che praticano tennis, le quote-campo per le ore di gioco dei soci devono essere fatturate con IVA o fanno parte delle attività istituzionali?
A mio parere possono essere considerate entrate istituzionali.
buongiorno, siamo una a.s.d., mi hanno chiesto il codice ateco.
mi potreste aiutare?
Lo trova nel certificato di attribuzione del codice fiscale. "Tipo attività"...
Salve,
stiamo formando una squadra di ciclismo x il 2014, ma non abbiamo intenzione di aprire p.iva.
mi spiego, l'abbigliamento verrà pagato tramite uno sponsor, cioè lo sponsor ci pagherà la fattura presso il fornitore di abbigliamento. È corretto?
Purtroppo no. Sul valore della sponsorizzazione deve comunque emettere fattura allo sponsor e pagare iva, ires, irap.
Buongiorno,
un'associazione culturale fondata nel 2007 con (forse) solo il codice fiscale, si può richiedere adesso la PI per poter partecipare a bandi statali?
SI.
Anche se non capisco la necessità...
Salve, vorremo avere PI per poter partecipare a bandi statali per farci finanziare le nostre attività... non conosco altre alternative
Questi bandi statali... prevedono l'obbligo di partita iva? Ma sono rivolti ad Aziende o a No Profit?
abbiamo un'ASD nata nel 2008 che ha solo CF e che non ha mai registrato lo statuto (l'EPS ci ha sempre detto che non serviva), ora però vorremmo metterci in regola anche per chiedere contributi alla fondazione locale, è possibile mantenere il nome? siccome abbiamo una concessione comunale intestata, vorremmo per un periodo di tempo mantenere la vecchia ASD e al contempo farne una nuova in piena regola, per non pagare la mora di 258 euro, è possibile che esistano contemporaneamente 2 ASD con lo stesso nome?
Posso darvi soltanto consiglio legali. Visto che avete una associazione non a norma, la prima cosa da fare è renderla tale!
una asd può vendere ai propri soci abbigliamento sportivo occasionalmente?
grazie
Andremo presto a fare un post dedicato all'argomento. Rimanga sui nostri schermi!
Buon giorno, sono un socio di una ASD di calcio. Visto che da un anno a questa parte non abbiamo trovato nessuno disposto a farci da sponsor, abbiamo deciso di chiudere la nostra partita iva, ma di mantenere comunque in vita l'asd. Mi potrebbe gentilmente spiegare qual'è il procedimento più semplice per chiudere la partita Iva? Si può fare senza rivolgersi al commercialista che finora ha curato il nostro caso ( molto onerosamente)? Grazie.
Mattia
Dipende. E' uguale o diversa dal codice fiscale?
Diversa
Fortunello! Legga questo post, è molto semplice.
Buongiorno. Non riesco a chiarirmi le idee.. cos'è esattamente il codice ATECO2007? Come faccio a sapere se la mia associazione culturale ne è in possesso?
grazie
E' un codice che va indicato quando si apre il codice fiscale della associazione. http://www.agenziaentrate.gov.it/wps/content/Nsilib/Nsi/Strumenti/Codici+attivita+e+tributo/Codici+attivita+ateco/
grazie per la risposta, noi già ci siamo informati, e il proprietario ci a dato i documenti tipo : agibilità, e tutti i doc. per la corrente e dello stabile ecccc. per questo chiedevo se il comune avrebbe potuto trovare problemi per l'apertura per licenza visto che loro non sanno manco cosa significa associazione io mi sto aggiornando con le leggi MI PUOI ELENGARE GLI ARTICOLI cosi se vengono per dei controlli vari io possa spiegare con cose vere mi sai dire quale leggi devo dire. Poi ti volevo dire che prima di noi cera già un altra sala da ballo a chiuso per problemi personale GRAZIE AGATA
Mi spiace ma un elenco di questo tipo, senza sapere cosa potrebbero contestarvi, dovrebbe comprendere talmente tanta e tale roba da diventare un lavoro enorme per noi ed inutile per voi... Io seguirei il consiglio che ti ho dato nel quesito precedente (se do dei consigli avrò un motivo, no?).
Salve a tutti, insieme con dei miei colleghi abbiamo deciso di aprire una associazione. Noi siamo assistenti specialistici, cioè assistiamo i ragazzi disabili a scuola. L'aasociazione sarebbe culturale, con l'idea di renderla onlus (in seguito forse di promozione sociale) e serve per firmare una convenzione con la scuola per tale servizio.
1. Per questo mi pare chiaro che serva la p.i., visto che ognuno di noi avrà un cocopro con la nostra associazione. Giusto??
2. Tra i fini sociali c'è proprio l'assistenza scolastica per disabili (che però non sono obbligati certo ad essere soci): questo ci permette di godere di particolarità fiscali?
3. Siamo solo otto, quindi alcuni di noi (4 persone) partecipano al Consiglio Direttivo: certo che anche i consiglieri e il presidente possono essere collaboratori, vero?
4. In ultimo: Potremmo collaborare per la gestione amministrativa di questa associazione?
Un grande grazie anticipato per le risposte che già avete dato.
Ciao
1. La partita iva non è collegata al fatto che voi diventiate cocopro
2. Fino a che non sarete riconosciuti dalla vostra Regione, no
3. Dipende. Leggete questo post.
4. In che senso?
Ovviamente grazie della risposta e provo ad essere più chiaro.
Questo lavoro di assistenza scolastica per la disabilità viene fatta in tutta roma (anzi in tutta Italia), o con cooperative o con associazioni. E nonostante si tratti di onlus capita sempre che, se per il servizio il committente paga diciamo 20 euro l'ora, all'operatore arrivano non più di otto euro lorde l'ora.
Allora visto che ci viene data la possibilità di organizzarci in modo autonomo ci stiamo chiedendo quale sia l'organizzazione migliore da darsi.
Potremmo anche creare un'azienda, ma perchè, se tutti usano strutture no profit? Ovviamente non vogliamo "sostituirci" a coloro che riteniamo essere "affaristi" del sociale, ma rispettare semplicemente il lavoro di chi opera,
Ecco che Rigurdo i "pagamenti" ai soci, in particolare a quelli che ricoprono cariche, vorrei meglio chiarire il concetto:io mi riferisco a compensi dovuti per il regolare svolgimento di una mansione, regolata da contratto. Pensavo ai cocopro, ma potremmo anche servirci di lavoro subordinato, non è questo il problema. Ma vorrei fosse chiaro che non mi riferisco al fatto di essere pagato per fare il presidente. Se io divento presidente, non voglio la paga da presidente, ma vorrei avere la possibilità, così come per tutti gli altri soci, di avere un contratto per svolgere la mansione a scuola.Noi faremmo l'associazione in otto persone, per adesso, perchè in otto siamo a lavorare già, ma parasubordinati di una coop.La coop esce e noi diventiamo finalmente artefici di noi stessi a livello lavorativo
1. Anche questo è irregolare?
2. Riguardo C.F o P.I., dal momento che sussistono rapporti di lavoro, subordinati, parasubordinati o autonomi che siano, è più opportuno e/o obbligatorio optare per l'uno o per l'altra?
3. Riguardo il riconoscimento della Regione, si riferisce allo status di onlus o altro? cosa in particolare.
4. A tal fine cerchiamo chi possa seguire la parte amministrativa/fiscale (commercialista?, consulente del lavoro?, altro?), ecco che la richiesta di "collaborazione" era per capire se voi potreste fare ciò.
Ammetto che ieri ancora non avevo visto tutto il Vs sito, mentre oggi ho dato un'occhiata anche al programma che proponete per la gestione.
5. Quindi, usando la struttura vostra, sarei io a fare tutta la parte amministrativa e gestionale, ma aiutato dal vostro software e dalle vostre consulenze?
Vorrei dare un'occhiata al software e provarlo per il mese che proponete, così da capire di cosa si tratta e iniziare a simulare l'attività futura e capire se sono in grado di farlo. Ma l'associazione è ancora in fieri, e allora dovrei registrarmi con un nome di associazione che ancora non esiste. E' scorretta una cosa del genere nei Vs. confronti.
6. Potrebbe creare dei problemi se poi in futuro vorrò servirmi della Vs. piattaforma?
A risentirci e ancora mille grazie
1. non è pulito. Così la vostra non sarebbe una Associazione ma più una srl o una cooperativa mascherata da Associazione. Una Associazione non può limitarsi a 8 soci lavoratori! Avrebbe senso se aveste almeno 80 soci volontari non lavoratori (anche solo "supporter") e gli stipendiati non fossero nel direttivo (almeno non tutti!)
2. La p.iva servirebbe se doveste fatturare dei servizi... ma forse nel vostro caso ricevereste contributi pubblici.
3. Esatto
4. Si, potremmo farlo.
5. Si. Le consulenze sono però a parte dal costo della piattaforma. http://www.teamartist.com/consulenza/
6. No.
CIAO IO VOGLIO SAPERE COSA PUO CHIEDERE IL COMUNE SE APRO UN'ASSOCIAZIONE DI DANZA , QUANDO VADO A DEPOSITARE LO STATUTO NEGLI UFFICI LORO?
Perchè dovrebbe depositare lo statuto in comune?
era una domanda visto che noi abbiamo fatto tutto tramite un ragioniere anche il codice fiscale ,ma la domanda e il comune ci può dare dei problemi all'apertura della sala? chiedendoci documenti ho mandandoci controlli? ecco perché qualcuna mi aveva detto di consegnare lo statuto al comune, volevo consigli come comportarmi grazie
Boh. Il consiglio mi sembra campato per aria. Quello che dovete fare è sapere se nell'edificio dove volete aprire questa sala è possibile farlo per le norme urbanistiche ed igienico sanitarie. Chiedete all'UT del vostro comune (ma dargli lo statuto non serve a nulla).
Buongiorno, sono il responsabile di una ASD affiliata a FSN fondata nel 1991 con scrittura privata, siamo dotati di statuto, atto costituivo, CF e PIVA sempre dal 1991, non siamo però registrati all'AdE, al tempo non è stata chiesta. Attualmente abbiamo necessità di iscrizione al registro coni per accedere alle agevolazioni fiscali ma nel post di registrazione non accettano la forma societaria con scrittura privata. Leggendo la guida mi sembra di capire che forme diverse da quelle previste possono essere accettate presentando domanda a firma del legale rappresentante accompagnata da opportuna documentazione. Ho inviato una richiesta di chiarimento in merito al registro coni e sto attendendo risposta. A vostro parere il coni può derogare alla registrazione all'AdE? Se no, come temo, sono costretto a ripartire da zero con tutto oppure posso mantenere in qualche modo il CF e la PIVA?
Perchè non registra oggi Statuto e Atto costitutivo, magari dopo averli aggiornati e resi compatibili alle normative più recenti?
Grazie per la risposta siete molto gentili. Sarei dello stesso parere ma leggendo i post precedenti mi sembra di aver capito che la registrazione all'AdE vada fatta entro 20gg dalla costituzione dell'associazione, io invece andrei a presentare uno statuto aggiornato ma con data di costituzione nel '91. A vostro giudizio l'agenzia delle entrate potrebbe accetterebbe la registrazione?
L'Agenzia delle Entrate non dovrebbe porvi alcun problema (nella nostra esperienza: poi se le va di sfiga è un altro paio di maniche).
Buonasera vorrei sapere se una asd che ha chiuso la partita iva nel dicembre 2012 può riaprirla ora su delibera del consiglio direttivo grazie e complimenti per il sito
Direi di si. Scusi la curiosità: perchè l'avete chiusa e perchè vorreste riaprirla?
Buonanotte, sono il vicepresidente di un asd di pallavolo e non abbiamo partita iva (almeno per adesso), stiamo raccogliendo dei fondi da attività commerciali come finanziamento (altri introiti proverranno dai soldi delle iscrizioni dei bambini ai corsi per cui pagheranno anche il mensile) rilasciano delle ricevute col nostro timbro e ricambiamo il favore dei commercianti esponendo per tutta la durata del campionato sui manifesti pubblicitari per le partite i loro loghi.
1. è possibile fare questa cosa solo con il cf??
2. poi altra domanda, se dovessimo trovare uno sponsor grosso che ci garantirebbe una cifra importante (sui 5k) sarebbe necessaria la p iva vero?
1. Assolutamente NO. Il tutto si configura come sponsorizzazione e su tali entrate dovreste pagare iva, irese, irap (cosa che non fate: siete quindi, agli occhi di un ispettore, degli evasori fiscali).
2. Si... sarebbe infatti necessario sin d'ora.
Grazie per la celere risposta, lo sospettavamo questo. E come si dovremmo comportare se lo sponsor invece di darci materialalmente soldi a noi come associazione comprasse lui tutto il vestiario e facesse le stampe con il suo logo e poi ce lo donasse?dovremmo comunque fare un contratto di sponsorizzazione?dovremmo fatturare?grazie
Si perchè fiscalmente si tratterebbe di una permuta (il fatto che vi paghino in denaro o con un bene di equivalente valore non cambia nulla).
Buonasera,
sono il Presidente di un'Associazione nata nel 1965 con un Presidente, un Vice Presidente e un Segretario. Siamo in possesso di Codice fiscale. Da allora non abbiamo mai fatto attività e solo due volte ci siamo affiliati ad una federazione sportiva senza fare alcuna attività. Quindi non abbiamo fatto verbali, nè modello EAS. Quest'anno vorremmo presentare un progetto presso una scuola dell'infanzia (30 bambini in due classi). Cosa dobbiamo (devo fare visto che in realtà sono da solo ma poi dovrò pagare un istruttore) per mettere a posto la situazione? Mi conviene metter in vita questa Associazione o crearne una nuova?
Le conviene chiudere questa e non aprirne nessun'altra. Se è vero che dal 1965 non ha fatto nulla, evidentemente non ne è in grado.
Buongiorno,nella mia associazione sportiva si è deciso di formare un gruppo d'acquisto. Siamo in possesso di codice fiscale. Occorre anche la partita iva ? Grazie, Monica.
Dipende... rivendete?
La nostra idea è quella di distribuire (al prezzo che si è pagato)
la merce tra gli associati.
Quindi voi raccogliete i soldi ma non rivendete la merce. Ma la fattura in acquisto viene fatturata all'Associazione o ai singoli?
Pensavamo all'associazione per semplicità. E' per questo che chiedevo se bastava il codice fiscale o se occorreva partita iva. Grazie.
Ve lo sconsiglio... in questo modo fate rivendita di alimenti e potrebbe esservi contestato. Fatevi fare degli scontrini fiscali separati per la spesa di ognuno.
Ho costituito e già registrato un'associazione culturale con diritto d'edizione. Ora ho bisogno della partita iva, per commercializzare 4-5 pubblicazioni annue, ma l'ufficio dell'agenzia dell'entrate mi ha detto che loro possono assegnarmela solo se per la mia attività non è necessaria l'iscrizione al registro delle imprese, voi sapreste dirmi se lo è?
Grazie
Cosa intende per "diritto d'edizione"? Come avrebbe "sancito" questo diritto?
In quanto Associazione se richiede la partita iva non ve la si può negare. Non capisco che tipo di obiezione le abbiano fatto.
Il diritto d'edizione si deduce dallo statuto dove, al fine di promuovere la cultura, è prevista l'attività editoriale.
Mi è stato prima detto che la partita iva doveva assegnarmela un consulente aziendale, poi - dopo aver letto questa discussione - sono tornato chiedendo chiarimenti, ed ho trovato una persona più preparata che mi ha detto che la possibilità di avere assegnata da loro la partita iva, dipende dalla necessità o meno iscrizione dell'associazione al registro delle imprese che a sua volta credo dipenda dal tipo di attività svolta.
Veramente non capisco. Prima di tutto averlo scritto a statuto non significa nulla. Non cè che se aveste scritto a Statuto "abbiamo il diritto di costruire bombe atomiche" questo avrebbe alcun valore legale! Se vi stanno chiedendo il codice ATECO per poter aprire la partita iva, sicuramente potrete indicare solo un codice relativo alle Associazioni no profit. Come potete "iscrivervi al Registro delle Imprese" SE SIETE UNA ASSOCIAZIONE? Confondete pere e mele!
In ultimo: a quanto ne so le Associazioni NON POSSONO fare gli editori.
Buona sera, sono il presidente di un'assocazione titolare unicamente del CF. I soci dell'associazione vorrebbero intraprendere dell'attività commerciale in via sussidiaria. Necessitiamo quindi della PIVA.
1. La comunicazione va fatta all'Agenzia delle entrate mediante modello AA7/10, oppure al registro delle imprese mediante la procedura ComUnica?
L'art. 5 comma 1 lett. b) del DPCM 6 maggio 2009, fra gli adempimenti assolti con la ComUnica fa espresso riferimento alle iscrizioni, modifiche e cancellazioni nel REA. Un'attività commerciale a latere, come quella del merchandising di gadget e magliette deve essere iscritta al REA da quello che mi risulta.
2. E' corretta la mia interpretazione?
1. Modello AA7/10
2. Si
Come posso fare per controllare se il nome dell'associazione e CF corrispondono?
Oppure a risalire al CF dal nome? ...e viceversa?
https://telematici.agenziaentrate.gov.it/VerificaCF/Scegli.jsp
Salve, sono rappresentante legale di un ass. culturale no profit, noi svolgiamo attività teatrale facendo occasionalmente 4/5 spettacoli durante l'anno... vorrei sapere se siamo tenuti a fatturare (eventualmente con l'iva come ci si comporta?)i contributi che ci elargiscono le varie amministrazioni oppure semplicemente a rilasciare una ricevuta di quietanza.
Dipende da come le Amministrazioni intendono la faccenda: vi pagano per gli spettacoli o vi danno un contributo per realizzarli?
buonasera a voi, intanto grazie di esistere 😉 vi chiedo un'informazione forse banale ma vi sarei grata della risposta. Sono la presidente di un' associazione nata da qualche giorno e devo richiedere il codice fiscale; oltre al documento AA5/6 redatto in duplice copia insieme alla copia del mio documento, devo presentare anche atto costitutivo e statuto firmati in tutte le pagine dai soci fondatori? grazie in anticipo
Normalmente viene richiesto, si.
gradirei sapere se una sede periferica di una onlus con personalità giuridica può avere un codice fiscale proprio diverso da quello dell'associazione. Preciso che non si tratta di due entità diverse, ma di una sede secondaria che avrebbe però bisogno, per ottenere dei contributi, avere un domicilio fiscale in regione diversa da quella della sede centrale a cui è attribuito il codice fiscale dell'associazione.
No, non può.
Egr.Teamartist;
Siamo prossimi ad aprire un associazione no profit in Torino;ci siamo già dotati di statuto e atto costitutivo ma in agenzia delle entrate a Torino,per ottenere il codice fiscale,ci viene chiesto di redigere ricopiando tutti i contenuti dei 2 documenti su un foglio protocollo a righe,affinchè si possa regolarmente depositare e ottenere quanto richiesto.Nella Ns inesperienza siam caduti dalle nuvole..a Voi risulta quanto ci è stato riferito?corrisponde a verità l'affermazione secondo la quale senza statuto(forse anche atto costitutivo)dattiloscritto su un foglio protocollo a righe l'agenzia delle entrate non provvede a rilasciare il codice fiscale?
Grazie mille
No, assolutamente. Ma ogni ufficio della Agenzia delle Entrate ha un suo modo di interpretare le norme... Le posso confermare che è la prima volta che sento tale richiesta che, in ogni caso, non è del tutto sbagliata.
Buonasera,
abbiamo da poco un nuovo Consiglio Direttivo il cui verbale è stato depositato all'AdEntrate. Cambiando il presidente, cambia anche il codice fiscale?
No, ci mancherebbe altro.
Buongiorno,
ho il seguente quesito. Siamo un'ASD senza partita IVA
Vorremmo rendere un servizio ai nostri associati relativo al materiale sportivo da utilizzare per frequentare i nostri corsi.
Esempio: la nostra associazione compra un body per la danza al prezzo di costo di €10 e lo rivende a una nostra associata a €12. Inoltre rimettiamo una ricevuta con scritto "Contributo acquisto materiale istituzionale".
Una consulente di un'ente di promozione sportiva ci ha detto che in tal caso non si parla di attività commerciale e quindi non si necessita di partita IVA.
Vorrei sapere il Vs. parere in merito.
Grazie e buon lavoro
Per questioni deontologiche non mettiamo mai in discussione i pareri di altri professionisti. Il miglior consiglio che posso darvi è di chiederglielo formalmente e farvi rilasciare un parere scritto.
A nostro parere infatti la dicitura sulla ricevuta non è quella che avremmo suggerito...
Quindi cosa scrivereste? Oppure sono obbligato ad avvia la procedura per avere la partita IVA?
Come le ho risposto, visto che ha già un professionista cui si è affidato e che pure retribuisce (a differenza nostra), chieda a lui.
Grazie. Speravo in un risposta visto che proprio per motivi deontologici, non ho scritto di chi parlavo e a quale ente egli appartenesse. Non ho neanche mai detto che lo pagavo. Dicendo questo offende la mia intelligenza. Ha mai sentito parlare di operazioni al ginocchio? Un paziente ha il ginocchio molto dolente. Un dottore gli dice che deve essere operato e un altro no. Si ascolta il parere di 2 professionisti e si cerca di scegliere la via migliore. Siccome seguo il vostro blog da tempo ho voluto chiedere un parere ad altri che penso siano professionisti. Peccato. Continuerò a seguirvi.
Vede, l'esempio che ha fatto è in parte azzeccato ed in parte no. Se lei si affida ad un medico che conosce la sua storia clinica, la visita, si documenta e poi le prescrive una cura, non c'è niente di più sbagliato che andare su un blog di medicina e porre il suo problema ad un medico online che non ha mai visto.
Nel caso specifico, se proprio vuole un parere, scrivere "Contributo acquisto materiale istituzionale" è un falso, perchè il body dell'atleta è un bene personale e non dell'Associazione, per di più in uso esclusivo. Non si tratta quindi di aprire una vostra partita iva (per qualche body all'anno sarebbe folle) ma di scrivere la verità (visto che immagino abbiate una fattura in entrata di acquisto di body!) e cioè: "Contributo per l'acquisto divisa da gara e allenamento" o qualcosa di simile.
Ciò in linea generale. Ma ovviamente, non conoscendovi, potrei aver preso una cantonata pazzesca.
Grazie ancora per la delucidazione, un'ultima cosa: le ricevute delle donazioni sono soggette ad iva?
No. Le consiglio la lettura del nostro post sulle erogazioni liberali.