La provocazione sottesa al titolo di questo post è legittima. In Italia si fa un gran parlare di gerontocrazia, che non è una parolaccia, o meglio può anche esserla, ma non in termini denigratori. La maggior parte del nostro Paese è guidato, in ogni realtà, da persone che hanno più di 60 anni, gli spazi per le nuove generazioni sembrano utopie e per le generazioni attuali si tratta di spazi da conquistare con molta, molta fatica.
Anche nella realtà sportiva si nota il medesimo problema; lo spunto di riflessione arriva da un articolo apparso su un quotidiano nazionale il 20 settembre scorso, che ben identifica il problema partendo da una dichiarazione di Raffaele Pagnozzi, 64 anni, segretario generale del CONI: “I nostri atleti sono vecchi, tra i più vecchi del mondo. Il ricambio generazionale è importantissimo, da noi più che in qualsiasi altro paese”.
I nostri atleti saranno anche vecchi (non possiamo negarlo, alle ultime olimpiadi abbiamo avuto davanti un esercito di trentenni e abbiamo sussultato di stupore per le ginnaste e siamo rimasti sconvolti per l’oro della giovanissima Jessica Rossi nel tiro a volo), ma la domanda che bisogna farsi è: perché lo sono?
Si può ipotizzare che le mamme italiane non sfornino più i campioni di una volta, come viene ironicamente scritto nell’articolo sopracitato, oppure si può più intelligentemente riflettere su come venga portata avanti al giorno d’oggi la formazione dei giovani atleti, destinati ad essere il futuro dello sport nel nostro paese. Le opportunità di imparare e di formarsi per i giovani sono efficaci? Come ci si può lamentare di una generazione di sportivi “vecchia” quando poi ad occupare “le sedie del potere” non c’è nemmeno una persona sotto i 50 anni?
Ovviamente la domanda, anzi, le domande sono da girare a tutti i lettori di questo blog che sono invitati ad esprimere tra i commenti la propria opinione sul futuro dello sport e degli atleti in Italia. Siamo di fronte all’ennesimo caso, tipicamente italiano, in cui le “nuove leve” vengono schiacciate e messe da parte da un sistema gerontocratico, lo stesso che poi si lamenta di non avere giovani da cui attingere linfa?
Damiano Dalerba & Stefano Cabot
Direttori area noprofit di TeamArtist
HAI ANCORA DEI DUBBI? Scrivici qui di seguito i tuoi QUESITI (facendo un ELENCO NUMERATO di tutte le tue domande) e ti risponderemo GRATUITAMENTE dandoti la precedenza SE (ci vogliono solo 30 secondi):
1. avrai messo “MI PIACE” sulla nostra pagina Facebook: https://www.facebook.com/TeamArtist.Italy
2. avrai portato il mouse sopra il pulsante “TI PIACE” e selezionato “AGGIUNGI ALLE LISTE DEGLI INTERESSI”. Solo così continuerai a ricevere tutti i nostri aggiornamenti (senza far ciò non vedrai circa il 60% di ciò che pubblicheremo!)
3. ci avrai chiesto l’amicizia. Clicca qui: https://www.facebook.com/Associazioninonprofit.