Ottimo, hanno fatto tutte le stupidaggini che ci aspettavamo. Con la delibera di Giunta n°IX/4717 del 23/01/2013 la Regione Lombardia ha determinato “LE LINEE GUIDA REGIONALI SULL’UTILIZZO DEI DEFIBRILLATORI SEMIAUTOMATICI ESTERNI (DAE) E SULL’ATTIVAZIONE DEI PROGETTI DI DEFIBRILLAZIONE SEMI-AUTOMATICA SUL TERRITORIO LOMBARDO”. Se volete scaricarvi e leggervi l’intera delibera potete farlo qui:
Voi capite che una Giunta Regionale, ormai prossima alle elezioni, completamente screditata da comportamenti che definire “dubbi” è fin un complimento, aveva l’ANSIA di essere la prima regione italiana a recepire quanto disposto dal Decreto Sanità del Ministro Balduzzi (Governo Monti). Potete leggere qui i nostri vecchi post nel merito.
Ma veniamo agli obblighi che interessano i nostri lettori. Cosa dovrebbero fare da subito TUTTE le società sportive lombarde? E per TUTTE, intendiamo TUTTE. Non si fa infatti alcuna distinzione tra la società sportive che promuovono uno sport di enorme sforzo fisico, e quelle di Yoga, Scacchi, Biliardo (prima stupidaggine).
“In accordo con quanto previsto dal DL 158 (13 settembre 2012), si rende obbligatorio per Regione Lombardia che ogni società sportiva, sia professionistica che dilettantistica, disponga di un numero sufficiente di affiliati addestrati alle manovre di rianimazione cardiopolmonare di base e abilitati all’utilizzo dei DAE tali da consentire la presenza in ogni attività sportiva di almeno una persona addestrata ed abilitata all’uso del DAE.“
Ma andiamo avanti e leggiamo la seconda stupidaggine, quali sono i luoghi in cui si raccomanda la presenza dei DAE (defibrillatori semi-automatici esterni): “obbligatoria la presenza di un DAE presso società sportive sia professionistiche che dilettantistiche e all’interno di impianti sportivi, secondo quanto previsto dal Decreto Legge Sanità n. 158 (13 settembre 2012) nonché durante lo svolgimento delle attività sportive”.
E che diavolo vuol dire? All’interno delle sedi legali? All’interno delle sedi operative? Come si definisce un “impianto sportivo”? Le “società sportive” sono anche le “Associazioni Sportive Dilettantistiche”? Cosa facciamo, li installiamo nelle case dei Presidenti delle ASD (dove ci sono moltissime sedi operative), negli studi dei commercialisti (dove ci sono una gran parte delle sedi legali) o nelle palestre delle Scuole (la gran parte degli impianti sportivi che utilizziamo)? E durante lo svolgimento dell’attività sportiva? Se porto dei bambini in gita sui pony nel mio centro ippico, devo portarmi nella sacca del cavallo un defibrillatore?
Ovviamente, invece, si evita con cura di dare le uniche informazioni utili (e quindi non chiedetecele tra i commenti perchè sarebbe inutile): da quando si dovrebbe ritenere obbligatoria la presenza dei defibrillatori e delle persone formate all’uso?
Cerchiamo di far passare la voce. Contattate i consiglieri regionali della vostra Regione. Fate leggere loro questo post e spiegategli che il Mondo Sportivo è molto più multiforme di quanto possa immaginare chi ne è all’esterno. Evitiamo che questi errori si ripetano anche in altre Regioni.
Nessuno è contrario ai defibrillatori. Ma che siano posizionati con intelligenza, dove e quando serve. Che siano maneggiati non da sprovveduti. Altrimenti sarà solo un’altra di quelle cose fatte all’italiana in cui tutto pare essere fatto per “ingrassare” qualche lobby di fornitori di dispositivi medici (guarda caso ciò accade proprio in Lombardia, dove gli scandali sanitari sono all’ordine del giorno ormai).
Damiano Dalerba & Stefano Cabot
Direttori area noprofit di TeamArtist
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Salve, anch'io sono in difficoltà per i defibrillatori.
Qualche domanda:
1) obbligo per le asd o per i proprietari dei muri (se la asd e in affitto). ?
2) ci deve essere sempre presente in sede un abilitato all'utilizzo?
3) quali le sanzioni?
4) esistono affitti dei Defibrillatore o bisogna comprarlo nuovo? Hanno un costo elevato.
Grazie
1) Dipende, se il locale è affittato a una sola associazione, allora l'onere ricade sull'associazione stessa. Se invece il locale è condiviso da più associazioni, può essere acquistato in condivisione dalle stesse, accordandosi tra loro, oppure può essere acquistato dal proprietario del locale, aumentando poi il canone di affitto.
2) Sì.
3) Si rischia di cadere nel penale, nel caso succeda qualcosa a qualche atleta e nessuno dei presenti sappia usare il defibrillatore...
4) Ancora non abbiamo indicazioni a riguardo, se doveste avere news fateci sapere.
buon giorno volevo farvi una domanda per quanto riguarda i defribrillatori quale è la data di scadenza per le palestre di avere l obbligo di averlo in dotazione,
aspettando una vostra risposta vi ringrazio anticipatamente.
Saluti
Luca
è già obbligatorio.
la presenza dei defibrillatori semiautomatici per l'attività sportiva va intesa:
solo durante lo svolgimento di partite,
anche per allenamenti:
per quali categorie? anche per il minibasket e per le attività svolte nelle scuole, sia in orari curricolari e non.
Vi ringrazio e attendo chiarimenti in merito.
Giovanni
Sempre, in ogni caso e per tutti!
Carissimo Damiano, essendo io ANCHE un Tecnico della Prevenzione operante presso un'ASL - Servizio di Medicina dello Sport - capirai come l'argomento sicurezza sia il mio pane quotidiano. Ma vengo al dunque: 1° quesito: Obbligo dei Dae (Defibrillatori) per le società sportive;
1. cosa succede se la società in questione non ne è dotata? Lasciando da parte le questioni (eventuali) di origine penale, manca il decreto attuativo della legge stessa. Non è prevista una sanzione di natura amministrativa a chi ne è privo, o sbaglio?
2°: perchè la norma parla solo di società sportive? E le scuole? Una piccola dimenticanza? Fai bene a sottolineare che la norma si applica anche alle società di: scacchi, bocce, ecc. . Ma chi ci rappresenta in Parlamento? Sono abbastanza scoraggiato... Cordiali saluti
1. Non sbagli. Ma io mi preoccupo MOLTO di più dei rilievi di tipo penale.
2. Sono scoraggiato anche io... ma è così. Purtroppo.
Buongiorno, volevo sapere se ci sono delle novità in merito all'obbligo del defibrillatore per le Associazioni Sportive Dilettantistiche (in Lombardia o in Italia in generale)
Finora ho trovato solo notizie contraddittorie.
Grazie
Le ultime sono queste. L'obbligo scatta il 20 gennaio 2016.
Il decreto Balduzzi è già pubblicato da qualche mese sulla G.U.
L'AED non è uno strumento pericoloso se utilizzato da personale competente e correttamente formato.
Poche e semplici manovre eseguite correttamente, combinate con l'utilizzo di questo strumento, possono salvare tante vite, e già tante ne hanno salvate!!!
Tra l'altro leggendo velocemente i post ho visto che qualcuno parla di cifre come 4.000€... vorrei smentire chi ha scritto ciò è mettere al corrente che gli AED costano molto meno!!!! C.a. 900/1.000€, parlo con cognizione di causa, dato che lavoro in una azienda che produce articoli e apparecchi per medicina, tra cui defibrillatori semiautomatici.
Tra l'altro il dispositivo che abbiamo lanciato sul mercato quest'anno, ha una caratteristica peculiare che spero sia imitata presto da altri produttori, ovvero la piastra universale adulto/pediatrico... che riduce sensibilmente i tempi di intervento e anche i costi di acquisto di 2 differenti piastre come avveniva prima.
Ho letto anche di chi ha parlato di manutenzioni mensili... non è corretto ciò, il defibrillatore deve essere sottoposto a verifica periodica annuale.
Salve a tutti, è la prima volta che scrivo. Non scendo nel merito di giudicare se la legislazione corrente e queste norme siano utili/precise/giuste o sbagliate. Faccio una domanda un pò più tecnica. Sono già in vigore dei termini di legge che obbligano le società al possesso di tali attrezzature e riguardo al personale abilitato al loro uso?
Faccio parte di una A.S.D. calcistica in provincia di Varese.
Grazie per la risposta
Siamo in attesa della pubblicazione sulla gazzetta ufficiale delle linee guida del ministero della Salute. Appena avverrà faremo subito un post ad hoc. Continui a seguirci!
Gentile staff buonasera,
ho scoperto per caso il vostro sito e mi piacerebbe registrarmi.
Tuttavia oltre alla modalità di registrazione, Vi chiedo gentilmente una consulenza.
Da circa 2 anni appartengo ad un'associazione di volontariato ONLUS (che agisce nel campo animalista e specificatamente nel settore degli animali da compagnia legati al fenomeno del Randagismo), ultimamente però mi è sorto un dubbio, legato alla necessità di congedarmi dal sodalizio per alcuni dissidi con il presidente (ahimè). Tale dubbio è relativo al reale stato attuale dell'associazione e alla conseguente posizione dei soci all'interno del gruppo e quindi alla mia posizione, dato che da più di un anno non vengono richieste quote associative (non vengono firmati e ufficializzati verbali delle riunioni, ecc..), le domande specifiche sono:
1)l'associazione può essere considerata attiva anche se non vengono
espletate le funzioni su riportate (bilanci annuali, quote dei soci,
verbali di riunione,ecc)?
1a)Potrei da normale membro o cittadino conoscere l'attuale
situazione dell'associazione e come?
2)Supponiamo che l'associazione non sia fittizia ma attiva, come
potrei fare a conoscere la mia reale appartenza?
2a)Esiste un libro dei soci che potrei consultare, senza passare da
una richiesta al presidente o al direttivo?
3)Nel caso fossi ancora socio e tutto fosse in regola, quale sarebbe
la modalità di recesso o una via riconosciuta, che sia immediata e
burocraticamente snella?
Vi ringrazio anticipatamente e rimango a disposizione.
Alessandro.
1) Non esiste lo status di associazione "attiva" o inattiva. Le Associazioni possono non far nulla, ma devono adempiere a tutta una serie di obblighi formali. Non fare nulla significa produrre un danno di cui dovrà rispondere il Presidente.
1a) Da socio può chiedere tutta una seria di documenti al Direttivo, meglio se in Assemblea Soci.
2) Chiedendolo formalmente.
2a) Il Libro Soci esiste ma per la legge sulla Privacy non può vederlo senza fare una formale, motivata, richiesta al Direttivo.
3) Deve fare una formale lettera di recesso, meglio se spedita con raccomandata con ricevuta di ritorno.
Il servizio di risposta ai quesiti è GRATUITO ma prenditi questo IMPEGNO con noi:
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Tutto sommato per me, Romano, è consolante: credevo che la capitale del malaffare fosse "Roma ladrona", invece all'ombra del Pirellone riuscite a farci arrivare perlomeno secondi!
Battutacce a parte. Solita commedia all'Italiana. Oltretutto mi sembra di capire che gli arresti cardiaci durante l'attività sportiva sono quelli che fanno notizia, ma in realtà si verificano in qualunque situazione. In particolare l'unico cui ho assistito si è verificato durante un matrimonio. Quindi la logica dovrebbe essere quella di mettere i defibrillatori dove c'è più gente e non di vessare le società sportive. Tanto per fare un esempio, in primissimo luogo dovrebbero essere disponibili nelle vie e nelle piazze più frequentate, nelle medie e grandi aziende, sulle spiagge ...
buongiorno.
i complimenti d'obbligo per il vostro lavoro.
vi chiedo: abbiamo organizzato una gara di judo con circa 200 partecipanti e nonostante il vicepresidente e il presidente non volessero, noi altri organizzatori abbiamo imposto la presenza del medico e dell'ambulanza.
per buon senso l'abbiamo fatto, ma esiste un riferimento di legge in proposito
grazie molte dell'attenzione
Prima di tutto, complimenti, avete fatto benissimo. Ciò posto non esiste un obbligo normativo specifico ma... spesso le stesse Federazioni hanno obblighi di questo tipo nei Regolamenti cui devono sottostare le ASD affiliate (provate quindi a chiedere alla FIJLKAM). Esistono poi norme regionali specifiche: ad esempio la Regione Lombardia impone (ad oggi) l'ambulanza nelle competizioni sportive su strada, ma non per quelle al chiuso.
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Qualcuno ha scritto delle cose anche interessanti altri un pò meno.
La colpa però purtroppo è dovuta al fatto di non conoscere bene le leggi e soprattutto il prodotto.
Per chi lo conosce il DAE (Defibrillatore automatico Esterno),che poi automatico non è, sa che non c'è niente da temere.Voglio dire che se anche un laico dovesse utilizzarlo con scarso successo, questo non sarebbe perseguibile penalmente. Tutte le registrazioni che effettua la macchina subito dopo l'accensione ed il collegamento degli elettrodi serviranno successivamente al personale sanitario per studiare meglio l'intero decorso della cardiopatia sopravvenuta.
Perchè comunque provarci è sempre meglio che lasciare andare il malcapitato incontro a morte sicura.
In realtà in commercio ne esistono anche di monouso a circa 800 euro più IVA . In media si trovano tra i mille e 1200 euro più IVA anche alcuni prodotti molto buoni.
Le batterie durano dai 4 ai 7 anni e le piastre invece si cambiano ogni 30 mesi per l'esattezza.
La garanzia per i DAE varia da produttore a produttore e può arrivare anche a 10 anni che non è poco.
Questa è la realtà...Ed i corsi per imparare ad usarli e diventare esecutori di BLSD costano all'incirca 70 euro.
Spero di essere stato abbastanza chiaro e che possiate fidarvi di uno che ci lavora.
Ogni anno solo in Italia muoiono cc. 70.000 persone per morte cardiaca improvvisa, provate a pensare a quante di queste persone si potrebbero salvare con l'utilizzo dei defibrillatori semiautomatici, provate a pensare a quanti bambini, ragazzi, adulti ogni giorno svolgono attività sportiva, molto spesso senza nessun controllo o quasi e capirete che bisogna fare in modo che non sia una imposizione di legge come in questo caso a costringerci a prepararci ad essere pronti in un caso di morte cardiaca improvvisa, ma dovrebbe essere la cultura della vita e la voglia di sentirsi pronti anche in casi così drammatici, perchè l'utilizzo di un defibrillatore semiautomatico è semplice ed efficacie; Non mi vorrei mai trovare nei panni di qualche dirigente sportivo che non ha ottemperato alle normativa, non solo per i risvolti legali, ma sopratutto per quelli della propria coscienza. Il mondo dilettantistico e sportivo possono dare un notevole contributo alla crescita culturale di questa ormai strana ed egoista società.
Fra tanto allarmismo, sono andata a dare un'occhiata nel sito della CRI:
http://cri.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/2234
A parte l'intrinseca utilità di scaricarmi il materiale presente per sapere esattamente quale sia lo stato dell'arte a livello di soccorritori, mi sembra di capire che comunque sia chiaramente richiesto un corso specifico, ovvero possono intervenire solo le persone che sanno cosa fare (come sempre per il soccorso, i volontari non sono medici, però hanno ricevuto adeguata istruzione).
Quindi, chi ha paura di "responsabilità" o gli fa impressione il sangue, non è obbligato a seguire corsi, ottenere certificazioni o salvare vite. per chi invece "osa rischiare" acquisendo le dovute abilità, mi sembra il minimo che gli si metta a disposizione l'attrezzatura. Al massimo, resterà inutilizzata per mancanza di operatori... ma ben peggio sarebbe se, presenti persone in grado di agire, mancasse lo strumento!
Avete mai visto un DAE in azione? Fornisce chiaramente le varie istruzioni e distingue le situazioni in cui scaricare o no. Il problema è che è una "cosa nuova" (per lo meno nel contesto extra-sanitario) e come tutte le cose nuove fa paura, fa discutere, rompe con le abitudini. Penso a quanto è stata lenta e faticosa l'accettazione delle cinture di sicurezza in auto, tanto da dover richiedere l'introduzione di sanzioni per promuovere uno strumento di indubbia utilità. I DAE dovrebbero diventare, come detto da qualcuno, come gli estintori. Spero che nessuno si rifiuti di usare un estintore se necessario perché complicato o per paura di "responsabilità". Se non è il senso civico a muovere le persone, lo sia almeno la considerazione che tutti, bambini adulti e anziani, possiamo essere i potenziali usufruitori di un defibrillatore. Su tutto ciò che concerne gli aspetti economici, invece, concordo con chi si lamenta che le spese debbano ricadere sulle società/associazioni.
Ad Ascoli Piceno sono ormai diversi anni che un DAE è presente negli impianti sportivi.
Per il suo uso sono stati "trainati" dirigenti, allenatori e chi, membro della società, ne faceva richiesta.
Il tutto gratuitamente per le società, con tanto di re-training annuale, grazie alla lungimiranza dell'assessorato allo sport del Comune di Ascoli Piceno.
Sono dirigente di uno sci club. Che vogliamo dire dell'uso del defribrillatore nel nostro caso? Me lo metto nello zainetto e rincorro sulle piste tutti i miei soci in attesa che a qualcuno gli venga un attacco cardiaco? E una volta defibrillato che ci faccio con il socio?
Mi sembra proprio un'assurdità. Forse c'è qualcuno che ha bisogno di vendere tali apparecchiature.
Bisogna solo capire perché quando si parla di dover spendere da un minimo di €.500,00 circa ad un massimo di €.1.500,00 circa....per salvaguardare la vita di chi pratica sport NON PENSIAMO INVECE AD INVESTIRE ALTRETTANTE RISORSE PER DOTARCI DI UNA RETE DI PUBBLICI DEFIBRILLATORI (COSTI TOTALMENTE DEDUCIBILI)......ma perché si vuole rimanere ottusi.
CHIARO se per una pizza ed una birra possiamo spendere anche €20.00......
COMUNQUE IL PROBLEMA INVECE E' CHE CHI USA IL DEFIBRILLATORE DEVE ESSERE "PATENTATO" ISTRUITO CON RICONOSCIMENTO.
INVECE QUA! AVREMMO BISOGNO D'ESTENDERE INEQUIVOCABILMENTE ALLA POPOLAZIONE GENERALE LA POSSIBILITA' DI CERCARE NEL SALVARE UNA VITA UMANA...... e poi .......
Sono perfettamente d'accordo con lei sulla necessità di avere dei presidi sanitari di pronto intervento ma vorrei porle una domanda.
ad esclusione delle società professionistiche che hanno una unica sede per gli allenamenti e possono permettersi di avere anche un ambulatorio medico per tutte le evenienze . quelle società che hanno tre o quattro squadre che si allenano contemporaneamente i 3 o 4 palestre a distanza raguardavole (e sono sempre quelle più piccole che vanno dalla 2° div. alla C regionale o nazionale) che devono fare?
Io come dirigente sportivo propongo per il bene dei ragazzi di chiudere tutte quelle società sportive che per ovvie ragioni logistiche e economiche non possono permettersi tale investimento e affidare allo stato, tramite le scuole (vedi college americani e anglossasoni) lo sport giovanile questa non è una provocazione ma un dovere che lo stato dovrebbe assumere nei confronti dei giovani per la loro crescita fisica e morale (lasciamo perdere quest'ultima visti gli ultimi eventi).
Sulla temetica in argomento, sarò molto telegrafico. Qualsiasi tipo d'intervento dev'essere demandato a professionisti del settore.
Viceversa, in Italia, vigendo l'iter del "fai da te", si conferisce la "patente" a soggetti che nulla hanno a che vedere con la drammaticità dell'intervento.
Siffatte procedure legislative sono la punta dell'iceberg della irresponsabilità!!!!!
Ogni ulteriore commento lo ritengo superfluo.
Quando dovrebbe entrare in vigore l'obbligo del defibrillatore?
La nostra ASD svolge dei corsi con più istruttori in varie palestre e in alcuni giorni della settimana delle lezioni sono in contemporanea. Questo significa che ci dovremmo dotare di un defibrillatore per ogni corso? Non sarebbe il caso che l'obbligo sia di istallare un defibrillatore in ogni palestra, al quale abbiano accesso solo persone istruite all'utilizzo e che le società sportive fossero obbligate esclusivamente a formare tali persone?
vi spiego come stanno le cose con il defibrillatore :
costa in media 1500€ le batterie vanno cambiate a seconda delle marche ogni 4 0 5 anni al costo 200-300 € le placchette scadono ogni 6 mesi indifferentemente se sono state usate oppure no, e costano dai 40 ai 60 € e non si deve fare manutensione ti dice in anticipo quando cambiare le batterie , ma oltre a questo la cosa inquietante e che durante le operazioni di defibrillazione oltre a darti le indicazioni di come procedere , registra tutto quello che succede intorno al paziente in una specie di scatola nera che al momento opportuno sarà usata in tribunale .
inoltre abiamo bisogno oltre il defibrillatore ,anche il pallone ambu con bombola di ossigeno per la respirazione artificiale ammenoche uno non la voglia fare bocca bocca. e proprio una bella responsabilità tenuto conto che con uso del defibrillatore si salvano solo il 30% dei pazienti se si interviene nei primi 5 minuti perche dopo i primi 5 minuti sino ai nove minuti si avranno dei danni e dopo i 9 minuti si avra la morte.
Una bella responsabilità ... Ma che ragionamento è? Meglio lasciar morire le persone? E se quella persona fosse Lei?, o un suo caro? Riguardo alla bocca-bocca o più in generale al supporto ventilatorio, ricordo che preponderante importanza viene sempre più data alla "hands-only cpr", ovvero soltanto massaggio (e defibrillazione, ove disponibile).
Medico
costa in media 1500€ le batterie vanno cambiate a seconda delle marche ogni 4 0 5 anni al costo 200-300 € le placchette scadono ogni 6 mesi indifferentemente se sono state usate oppure no, e costano dai 40 ai 60 € e non si deve fare manutensione ti dice in anticipo quando cambiare le batterie , ma oltre a questo la cosa inquietante e che durante le operazioni di defibrillazione oltre a darti le indicazioni di come procedere , registra tutto quello che succede intorno al paziente in una specie di scatola nera che al momento opportuno sarà usata in tribunale
Riporto parte delle sue affermazioni e resto basito da come una scarsa informazioni possa generare ulteriore scarsa informazione tra chi legge.
Innanzitutto i costi.....
E' possibile trovare defibrillatori di Marche note a prezzi che si aggirano su 1000,00 euro
Le piastre costano sui 20-25 euro
Le dò ragione sulle batterie
La registrazione è solitamente utilizzata per fini statistici e non ho mai sentito che fosse utilizzata per "accusare" qualcuno che ha utilizzato per "stato di necessità" un defibrillatore.
Fermo restando che la macchina se non deve "erogare la scarica" non c'è il rischio che avvenga il contrario
Posso testimoniare che la "scatola nera" è stata utilizzata dall'Autorità Giudiziaria per fini ben più "importanti" di quelli che lei vorrebbe far credere.....
Nel caso Morosini la registrazione è stata utilizzata per verificare l'elettrocardiogramma....
In un caso di omicidio addirittura è stata utilizzata per decifrare il nome dell'assassino.....
In Italia ogni anno 60.000 persone muoiono per arresto cardiocircolatorio, in casa, al lavoro, al cinema, a teatro, durante l'attività sportiva, ecc ecc......
Vuol dire che in un gruppo di 1000 persone 1 potrebbe essere colpita da arresto cardiocircolatorio
Non importa se sei una delle 999 o se hai la sfortuna di essere il numero 1
Quello che però ti chiedi se il numero 1 è un tuo conoscente, amico, congiunto, fratello, figlio ecc ecc....
Quello che ti chiedi è "possibile che non si poteva fare niente, possibile che i soccorsi non sono arrivati, possibile che....."
A me purtroppo è capitato, un amico si stava allenado in palestra, ha avuto un mancamento, nessuno sapeva cosa fare, l'ambulanza è arrivata si, ma era un "mezzo di base"....
Se ci fosse stato un defibrillatore disponibile, oggi un ragazzo che dieci anni fà aveva 20 anni oggi sarebbe qui a raccontare, una storia diversa da quella che le ho sintetizzato
Buona giornata sig Massimo
Commento che denota disinformazione e approssimazione. Salvare una vita non è mai una perdita di tempo.
Io sono socio e consigliere di una compagnia di tiro con l'arco Associata FIARC?
Abbiamo una novantina di soci, ognuno di noi ha la chiave del campo di tiro e può frequentarlo quando e come vuole.
È normale durante i giorni feriali, che ci siano soci che sfruttano eventuali tempi di pausa su lavoro o altro, per allenarsi. Spesso in solitudine. Che si fa in merito alla questione defibrillatore? Certo nei giorni di sabato e domenica ci sono parecchi arcieri in contemporanea, ma nei giorni feriali la presenza è per la maggior parte fatta da pensionati ... spesso soli, che si fa?
Innanzitutto i defrillatori dovrebbero essere posti in ogni posto pubblico e in primis nelle palestre,nei e dove si svolgono attività sportive agonistiche.i tesserati dovrebbero tuttal più fare i corsi adeguati per l'utilizzo che del resto e' molto semplice ... e' assurdo che debbano comperarli le società e soprattutto le ASD
La domanda del sig. Baraldi è molto interessante e per niente scomoda.E' chiaro che stiamo a discutere come ridurre la mortalità e non certo come annullare la mortalità da arresto cardiaco. Conosco il campo da golf ed il golf per quello che ho visto su Sky. Se io avessi la voglia e la necessità di proteggermi ed avessi una di quei accompagnatori che portano le mazze, metterei un defibrillatore nel carrello o nella sacca e farei fare corso e retreening all'accompagnatore.Altre possibilità possono essere un defibrillatore nelle piazzole di tiro e gli addetti esperti in rianimazione cardiopolmonare di primo soccorso fino all'uso di defibrillatori. Chi si muove da solo non ha ovviamente possibilità di essere assistito in caso di arresto cardiaco, ma se tutti o molte persone del circolo fossero laici rianimatori di primo soccorso aumenterebbe la possibilità di essere rianimati evitando di non far niente fino all'arrivo del 118. In questo caso sarebbe utile che nelle sacche dei giocatori o in posizioni strategiche del campo ci fossero tanti defibrillatori.
Costano poco ( quelli che abbiamo messo ad Orvieto cittacardioprotetta costano intorno ai 1200 euro ma per le sacche si puo' far meglio facendo attenzione a non sbagliare ) e sono convinto che soci, famiglie dei golfisti, ecc. sarebbero ben lieti di partecipare alla realizzazione del progetto.
Sono molto interessato alla cosa. Non ho mai ragionato per un golf. Ma la filosofia della lotta all'arresto cardiaco e della defibrillazione precoce è sempre la stessa. Nessuno potrà pretendere la risoluzione certa di un evento così drammatico, ma essere attrezzati ad affrontarlo è sicuramente una cosa indispensabile oltre che ad un atto di civiltà e solidarietà.
Giampiero Giordano, cardiologo,progetto Orvieto cittacardioprotetta
Le norme devono entrare in merito della probabilità di arresto cardiaco che è legata alla frequentazione di un luogo. Poco conta se si fa uno sport più o meno importante. Direi che un defibrillatore sta bene vicino all'estintore in qualsiasi luogo, anche dove si gioca a dama.Ricordiamo che una percentuale alta di arresti cardiaci avviene proprio nelle case. Un famoso allenatore ( mi sfugge il nome ) è morto in diretta televisiva, Dalla è morto nella camera di albergo, lo spettatore di Italia-Francia rugby era seduto sugli spalti quando è stato colpito da arresto cardiaco ( e defibrillato ).
Certamente la morte di chi sta a casa o passeggia per strada o gioca a dama non fa notizia e non va sui giornali specie se l'età non è più giovanissima. Una morte nello sport invece... Ma la cosa su cui ragionare è che l'arresto cardiaco è frequente, può avvenire dovunque, anche in soggetti apparentemente sani o sani. Per cui più defibrillatori e laici rianimatori.
Giampiero Giordano, cardiologo,progetto Orvieto cittacardioprotetta
la ns asd si trova all'interno di un palazzetto dello sport Comunale.
all'interno di questo palazzetto ci sono 4 palestre date in affitto a giorni alterni a 8 Società pomeridiane ( 4 lun mer e ven ed altre 4 mar gio e sab) piu altre 8 società che operano ,sempre a giorni alterni , la mattina in piu il salone centrale del palazzetto è spesso adibito a sala ballo x anziani ( quest ultima associazione sicuramente non è sportiva ma ha a che fare con gli anziani .... avrà anch essa l'obbligo del defribillatore?)
ogni singola società dovra avere il proprio defribillatore? 16 società in un unico palazzetto
il comune è tenuto a dotare l'impianto sportivo del defibrillatore?
ad ogni gara sportiva alla quale si partecipa bisognera portarsi dietro il defibrillatore?
100 società 100 defibrillatori in una gara??
un bel casino.....
e tutte le società fantasma che sono obbligati a tesserarsi con gli EPS ma che non hanno nella realtà nessun statuto ne organizzazione, che si organizzano per partecipare a tornei amatoriali cittadini di calcetto che fine faranno??
Vorrei porre una domanda scomoda riguardo la faccenda dei defibrillatori.
In un campo da Golf che, come tutti saprete, si estende su superfici non certo piccole: dalle poche decine di migliaia di mq. dei campi pratica (come il nostro) alle centinaia di migliaia dei grandi campi da gioco. Ora, parlando del mio caso, come posso organizzarmi, non tanto per posizionare il defibrillatore, quanto ad adoperarlo? Capita spesso che ci siano pochi giocatori in campo ed è probabile che non siano li insieme, ma ognuno per conto suo. Se una persona sta male nei pressi di una buca, mentre gli altri sono ad allenarsi dalle piazzole di tiro, come facciamo ad intervenire? E anche se si riuscisse ad individuare il malore, ora che vado a recuperare un defibrillatore e lo porto dove serve passano minuti preziosi, se poi abbiamo anche la sfortuna che in quel momento non ci siano esperti che riescono ad adoperarlo velocemente, quante probabilità ha il paziente di farcela e in che situazione si troverebbe la nostra associazione sportiva dilettantistica?
P.S. il circolo si trova in Emilia Romagna a Mirandola (zona terremotata) quindi ancora non abbiamo le linee guida ma, per come la vedo io, questa normativa potrebbe essere fatale per situazioni come la nostra che si trovano in tutta Italia.
Cordiali Saluti
Giorgio Baraldi
Ci saranno sicuramente delle "lacune" in questo decreto e nella legge Balduzzi, ma lo spirito dell'iniziativa è chiaro e lodevole. Cerchiamo di metterci un attimo nei panni dello sportivo dilettante (come me) o del genitore, non solo di chi organizza o fa quadrare i bilanci di una società sportiva (anche se a ben vedere potrebbe far piacere snche a loro se il ragazzino col soffio al cuore non ci rimane secco sul proprio campetto di calcio, giusto?). Per anni ho fatto regate in barca a vela in circoli velici ricchissimi che rognavano anche solo per mettere a disposizione, per l'assistenza in acqua, un gommone ogni 15 barche, altro che un defibrillatore! Dico solo: prendiamo questo obbligo come una grande opportunità di rendere lo sport ed il tempo libero più sicuri per tutti. Non importa se i decreti sono fatti "all'italiana", sta poi alle persone avere la responsabilità del il buon senso di applicarlo. Un dae puó salvare una vita: per me non ha prezzo. Ciao
Noi ciclisti del Cicloclub Nociglia, operanti in tutta la Puglia, chiediamo di rivisitare questa legge perché è stata decisa con poca analisi della situazione reale dei vari sport. Ad esempio nella disciplina del ciclismo vi sono diverse variabili da tenere in conto: Per chi si allena in un circuito stabile durante l'anno (scuole di Mountain Bike, velodromi, piste, ecc.) il DAE è necessario. Per chi pedala in un percorso di gara ciclistica non è necessario l'utilizzo del DAE da parte dell'Associazione organizzatrice in quanto nel circuito stesso di gara ci sono obbligatoriamente gli addetti sanitari (ambulanza con medico a bordo e con personale che dovrebbe essere qualificato al soccorso, inoltre membri della protezione civile qualificati sempre nell'utilizzo del DAE). Durante le uscite di gruppo negli allenamenti il DAE non può essere utilizzato, quindi non serve! Basta pensare che un ciclista che percorrere distanze di 100/150 Km dove se lo mette il DAE?
Ho letto con molto interesse.Credo che manchi una profonda cultura su questo strumento intelligente che permette ai non sanitari che abbiano fatto un corso adeguato di avere la possibilità di risolvere un arresto cardiaco in attesa dei soccorsi.E' risaputo che un arresto cardiaco si trasforma nel 100% dei casi in morte improvvisa in 10 minuti. E' risaputo che un arresto cardiaco trattato con defibrillazione precoce nel primo minuto si risolve ne 90-100 % dei casi. Nessuno dovrà trascurare le idoneità allo sport.E le idoneità allo sport dovranno essere sempre più approfondite. Ma se qualcosa dovesse accadere è fondamentale che ci sia un laico rianimatore esperto in rianimazione cardio polmonare fino a all'uso del defibrillatore e un defibrillatore.E più ce ne sono e meglio è. Il defibrillatore ha un costo molto contenuto ( è bene fare attenzione a molti particolari ) come molto contenuto è il costo del corso. Da anni la Cestistica Azzurra Orvieto ha tutte le giocatrici della prima squadra ( A1) laiche rianimatrici di primo soccorso come gli allenatori, il fisioterapista,ecc. ed un defibrillatore nella sacca del fisioterapista. Sono costi molto ridotti rispetto alle tante cose che si spendono inutilmente. E questo vale anche per le giovanili dove sono istruti solo allenatori,accompagnatori,ecc.
E per concludere, non bisogna aver paura del defibrillatore. Si usa in stato di assoluta necessità( la vittima dell'arresto cardiaco è candidato a morire in un tempo brevissimo ) ed è tanto intelligente da erogare la scarica solo se riconosce una aritmia da dover essere trattata solo e unicamente con la scarica elettrica.
Giampiero Giordano, cardiologo,progetto Orvieto cittacardioprotetta
Grazie per il suo prezioso contributo. Anche noi condividiamo che non si debba aver paura del DAE, e che si debbano formare quante più persone possibili al suo uso. Non condividiamo però che si metta ogni attività sportiva sullo stesso piatto. Gli allenamenti e le partite di basket (chi vi scrive è un ex cestista) sono così impegnativi fisicamente da essere su un altro pianeta rispetto al calciobalilla o una partita a dama (per fare dei casi estremi). Le norme dovrebbero entrare nel merito del tipo di attività sportiva e non fare di tutta l'erba un fascio.
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Stiamo vivendo un'altra commedia all'italiana, qui in Lombardia invece di favorire la pratica dello sport si tende ad ostacolarlo in nome non so di che cosa. Le federazioni sportive composte da rappresentanti eletti dai loro tesserati vanno contro logica e non le difendono. Invece di facilitare si tende ad ostacolare. Abbiamo proprio una bella manica di politici!
NON sono contrario SULL’UTILIZZO DEI DEFIBRILLATORI SEMIAUTOMATICI ESTERNI (DAE) E SULL’ATTIVAZIONE DEI PROGETTI DI DEFIBRILLAZIONE SEMI-AUTOMATICA durante le attività sportive (ricordo che ogni società sportiva utilizza più palestre scolastiche o impianti sportivi dove svolge la propria attività sportiva. Sarebbe corretto ricodare che oltre il costo (€4.000 circa)l'apparecchio va saputo usare e ha la necessità di manutenzione specifiche mensili e altro.
Dal 3/5/2002 che dico che le associazioni sportive una volte divenute A.S.D.(ass. sportive dilettantistiche)il secondo STEP sarà che le A.S.D.diventino poi società di capitali. Il Disegno di legge sulla "Disciplina delle Società Sportive Dilettantistiche e provvedimenti per agevolare lo sviluppo" presentato dall'allora Ass. Aldo Brandirali e il Pres. del Coni di Milano Filippo Grassia.
La presenza e presentazione dell'On. Mario Pescante Sottosegretario per i Beni e le Attività Culturali al Nuovo Piccolo Teatro Strehler di Milano. Allora il Sottosegretario Mario Pescante aveva la delega allo Sport. Inoltre Il testo citava "Proposta di legge in Favore delle "Società Associazioni Sportive Dilettantistiche" composto da 12 articoli con relativa relazione illustrativa di 9 pagine.