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21 Novembre 2012

Aggiornamento circa l’impiego di defibrillatori e le certificazioni mediche nelle ASD

Giovanni Damiano Dalerba Scritto da Giovanni Damiano Dalerba
Categoria dell'articolo: Gestione dell'associazione
Aggiornamento circa l’impiego di defibrillatori e le certificazioni mediche nelle ASD

Circa due settimane fa, in uno dei nostri post (Obbligo di certificato medico e linee guida per defibrillatori per le ASD), abbiamo parlato del cosiddetto “Decreto Balduzzi” sulla salute e dell’obbligo o meno per le ASD di dotarsi di defibrillatori automatici o semiautomatici.

Ebbene, il 10 novembre scorso è stata pubblicata sul Supplemento Ordinario n. 201 alla Gazzetta Ufficiale, Serie Generale, n. 263, la Legge 8 novembre 2012, n. 189, di conversione, con modificazioni, del Decreto Legge 13 settembre 2012, n. 158 (il decreto Balduzzi per l’appunto). In sede di conversione, il testo dell’art. 7 comma 11 del suddetto decreto, relativo alle misure di prevenzione per l’attivita’ sportiva non agonistica, è rimasto inalterato; lo riportiamo qui di seguito:

“11. Al fine di salvaguardare la salute dei cittadini che praticano un’attivita’ sportiva non agonistica o amatoriale il Ministro della salute, con proprio decreto, adottato di concerto con il Ministro delegato al turismo e allo sport, dispone garanzie sanitarie mediante l’obbligo di idonea certificazione medica, nonche’ linee guida per l’effettuazione di controlli sanitari sui praticanti e per la dotazione e l’impiego, da parte di societa’ sportive sia professionistiche che dilettantistiche, di defibrillatori semiautomatici e di eventuali altri dispositivi salvavita.”

Nonostante la legge sia entrata in vigore l’11 novembre, il Comitato Olimpico Nazionale Italiano, con propria circolare prot. n. 206/12 del 15.11.2012, ha affermato che “la norma non determina l’insorgere di alcun obbligo in capo alle società sportive (professionistiche e dilettantistiche) quanto alla dotazione ed all’impiego di defibrillatori semiautomatici e di eventuali altri dispositivi salvavita: occorre, infatti, attendere l’emanazione del succitato decreto ministeriale e delle relative linee guida”. Nella medesima circolare si legge inoltre che il CONI ha chiesto di essere interpellato e di partecipare attivamente al procedimento di definizione del decreto ministeriale.

Rimane aperto completamente il capitolo su cosa si intenderà per “idonea certificazione medica…dei cittadini che praticano un’attivita’ sportiva non agonistica o amatoriale”. Già nella bozza della legge ci fu un maremoto sia da parte dei rappresentanti delle ASD, che vedevano un ulteriore ostacolo (leggi: costo in più) alla pratica sportiva dei propri soci, sia da parte della Sanità tra coloro che non vogliono nuove incombenze e responsabilità e coloro che invece pensano di poter generare un nuovo business.

Ma il nostro blog parla alle singole Asd, ai singoli presidenti e direttivi. Pensate sia saggio far fare uno sforzo fisico ad un vostro socio, senza che questi sia prima stato visto da un medico che ne ha certificato la possibilità di poter fare pratica sportiva? Al di là di quello che può dire la legge, dovete sempre ragionare da “buoni padri di famiglia“. Sia per motivi etici e di buon senso (non far capitare accidenti ai vostri soci), sia per motivi legali ed assicurativi, il nostro consiglio è sempre e comunque di non far fare nessuna pratica sportiva a chi non vi ha consegnato un regolare certificato medico.

Chi usa la nostra piattaforma TeamArtist tra le altre cose può inserire per ogni socio la data di scadenza del relativo certificato medico e lo scadenziario automatico si ricorderà per voi di avvisare sia lui che il suo tutore legale (se minorenne), sia l’allenatore che il presidente dell’imminente scadenza, via mail. E con una rapida occhiata sul sistema in ogni momento potete vedere chi è in regola e chi no. Bello eh?

 

Damiano Dalerba & Stefano Cabot

Direttori area noprofit di TeamArtist

 

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58 risposte a “Aggiornamento circa l’impiego di defibrillatori e le certificazioni mediche nelle ASD”

  1. Rispondi
    Federica

    Gent.mi, ho tre quesiti da porvi :

    1) per un corso di yoga bimbi ( dai 3 ai 5 anni ) in cui le mamme restano in palestra e coadiuvano la pratica, oltre alle mamme che sono gia' socie, devo iscrivere i bambini come soci ?
    2) per il medesimo corso di cui sopra, le mamme devono presentare il certificato medico ? E i bambini ?
    3) nel decreto sui defibrillatori , non mi e' chiaro se lo YOGA DOLCE sia compreso tra le attivita' a RIDOTTO SFORZO CARDIOVASCOLARE.

    Fermo restando che la sicurezza dei soci e' una priorita' anche per la nostra associazione, visto che le attivita' che svolgiamo sono a scarsissimo sforzo cardiovascolare, vorremmo essere sicuri degli obblighi a nostro carico.

    • Rispondi
      TeamArtist

      1. Chi fa il corso? Le mamme o i bimbi?
      2. Idem
      3. Se siete ASD affiliata CSEN il defibrillatore ci vuole comunque.

  2. Rispondi
    federica

    Carissimi,
    io faccio parte di una a.d.s. che opera in ambito yoga. Lo yoga e' considerato uno sport ad alto impegno cardiovascolare, o no ?
    Vi ringrazio !

    • Rispondi
      TeamArtist

      Secondo noi no, ma abbiamo suggerito al CONI una possibile esenzione. Stiamo attendendo la loro decisione

  3. Rispondi
    Alessandro

    Salve, volevo avere qualche data certa e certezza circa l'obbligo da parte delle associazioni di munirsi del defibrillazione automatico.
    C'è qualche novità? Da quando scatta l'obbligo?
    Esistono della agevolazioni per l'acquisto o per il noleggio? Sono molto costosi per una piccola associazione come la nostra...
    Grazie

    • Rispondi
      TeamArtist

      L'obbligo scatta da gennaio 2016, trascorsi i 30 mesi dalla pubblicazione del decreto nella gazzetta ufficiale.
      Non abbiamo ancora indicazioni o segnalazioni riguardo le agevolazioni sull'acquisto.
      Se doveste avere qualche news fateci sapere!

  4. Rispondi
    giovanni

    salve, un informazione la nostra associazione è asd e aps , volevamo chiedere se era possibile passare tutto come associazione promozione sociale non iscrivendosi al coni o enti sportivi, per evitare l'obbligo sia del certificato medico non agonistico e sia per evitare di installare i defribrilatori quando la legge sarà esecutiva.
    Nelle nostre zone causa la crisi le persone si recano per risparmiare in scuole o centri dove non chiedono il certificato e quindi si fa molta fatica a far associare
    GRAZIE
    GIOVANNI

    • Rispondi
      TeamArtist

      E se una persona che viene da lei ha un malore? Lei sarà diretto responsabile perchè non vuole mettere il defibrillatore e perchè non vuole chiedere il certificato medico.
      Tra l'altro giusto pochi giorni fa un ragazzo a Brescia è stato salvato dal defibrillatore. Legga qui l'articolo della Gazzetta dello Sport.
      La salute dei suoi soci e dei ragazzi viene prima di tutto

  5. Rispondi
    michela

    Salve! io non ho ancora capito se c'è l'obbligo del defibrillatore oppure no ?

    • Rispondi
      TeamArtist

      Si, c'è (al momento) a partire da gennaio 2016.

  6. Rispondi
    Luciano Chionna

    Può una ASD senza fini di lucro vendere ai propri soci materiale sportivo?

  7. Rispondi
    Max

    Buongiorno, la nostra Asd svolge la propria attività presso una palestra scolastica comunale che viene affittata alle associazioni dopo la conclusione delle lezioni.
    Considerando che nello stesso sito operano altre cinque società e che nella struttura non è presente un defibrillatore, abbiamo proposto al Comune di procedere con l'acquisto (considerando anche l'attività svolta dai ragazzi durante le ore di lezione scolastica) in collaborazione con le Asd che verseranno una quota o, in alternativa, pagheranno un sovrapprezzo sull'affitto.
    Resterà di competenza delle singole Asd la preparazione degli allenatori (e magari degli insegnanti!) che parteciperanno agli appositi corsi.
    Vi sembra un'idea sensata? Grazie.

    • Rispondi
      TeamArtist

      Assolutamente si, bravi.

  8. Rispondi
    Paolo

    Buon giorno, visto l'obbligatorietà del defibrillatore in sede, e anche obbligatorio un numero di persone abilitate al suo uso ? Siamo in 300 Soci . Grazie

    • Rispondi
      TeamArtist

      L'obbligatorietà del defibrillatore è propria non tanto in sede quanto sul luogo dove si esercita l'attività sportiva in sè.
      Durante gare e allenamenti è sempre bene che ci sia qualcuno abilitato al suo uso in emergenza.

    • Rispondi
      Paolo

      Scusate il disturbo ma la mia domanda più importante era l'obbligarietà di un numero di abilitati al suo uso. Grazie

      • Rispondi
        TeamArtist

        Trova risposta nell'allegato E della gazzetta ufficiale n°169:

        Allegato E

        LINEE GUIDA SULLA DOTAZIONE
        E L'UTILIZZO DI DEFIBRILLATORI SEMIAUTOMATICI
        E DI EVENTUALI ALTRI DISPOSITIVI SALVAVITA
        D.M.........

        Scopo: Le presenti linee guida hanno lo scopo di disciplinare la
        dotazione e l'impiego da parte di societa' sportive, sia
        professionistiche sia dilettantistiche, di defibrillatori
        semiautomatici esterni.
        1. Introduzione
        L'Arresto Cardiocircolatorio (ACC) e' una situazione nella quale
        il cuore cessa le proprie funzioni, di solito in modo improvviso,
        causando la morte del soggetto che ne e' colpito. Ogni anno, in
        Italia, circa 60.000 persone muoiono in conseguenza di un arresto
        cardiaco, spesso improvviso e senza essere preceduto da alcun sintomo
        o segno premonitore. La letteratura scientifica internazionale ha
        ampiamente dimostrato che in caso di arresto cardiaco improvviso un
        intervento di primo soccorso, tempestivo e adeguato, contribuisce, in
        modo statisticamente significativo, a salvare fino al 30 per cento in
        piu' delle persone colpite. In particolare, e' dimostrato che la
        maggiore determinante per la sopravvivenza e' rappresentata dalle
        compressioni toraciche esterne (massaggio cardiaco) applicate il
        prima possibile anche da parte di personale non sanitario. Senza
        queste tempestive manovre, che possono essere apprese in corsi di
        formazione di poche ore, il soccorso successivo ha poche o nulle
        probabilita' di successo. A questo primo e fondamentale trattamento
        deve seguire, in tempi stretti, la disponibilita' di un
        Defibrillatore Semiautomatico Esterno (DAE)che consente anche a
        personale non sanitario di erogare una scarica elettrica dosata in
        grado, in determinate situazioni, di far riprendere un'attivita'
        cardiaca spontanea.
        L'intervento di soccorso avanzato del sistema di emergenza 118
        completa la catena della sopravvivenza.
        Nonostante la disponibilita' di mezzi di soccorso territoriali
        del sistema di emergenza sanitaria, che intervengono nei tempi
        indicati dalle norme vigenti, esistono situazioni e localita' per le
        quali l'intervento di defibrillazione, efficace se erogato nei primi
        cinque (5') minuti puo' essere ancora piu' precoce qualora sia
        presente sul posto personale non sanitario addestrato ("first
        responder"),che interviene prima dell' arrivo dell' equipaggio dell'
        emergenza sanitaria.
        Per queste ragioni occorre che le tecniche di primo soccorso
        diventino un bagaglio di conoscenza comune e diffusa, che sia
        tempestivamente disponibile un DAE e che sia presente personale non
        sanitario certificato all'utilizzo.
        I Defibrillatori Semiautomatici Esterni (DAE) attualmente
        disponibili sul mercato permettono a personale non sanitario
        specificamente addestrato di effettuare con sicurezza le procedure di
        defibrillazione, esonerandolo dal compito della diagnosi che viene
        effettuata dall' apparecchiatura stessa.
        E' altresi' prevedibile che nuovi dispositivi salvavita possano
        entrare nell'uso, come evoluzione tecnologica degli attuali
        defibrillatori semiautomatici o di altri dispositivi salvavita.
        La legge del 3 aprile 2001, n. 120 prevede l'utilizzo del DAE
        anche da parte di personale non sanitario.
        2. La Catena della Sopravvivenza
        Il DAE deve essere integrato e coordinato con il sistema di
        allarme sanitario 118; in questo modo e' consentito il rispetto dei
        principi della "Catena della Sopravvivenza", secondo i quali puo'
        essere migliorata la sopravvivenza dopo arresto cardiaco, purche'
        siano rispettate le seguenti azioni consecutive (anelli):
        1. il riconoscimento e attivazione precoce del sistema di
        soccorso
        2. la rianimazione cardiopolmonare precoce, eseguita dai
        presenti
        3. la defibrillazione precoce, eseguita dai presenti
        4. l'intervento dell'equipe di rianimazione avanzata
        In ambiente extraospedaliero i primi tre anelli della Catena
        della Sopravvivenza sono ampiamente dipendenti dai presenti
        all'evento, dalla loro capacita' di eseguire correttamente alcune
        semplici manovre e dalla pronta disponibilita' di un DAE.
        3. Contesto sportivo: considerazioni generali
        E' un dato consolidato che l'attivita' fisica regolare e' in
        grado di ridurre l'incidenza di eventi correlati alla malattia
        cardiaca coronarica e di molte altre patologie. Tuttavia l'attivita'
        fisica costituisce di per se' un possibile rischio di Arresto
        Cardiocircolatorio (ACC) per cause cardiache e non cardiache.
        Sembra ragionevole affermare, quindi, che i contesti dove si
        pratica attivita' fisica e sportiva, agonistica e non agonistica,
        possono essere scenario di arresto cardiaco piu' frequentemente di
        altre sedi. La defibrillazione precoce rappresenta in tal caso il
        sistema piu' efficace per garantire le maggiori percentuali di
        sopravvivenza.
        Se si considera che la pratica sportiva e' espressione di
        promozione, recupero o esercizio di salute, sembra indispensabile
        prevedere una particolare tutela per chi la pratica, attraverso
        raccomandazioni efficaci e attuabili secondo le evidenze scientifiche
        disponibili.
        Un primo livello di miglioramento e' strettamente correlato alla
        diffusione di una maggiore specifica cultura, che non sia solo
        patrimonio delle professioni sanitarie ma raggiunga la maggior parte
        della popolazione.
        Non meno importante e' l'estensione della tutela sanitaria non
        soltanto dei professionisti dello sport agonistico ma anche e
        soprattutto di quanti praticano attivita' sportiva amatoriale e
        ludico motoria.
        Fermo restando l'obbligo della dotazione di DAE da parte di
        societa' sportive professionistiche e dilettantistiche, si evidenzia
        l'opportunita' di dotare, sulla base dell'afflusso di utenti e di
        dati epidemiologici, di un defibrillatore anche i luoghi quali centri
        sportivi, stadi palestre ed ogni situazione nella quale vengono
        svolte attivita' in grado di interessare l'attivita' cardiovascolare,
        secondo quanto stabilito dal D.M. 18 marzo 2011, punto B.1
        dell'allegato. Alcune Regioni (es. Veneto, Emilia Romagna, Marche)
        hanno gia' previsto nel loro piano di diffusione delle attivita' di
        defibrillazione di dotare di DAE anche alcune tipologie di impianti
        sportivi pubblici come palestre scolastiche, piscine comunali. Si
        contribuisce in tal modo allo svolgimento in sicurezza dell'attivita'
        sportiva "creando anche una cultura cardiologica di base".
        4. Indicazioni per le Societa' sportive circa la dotazione e
        l'impiego di DEA
        Le seguenti indicazioni specificano quanto gia' stabilito a
        carattere generale e dal D.M. 18 marzo 2011.
        4.1 Modalita' Organizzative
        In ambito sportivo per garantire il corretto svolgimento della
        catena della sopravvivenza le societa' sportive si devono dotare di
        defibrillatori semiautomatici, nel rispetto delle modalita' indicate
        dalle presenti linee guida. E' stato dimostrato che nei contesti dove
        il rischio di AC e' piu' alto per la particolare attivita' che vi si
        svolge o semplicemente per l'alta frequentazione, la pianificazione
        di una risposta all'ACC aumenta notevolmente la sopravvivenza.
        L'onere della dotazione del defibrillatore e della sua
        manutenzione e' a carico della societa'. Le societa' che operano in
        uno stesso impianto sportivo, ivi compresi quelli scolastici, possono
        associarsi ai fini dell'attuazione delle indicazioni di cui al
        presente allegato.
        Le societa' singole o associate possono demandare l'onere della
        dotazione e della manutenzione del defibrillatore al gestore
        dell'impianto sportivo attraverso un accordo che definisca le
        responsabilita' in ordine all'uso e alla gestione dei defibrillatori.
        Le societa' che utilizzano permanentemente o temporaneamente un
        impianto sportivo devono assicurarsi della presenza e del regolare
        funzionamento del dispositivo.
        E' possibile, in tal modo, assimilare l'impianto sportivo
        "cardioprotetto" ad un punto della rete PAD (Public Access
        Defibrillation) e pianificare una serie di interventi atti a
        prevenire che l'ACC esiti in morte, quali:
        la presenza di personale formato, pronto ad intervenire
        l'addestramento continuo
        la presenza di un DAE e la facile accessibilita'
        la gestione e manutenzione del DAE
        la condivisione dei percorsi con il sistema di emergenza
        territoriale locale
        In tali impianti sportivi deve essere disponibile, accessibile e
        funzionante almeno un DAE - posizionato ad una distanza da ogni punto
        dell'impianto percorribile in un tempo utile per garantire
        l'efficacia dell'intervento - con il relativo personale addestrato
        all'utilizzo.
        I DAE devono essere marcati CE come dispositivi medici ai sensi
        della vigente normativa comunitaria e nazionale (Dir. 93/42/CEE,
        D.lgs n. 46/97).I DAE devono essere resi disponibili all'utilizzatore
        completi di tutti gli accessori necessari al loro funzionamento, come
        previsto dal fabbricante.
        Tutti i soggetti, che sono tenuti o che intendono dotarsi di DAE
        devono darne comunicazione alla Centrale Operativa 118
        territorialmente competente, specificando il numero di apparecchi, la
        specifica del tipo di apparecchio, la loro dislocazione, l'elenco
        degli esecutori in possesso del relativo attestato. Cio' al fine di
        rendere piu' efficace ed efficiente il suo utilizzo o addirittura
        disponibile la sua localizzazione mediante mappe interattive.
        4.2 Formazione
        Ai fini della formazione del personale e' opportuno individuare i
        soggetti che all'interno dell'impianto sportivo, per disponibilita',
        presenza temporale nell'impianto stesso e presunta attitudine
        appaiono piu' idonei a svolgere il compito di first responder.
        La presenza di una persona formata all'utilizzo del
        defibrillatore deve essere garantita nel corso delle gare e degli
        allenamenti.
        Il numero di soggetti da formare e' strettamente dipendente dal
        luogo in cui e' posizionato il DAE e dal tipo di organizzazione
        presente. In ogni caso si ritiene che per ogni DAE venga formato un
        numero sufficiente di persone.
        I corsi di formazione metteranno in condizione il personale di
        utilizzare con sicurezza i DAE e comprendono l'addestramento
        teorico-pratico alle manovre di BLSD(Basic Life Support and
        Defibrillation), anche pediatrico quando necessario.
        I corsi sono effettuati da Centri di formazione accreditati dalle
        singole regioni secondo specifici criteri e sono svolti in
        conformita' alle Linee guida nazionali del 2003 cosi' come integrate
        dal D.M. 18 marzo 2011.
        Per il personale formato deve essere prevista l'attivita' di
        retraining ogni due anni.
        4.3 Manutenzione e segnaletica
        I DAE devono essere sottoposti alle verifiche, ai controlli ed
        alle manutenzioni periodiche secondo le scadenze previste dal manuale
        d'uso e nel rispetto delle vigenti normative in materia di apparati
        elettromedicali.
        I DAE devono essere mantenuti in condizioni di operativita'; la
        batteria deve possedere carica sufficiente a garantirne il
        funzionamento; le piastre adesive devono essere sostituite alla
        scadenza.
        Deve essere identificato un referente incaricato di verificarne
        regolarmente l'operativita'.
        Gli enti proprietari dei DAE possono stipulare convenzioni con le
        Aziende Sanitarie o con soggetti privati affinche' gli stessi
        provvedano alla manutenzione delle apparecchiature, ponendo comunque
        i costi a carico del proprietario.
        Per i DAE posizionati in modo fisso in luoghi aperti al pubblico
        e' raccomandato, ove possibile, l'utilizzo di contenitori esterni con
        meccanismi automatici di segnalazione che si attivano al prelievo del
        dispositivo con segnalazione immediata alla Centrale Operativa 118.
        Il DAE deve essere collocato in luoghi accessibili e deve essere
        facilmente riconoscibile; il cartello indicatore della posizione del
        DAE con gli adesivi "Defibrillatore disponibile" e "AED available",
        deve essere ben visibile e posizionato all'ingresso.
        4.4 Informazioni sulla presenza del defibrillatore
        Le societa' sportive e, ove previsto, i gestori degli impianti
        sono tenuti ad informare tutti i soggetti, che a qualsiasi titolo
        sono presenti negli impianti (atleti, spettatori, personale tecnico
        etc.), della presenza dei DAE e del loro posizionamento mediante
        opuscoli e cartelloni illustrativi o qualsiasi altra modalita'
        ritengano utile (video, incontri, riunioni).
        4.5 Responsabilita'
        L'attivita' di soccorso non rappresenta per il personale formato
        un obbligo legale che e' previsto soltanto per il personale
        sanitario.
        La societa' e' responsabile della presenza e del regolare
        funzionamento del dispositivo.
        Definizioni:
        Arresto Cardiocircolatorio (ACC): interruzione della funzione
        di pompa cardiaca.
        Morte Cardiaca Improvvisa (Sudden Cardiac Death, SCD): morte
        inattesa di origine cardiaca (diagnosi post mortem). Si definisce
        testimoniata, se avviene entro 1 ora dall'inizio dei sintomi, o non
        testimoniata, se entro 24 ore dall'ultima osservazione in vita senza
        sintomi.
        Rianimazione cardiopolmonare: sequenza di manovre per il
        riconoscimento e il trattamento dell'ACC: comprende le compressioni
        toraciche (massaggio cardiaco esterno), le ventilazioni di soccorso e
        la defibrillazione esterna.

  9. Rispondi
    Giovanni

    1. Ci sono novità circa la scadenza per l'obbligo del defibrillatore?
    2. Sono già uscite le linee guida?
    Grazie per la risposta.

  10. Rispondi
    VaLe

    Ciao a tutti, da poco mi sto interessando di alcune a.s.d. gestite da alcuni amici. La prima a.s.d. ha una palestra nella quale si pratica soprattutto body building. Sulla base di una nostra precedente analisi, abbiamo inteso che nel nostro caso il certificato medico sia obbligatorio per cui lo chiediamo a tutti i nuovi associati. Tuttavia in alcuni casi stiamo avendo difficoltà ad averlo, sia perchè alcuni associati non vogliono sostenerne il relativo costo, sia perchè in alcuni casi sono i medici stessi a non volerlo rilasciare (per motivi che non sto qui a spiegare, ma che di certo non riguardano lo stato di salute del paziente).
    A. Come mi comporto nei confronti del socio che non porta il certificato nonostante le ripetute richieste?
    B. basta dimostrare di averglielo chiesto?
    Detto questo, vorremmo inserire nel regolamento la possibilità di svolgere 1 o 2 lezioni di prova. si tratterebbe di ingressi gratuiti, fruibili nel periodo che intercorre dalla presentazione della domanda di ammissione a socio alla delibera di ammissione da parte del consiglio direttivo (ci impegniamo comunque a deliberare ogni 15/20 giorni) o eventualmente anche prima della presentazione della domanda.
    Avevamo questi dubbi:
    1. intanto possiamo prevedere questa possibilità, posto che chi accede ai locali in questo modo non è ancora socio? noi non abbiamo la partita iva, ma in ogni caso non viene pagato nulla per questi ingressi.
    2. per evitare un aggravio di costi per l'aspirante socio, il certificato medico glielo chiediamo soltanto quando è deliberata l'ammissione, è corretto?
    3. e se però qualcuno si fa male prima che sia stata deliberata l'ammissione a socio (ad esempio durante il periodo di prova), a che responsabilità va incontro l'associazione? posso prevedere sul modulo di richiesta di lezione prova che l'associazione è esonerata da qualsiasi responsabilità?
    4. c'è qualche riferimento di legge che posso inserire?

    grazie anticipatamente!

    • Rispondi
      TeamArtist

      A. Non gli fa fare alcuna attività fisica. Se infatti capitasse lui qualcosa ne risponderebbe il Presidente (in caso di morte per infarto, ad esempio, verrebbe subito indagato per omicidio colposo).
      B. Assolutamente no. Dovete avere l'originale, in corso di validità, in sede!
      1. Si, ma: quale assicurazione copre eventuale infortuni? E, in ogni caso, senza certificato medico il Presidente è responsabile di qualsiasi cosa possa accadere.
      2. Si
      3. vedi A.
      4. Dipende... dove?

  11. Rispondi
    Milton Gomez

    Salve, sono socio tesoriere di ASD XXX di softair e vorrei domandare se sono previste agevolazioni fiscali per l'acquisto di questo defibrillatore, se il corso di formazione previsto per il suo utilizzo è gratuito e richiede delle competenze mediche.

    • Rispondi
      TeamArtist

      Non ci risulta siano previste al momento agevolazioni fiscali, nè che i corsi di formazione siano gratuiti. Si, sono richieste delle competenze mediche (che vengono acquisite seguendo i corsi di formazione).
      Ci sono però molti "pacchetti completi" offerti da Aziende e Associazioni di settore. Inoltre conviene sempre informarsi presso il proprio comune per sapere se pensano di attivare progetti e/contributi (o magari potete essere voi ad attivarvi perchè lo facciano).

  12. Rispondi
    Paolo

    Salve, sono un dirigente di una piccola a.s.d. di atletica, con una 30 di soci, ma senza sede sportiva e con sede legale presso il nostro commercialista per facilitare il suo lavoro.
    1. Vorrei chiedervi come dobbiamo comportarci con il defibrillatore..dobbiamo acquistarlo?
    2. E tenerlo dove visto che ognuno di noi va a correre e gareggiare dove vuole?
    3. Organizziamo 3 gare non competitive(le classiche gare di paese..) dobbiamo avere il defibrillatore?
    4. E in caso..chi lo usa se nessuno vuole fare il corso per non avere responsabilità essendo noi tutti volontari..?
    Grazie e buon lavoro.

    • Rispondi
      TeamArtist

      Salve, come per tutti gli altri vi consiglio di porre formalmente questa domanda alla vostra FSN o EPS cui siete affiliati (potete prendere spunto da una delle bozze che ho elaborato per i primi commenti di questo post).
      A parere mio (ma prendete le risposte con le pinze):
      1. Si
      2. Dovrà essere presente (esistono modelli portatili) durante le gare non competitive e durante le vostre sedute di allenamento ufficiali (se ne fate). Quando i vostri atleti andranno a competizioni di terzi, saranno questi a doversi preoccupare dei defibrillatori e non voi.
      3. Si, vedi risposta 2.
      4. Non è previsto che nessuno della Associazione non faccia il corso: a mio parere dovreste farlo tutti.

  13. Rispondi
    Dani

    Può una società mettere all'interno di un punto vendita ( es super mercato) un defribillatore a disposizione anche se non ha personale formato che ovviamente non può utilizzarlo?

    • Rispondi
      TeamArtist

      Non ne capisco lo scopo... in teoria si ma non ha molto senso. Sarebbe meglio promuovere un corso per l'uso almeno tra i lavoratori del punto vendita.

  14. Rispondi
    Ferdinando

    Egregi...
    IL defibrillatore non dovrebbe essere un obbligo ma una cosa morale averlo..Mi chiedo come mai l'idrante e l'estintore sono obligatori ei defibrillatore nò...Cosa aspettiamo che muoiano ancora delle persone??
    Cordiali saluti
    Tonini Ferdinando

  15. Rispondi
    fausto grassi

    Buongiorno a tutti, sono presidente di una piccola ASD che si occupa principalmente di insegnare la pallavolo ai ragazzi del nostro paese e siamo tutti volontari senza alcun tipo di compenso, per cui le responsabilità che ci assumiamo oggi sono notevoli e totalmente gratuite.
    Sono pienamente d'accordo dell'obbligo di avere a disposizione un defibrillatore in caso di bisogno ma oggettivamente ho difficoltà a trovare qualcuno che si prenda l'incarico e la responsabilità all'uso dello stesso.
    Inoltre avrei un dubbio da sottoporvi: come ASD affiliata al CSI vorremmo proporre un corso di ginnastica Pilates tesserando le persone come soci atleti (questo per obbligo di statuto), mantenendo ferma la nostra richiesta del certificato medico, il mio dubbio è: per Pilates è obbligatorio il certificato medico ?
    Ringraziandovi anticipatamente per una vostra opinione in merito vi saluto.
    Fausto Grassi

    • Rispondi
      TeamArtist

      Il certificato medico è sempre obbligatorio quando si fa attività sportiva. Se chi fa il corso di pilates non farà agonismo, potete non chiedere loro il certificato medico di tipo agonistico.

      Il servizio di risposta ai quesiti è GRATUITO ma prenditi questo IMPEGNO con noi:
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  16. Rispondi
    Vittorio

    Buongiorno, per prima cosa premetto di apprezzare molto il vostro sevizio news ma che lo seguo da poco quindi forse a questo quesito avete già risposto. Mi occupo di judo e spesso mi capita di partecipare a manifestazioni giovanili definite "meeting" o altro che in realtà si svolgono come vere e proprie gare con arbitri, podi, classifiche e medaglie. Non essendo i ragazzi di queste fasce d'età coperti con certificato medico agonistico vorrei capire cosa rischia chi organizza e chi partecipa a queste manifestazioni e se esiste un metodo evidente per comprendere quando una manifestazione è "agonistica".
    Grazie

    • Rispondi
      TeamArtist

      Partiamo da un presupposto. Se ad un atleta di una ASD capita qualcosa mentre sta facendo attività sportiva con voi, il Presidente viene immediatamente indagato per omicidio colposo.
      Il buon Presidente di ASD quindi dovrebbe pretendere da ogni suo atleta di produrre un certificato medico sportivo che valuti se è in grado di reggere qualsiasi sforzo agonistico o di allenamento.
      Il non farlo per far risparmiare qualche euro alla famiglia dell'atleta, dal nostro punto di vista, è pura follia: sia perchè si mette a repentaglio una vita umana, sia perchè si rischia di andare in galera. Consiglio quindi di prevedere come agonistica ogni attività atletica per la vostra massima tranquillità.

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      • Rispondi
        vittorio

        Il mio quesito verteva su un altro punto. L'attività agonistica per la mia federazione inizia al 12° anno di età. Per chi ha ancora 10 o 11 anni i centri di medicina dello sport rilasciano al massimo l'idoneità alla pratica sportiva non agonistica. Purtroppo però molte manifestazioni per i più giovani sono distinguibili da quelle dei più grandi solo da piccoli dettagli regolamentari. In caso di vertenza giuridica su quali basi un giudice può stabilire che una determinata attività è agonistica e quale invece no?

        • Rispondi
          TeamArtist

          Si parla di agonismo sportivo quando vi è competizione (cioè si gareggia contro altri sportivi) ed i praticanti devono adottare regole precise.
          Se il bambino gareggia contro altri bambini, se fossi un giudice, direi che sta facendo agonismo.

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  17. Rispondi
    Gioia

    Volevo chiedre ulteriori chiarimenti inerenti alla normativa del defribillatore, in particolare:
    1 non è chiaro se l'obbligio di legge sussite o meno e da quale norma è regolato( visto che non ritengo esaustive le spiegazioni contenute nel comma 11 D.Legge 158/2012) ?
    2 quali sono i corsi riconosciuti per essere abilitati e autorizzati all'uso del defribillatore semiautomatico?

  18. Rispondi
    Enrico

    Scusate ma credo ci sia un po' di confusione intorno alla norma citata(Balduzzi).
    Che il testo lasci qualche perplessità ed offra lo spunto per delle chiare delucidazioni mi pare doveroso, tuttavia vorrei farvi riflettere sui seguenti punti:
    1) la tutela di ogni atleta sia esso professionista,agonista,dilettante o amatore sia un fatto di BUON SENSO o se vogliamo di ETICA vera e propria. La vita di una persona credo sia + IMPORTANTE a prescindere dalla categoria sportiva di appartenenza, per cui tutelarla deve essere un OBBLIGO MORALE prima che legislativo. Cosa preferirebbero i genitori mandare i propri figli in una società sportiva o ASD dove non c'è un defibrilaltore o dove uno strumento così importante sia presente? Ragioniamo e se ne NECESSITASSE ns. figlio?!
    2) il 70% circa dei malori nello sport ha origini cardiovascolari quindi il defibrillatore diviene FONDAMENTALE al fine di salvaguardare una vita. il suo costo varia dai 1000 euro sino ai 2000 e noi vogliamo mettere in paragone la VITA di una persona? ma stiamo scherzando? Questa è una delle poche leggi che ha un SENSO, come la cintura in auto ed il casco.
    3) Ci sono aziende che ti aiutano ad avere il defibrillatore, se ci si organizza si possono spuntare prezzi molto + bassi ED ACCESSIBILI.
    4) Vi chiedo: ma vi pare giusto che vi siano società sportive che attendono il decreto attuativo per una cosa che dovrebbe essere dettata dal semplice buon senso?
    Personalmente ritengo che il costo sia, in buon parte dei casi, una scusa...NON GIUSTIFICABILE IN RAPPORTO AL BENEFICIO DI SALVARE UNA VITA, ma c'è di più, trovo anche giusto che società o ASD che vengano colte in futuro senza uno strumento/i così importanti siano soggette a MULTE salatissime. Forse non lo sapete ma ogni anno circa 50 ragazzi perdono la vita per queste ragioni, rifletteteci!
    CON LA VITA DEGLI ALTRI NON SI SCHERZA!

  19. Rispondi
    massimo tario

    ciao sono max .
    la mia federazione F.I.P.A federazione di pancrazio ,per chi non sapesse cosa è il pancrazio e una arte marsiale mista cioè che comprende tutte le altre arti marsiali come M.M.A .di mandato una mail a tutte le a,s,d, che a gennaio 2013 le a.s.d. devono essere munite di defibrillatore , e a questo proposito ha organizzato il corso RCP-D per tutti i suoi istruttori , al costo di 40€ da effettuarsi il 5 gennaio .
    il mio consulente non sa nulla la mia federazione fisioterapisti non sa nulla io non so nulla e non so cosa fare ,chi sa dirmi qual'cosa . grazie

    • Rispondi
      TeamArtist

      Salve, ad oggi non sono ancora state pubblicate le linee guida del Ministero della Salute a quanto ci è dato di sapere. Pur tuttavia le singole federazioni possono prendere le iniziative che ritengono più opportune verso i propri affiliati: ed un corso RCP-D (Rianimazione Cardio-Polmonare e Defibrillazione) è comunque sempre utile.

      Se la nostra risposta le é stata utile può andare su Facebook e mettere “mi piacesulla nostra pagina o post, oppure diventare nostro follower su Twitter.
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  20. Rispondi
    Settimo

    Torno a scrivervi con piacere e per porvi sempre la medesima domanda a voi che sicuramente ne sapete più di tutti...
    Mi è giunta voce che sono uscite le linee guida che prevedono l acquisto del defibbrillatore....sapete qualcosa??
    GRAZIE IN ANTICIPO

  21. Rispondi
    massimo tario

    Sono un maestro di arti marziali e anche fisioterapista/ osteopata. Penso che questo provvedimento porterà alla chiusura di moltissime associazioni sportive dilettantistiche piccole, come scuole di ballo, sale da ballo, associazioni di arti marziali, club di tutti i generi; dove i soci ci rimettono a mantenerle in vita e che sono la maggior parte delle associazioni in italia, dove veramente non c'e lucro. Perche già con gli affitti e le spese varie non si quadra e se non fosse per la passione avremmo già chiuso.
    Tutto perche ogni tanto qualcuno muore in relazione ad un'attività prettamente agonistica e lucrosa. Io penso che gli interessati si devono controllare da se, e noi responsabili di associazioni dobbiamo farci firmare una documentazione che ci esonera da ogni responsabilità se gli dovesse capitare qualcosa in cui noi non siamo responsabili, almeno che si tratti di allenamenti sbagliati, insomma noi non possiamo prenderci delle responsabilita che non sono di nostra competenza, saluti a tutti.

    • Rispondi
      TeamArtist

      In effetti c'è sicuramente un aggravio di costi per le Associazioni ma prima di fasciarci la testa, aspettiamo di vedere le linee guida ministeriali.
      Rispetto ai certificati, questi sono a carico degli atleti e non delle Associazioni. L'associazione, a nostro parere, è giusto che si preoccupi che i propri atleti siano in condizione di fare attività fisica.

    • Rispondi
      TeamArtist

      In effetti questi nuovi costi potrebbero essere insostenibili per le associazioni. Ma prima di fasciarci la testa aspettiamo le linee guida ministeriali.
      Il costo dei certificati medici, invece, ricade sugli atleti e a nostro parere è giusto che le Associazioni si preoccupino che siano in condizioni di fare attività sportiva.

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  22. Rispondi
    Marcello

    Ok Grazie !
    il "mi piace " è scontato 😀

  23. Rispondi
    Marcello

    Vorrei sapere se il certificato deve essere redatto dal Medico di Famiglia o da un medico sportivo.
    Mi riferisco in particolar modo ad attività non agonistiche, quale la pratica di difesa personale.

    Grazie
    Marcello

  24. Rispondi
    Settimo

    Innanzitutto grazie per la tempestiva risposta!Ovviamente non poteva mancare il famoso "mi piace" sulla pagina facebook,consigliata anche ad amici...un ultima domanda mi sorge spontanea a voi che sapete più di me: Si ha un idea di quando saranno ufficializzate le linee guida ministeriali in modo da avere una risposta a questi piccoli ma fondamentali dettagli?

    • Rispondi
      TeamArtist

      Grazie per il Like su Facebook!

      Dunque, ancora non si hanno date. Sarà comunque nostra premura avvisare tutti appena avremo qualcosa in mano.

  25. Rispondi
    Settimo

    Salve...
    Io faccio parte del direttivo di una A.S.D. e sapendo di questa nuova legge mi sono posto molte domande;
    Sicuramente è un ottimo decreto ma secondo me è il modo in cui viene "imposto" ad essere sbagliato...giustissimo il certificato medico come minima garanzia per ogni socio che fa parte dell' associazione ma arrivare al defibbrillatore mi sembra assurdo!Mi spiego: se il nostro presidente mettesse come sede legale casa sua,dovremmo avere il defibbrillatore li?e per far cosa?
    Dunque la mia domanda è: questo defibbrillatore (che ha un costo non da tralasciare) è obbligatorio proprio per tutte le A.S.D. O soltanto per quelle che,oltre alla sede legale,hanno una sede sportiva??

    Attendo con ansia una vostra risposta
    Saluti

    • Rispondi
      TeamArtist

      Come riportato nell'articolo mancano ancora le linee guida ministeriali che spieghino questi dettagli. In ogni caso, se vi sarà realmente l'obbligo il defibrillatore dovrà essere presente nelle più immediate vicinanze dei campi da gioco/ allenamento utilizzati dalla ASD. Idem per il personale abilitato all'uso. Ma è inutile fasciarsi la testa prima del tempo. Attendiamo di avere le informazioni che servono. A presto.

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      • Rispondi
        Luca

        FATE ATTENZIONE:
        La legge impone l'obbligo delefibrillatore solo per le SOCIETÀ sportive, non per le ASSOCIAZIONI! Sono due cose ben diverse.

        • Rispondi
          TeamArtist

          Carissimo Luca, purtroppo non è così. O, meglio, fino a quando non ci saranno le linee guida ministeriali non si saprà con certezza. La legge parla di "societa' sportive sia professionistiche che dilettantistiche". Perchè un atleta dovrebbe rischiare di morire per arresto cardiaco solo se fa sport in una Società Sportiva anzichè in una Associazione?
          In ultimo, nella legge la parola "società" è minuscola e dobbiamo ritenere che in questo caso "associazione" e "società" siano sinonimi. Ma, appunto, attendiamo le interpretazioni ufficiali del Ministero.

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          • Luca

            Ciao e complimenti per la rapida risposta.
            Condivido con voi il fatto che in un'associazione la salute non è meno a rischio che in una società, ma non si può risolvere sulla base di questa considerazione il fatto che le parole della legge indicano le sole società, forse tenendo conto del fatto che le a.s.d. tendenzialmente (almeno al di fuori dei casi elusivi e patologici in cui mascherano attività d'impresa con distribuzione di utili) hanno a disposizione meno fondi delle società sportive.

            Teniamo presente che nei casi in cui il legislatore ha voluto riferirsi sia alle società che alle associazioni, come nel caso delle agevolazioni fiscali, l'ha fatto in modo espresso.

            Non ci resta che aspettare i chiarimenti del ministero, ma visto il momento politico dubito che l'attesa sarà breve.

          • TeamArtist

            A nostro parere non è la differenza tra "Società" e "Associazione" che dovrebbe essere derimente. Crediamo infatti che un defibrillatore abbia più senso in una ASD calcistica di 1300 soci che in una Società Sportiva di calciobalilla di 20 soci. Crediamo cioè che sia più importante il tipo di sforzo a cui è soggetto l'atleta, più per "chi" faccia tale attività.

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    • Rispondi
      fabio

      Un informazione: sto organizzando mediante un ass. culturale un torneo di calcetto. Vorrei conoscere se:
      1- sono obbligato a farmi consegnare i certificati medici da parte di tutti gli iscritti
      2- se vanno bene anche i certificati fatti dal medico di base
      3- cosa e come posso tutelarmi da chi consegna certificati falsi
      4 - cosa rischio io essendo il presidente dell'associazione stessa

      grazie

      • Rispondi
        TeamArtist

        1. Si se non vuole correre enormi rischi ed incorrere in potenziali grane legali
        2. Purchè siano per attività sportiva e validi (hanno una scadenza)
        3. Non può ma in quel caso la responsabilità non è sua.
        4. Dipende dalla Assicurazione che avrà stipulato per le eventuali richieste di danni (mettiamo che un giocatore inciampi su un marciapiede sconnesso e si rompa i tendini; questi le chiederà i danni. E' coperto? E se una persona del pubblico si prende una pallonata in faccia e gli fa saltare un ponte dentario?) e per gli eventuali problemi medici dei partecipanti (si ricordi che se non dovesse chiedere i certificati e capitasse un infarto, lei sarebbe indagato per omicidio colposo).
        Per non correre rischi quindi: assicurazione blindata che copra ogni eventualità, controllo dei certificati medici a tutti (lei deve vedere l'originale e farsene consegnare una copia).