Soci Fondatori, Soci Ordinari, Simpatizzanti, Soci Sostenitori, Soci Onorari, Tesserati… Tante definizioni diverse che spesso portano le Associazioni a scrivere Statuti non del tutto a norma.
La conseguenza di ciò? La perdita dei diversi regimi fiscali agevolati per le diverse organizzazioni no profit (siano essi ASD – Associazioni Sportive Dilettantistiche o ETS – Enti del Terzo Settore, tra cui le APS – Associazioni di Promozione Sociale e OdV – Organizzazioni di Volontariato)
Partiamo da un principio cardine: un’associazione che vuole godere della de-tassazione deve garantire la parità di diritti e doveri interna e per far ciò, tra le altre cose, non ci possono essere aderenti all’associazione di serie A e di serie B.
*Nota bene: “socio” e “associato” sono equivalenti anche se tecnicamente i soci sono delle Società e gli associati delle Associazioni.
Questo concetto della “Democrazia interna” lo abbiamo già visto in altri articoli: a partire da come deve essere accettato un nuovo socio, a come deve essere espulso un socio inadempiente. È un principio determinato dall’articolo 148 del TUIR e sempre controllato in modo accurato e puntuale dagli Ispettori Fiscali.
Ma perché ci interessa? Il motivo è che almeno il 30% degli Statuti – che ancora oggi esaminiamo – contiene un errore fondamentale.
Discriminano tra gli aderenti all’associazione: associato e associato.
La motivazione me la sono sentita dire tante volte: “Non è giusto che chi si è sbattuto per fondare l’Associazione possa vedersi portar via l’Associazione da un gruppetto di nuovi aderenti all’associazione – soci appena arrivati“.
Signori: questa è l’essenza stessa della Democrazia.
L’Associazione non è una proprietà privata ma una proprietà collettiva. Per non pagare praticamente tasse lo Stato vi chiede che tutti i soci siano uguali, che una testa valga un voto, e che chiunque sia eleggibile a qualsiasi carica.
E l’Agenzia delle Entrate ha predisposto un modo comodissimo per scoprire quali Associazioni rispettano questo principio e quali no (sapendo quindi a chi dare la precedenza nelle future ispezioni fiscali).
Una dichiarazione specifica nel Modello EAS, la numero 9: “che le quote associative sono uguali e non differenziate“. Chi ha risposto di NO, ha scelto una corsia preferenziale verso un’Ispezione fiscale!
Statuti e diritti dei soci
Ma andiamo avanti e prendiamo un pezzo di uno Statuto tipo in cui si indicano le diverse tipologie di soci. Vi assicuro che questo è uno statuto reale e non inventato:
“I Soci saranno classificati in 4 (=quattro) distinte categorie:
Bene, tutto irregolare.
Si possono certamente diversificare nominalmente i soci in diverse categorie quali, ad esempio SOCI FONDATORI (che sono coloro presenti nell’atto costitutivo), SOCI ONORARI (coloro – pochi – che per particolari meriti vengono riconosciuti come tali, di solito benefattori, ex presidenti, personalità etc) e i SOCI ORDINARI (cioè quelli accettati di volta in volta dietro loro espressa domanda, dal Direttivo).
Attenzione però: tutti i Soci, a prescindere dalla loro categoria di nomenclatura, non possono avere diritti/doveri diversi (spesso, invece, ad esempio alcune categorie vengono indebitamente esonerate dal pagamento della quota sociale annuale o non possono candidarsi a ricoprire cariche associative o votare nelle Assemblee eccetera).
È possibile istituire delle categorie di soci, libere, con contributi maggiori – un esempio sono i soci benemeriti – a patto, appunto, che sia possibile fare una scelta e che non sia quindi obbligatoria. Altro caso discutibile (ma molto diffuso) è quello di proporre quote sociali agevolate per particolari categorie: anche questo non è democratico perché appunto facilita e agevola solo alcuni in modo discriminante.
Un’altra confusione si genera in merito alla differenza tra soci e tesserati. Approfondiamola nel prossimo paragrafo.
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La confusione nasce perché molte Associazioni si affiliano a loro volta ad altre Associazioni/ Federazioni/ Enti di carattere nazionale che TESSERANO i propri soci.
Sono due cose diverse che richiedono procedure differenti.
Spesso le Associazioni commettono questo errore: considerano che TESSERARE una persona al proprio Ente cui si è affiliati, significhi contemporaneamente far diventare anche socia la persona in questione alla Associazione medesima.
NON è necessariamente così.
Sono due cose diverse con procedure divergenti (e tra l’altro non si è obbligati a essere sia soci che tesserati).
Quindi, in sostanza: il socio è dell’Associazione, mentre il Tesserato è dell’ente nazionale cui l’Associazione si è affiliato.
Esiste quindi una domanda per diventare socio ed è una domanda per diventare tesserato, con diverse procedure di accettazione e verbalizzazione.
Le domande di ammissione a tesserato devono essere approvate dal Consiglio Direttivo dell’Associazione. Il verbale deve essere inserito a Libro Verbali, e il nuovo socio deve essere inserito a Libro Soci.
Il vincolo associativo è, dal momento dell’ammissione, a vita.
Le domande di ammissione a tesserato devono essere approvate dall’ente di affiliazione nazionale. Con il tesseramento è abbinata un’assicurazione. Il vincolo di tesseramento è annuale.
ATTENZIONE: alcuni enti di affiliazione nazionale – non tutti – pretendono però che l’aspirante tesserato sia già socio dell’Associazione.
Non è però considerato un obbligo di legge, quanto una loro scelta regolamentaria.
Per le due procedure, è utile non dimenticarlo, vi devono essere due distinte informative per la privacy.
Negli ETS, il tesserato che non fosse anche socio non acquisisce particolari diritti. Ad esempio non può partecipare alle Assemblee soci, non può eleggere il Consiglio Direttivo o farsi eleggere nello stesso.
Nelle ASD invece, grazie alla recente riforma dello Sport (articoli 16 e 17 del D.Lgs 36/2021) il tesserato che non è anche socio acquisisce di legge i medesimi diritti degli associati, tra cui il diritto di partecipare alle Assemblee soci, di eleggere il Consiglio Direttivo e di farsi eleggere nello stesso (normativa a nostro parere assurda e che dovrà essere modificata ma, al momento, così è).
È fondamentale sottolineare l’importanza dei diritti e degli obblighi che accompagnano l’appartenenza a un’associazione. Ogni aderente all’associazione dovrebbe essere pienamente consapevole dei propri diritti di voto, dei diritti di partecipazione alle assemblee, dei diritti di accesso ai documenti sociali e dei diritti di partecipazione alle attività dell’associazione.
Allo stesso tempo, è cruciale che ciascun socio comprenda e adempia ai propri obblighi contributivi, agli obblighi di partecipazione alle attività dell’associazione, agli obblighi di rispetto dello statuto e delle delibere dell’assemblea, nonché agli obblighi di rispetto delle norme fiscali e contabili.
Un aspetto altrettanto vitale è la conformità alle normative vigenti, inclusi gli obblighi di rispetto delle norme sulla privacy e sulla protezione dei dati personali, così come gli obblighi di rispetto delle norme sulla sicurezza sul lavoro.
Questi aspetti non solo garantiscono una gestione etica e responsabile dell’associazione ma contribuiscono anche a consolidare un ambiente di lavoro sicuro e rispettoso dei diritti di tutti gli aderenti.
Garantire il rispetto di questi principi è fondamentale per mantenere la legittimità e l’integrità dell’associazione, assicurando che operi in linea con i valori di parità di diritti e doveri, promuovendo un ambiente di cooperazione, rispetto e uguaglianza tra tutti i suoi membri.
Se sei interessato ai soci minorenni leggi invece Diritto di voto nelle associazioni: il socio minorenne può votare?
Damiano Dalerba & Stefano Cabot
Direttori area noprofit di TeamArtist
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Aggiornato gennaio 2024
Salve, ho letto con molto interesse questo articolo e vorrei porre dei quesiti riguardanti una associazione no profit:
1. riguardo ai soci, qualche tempo fa mi sembrava di aver letto la presente della qualifica "onorario" ma mi pare di capire che non è legittima...
2. volendo far partecipare ad attività e luoghi dell'associazione culturale dei soggetti "tesserati" differenti dagli associati, tale figura dove va prevista e secondo quale "nome", "titolo"? all'interno dello statuto o del regolamento interno?
3. volendo effettuare delle cene sociali in cui soci e tesserati possono partecipare con relativo pagamento di una piccola quota per ricoprire i costi e permettere un minimo di introito, prevista nello statuto o regolamento interno come parte iniziale o finale di incontri associativi, si ricade nella problematica delle attività commerciali con relative tasse o può rimanere come attività associativa non gravata da ulteriori tasse?
1. Non è illegittimo... è illegittimo abusarne per non far pagare le quote sociali agli amici degli amici. In sostanza: 1-2 soci onorari (perchè sono persone di rilievo nazionale) hanno senso. Altro, no.
2. Da nessuna parte. Quando vi affiliate ad una APS nazionale potrete avere dei tesserati, con molta semplicità.
3. Può rimanere una attività istituzionale detassata.
Una piccola precisazione riguardo al punto 3, rimane detassata se, ovviamente aderisce ad una APS?
Quali sono queste APS e le modalità, non sono molto pratico, potreste darmi dei riferimenti?
La nostra associazione è molto piccola ed è una no profit di tipo culturale.
Grazie ancora,
Antonello
Quale punto 3?
Per scoprire quali sono le APS legga questo nostro post.
Salve, una precisazione su una domanda già fatta:
volendo effettuare delle cene sociali in cui soci e tesserati possono partecipare con relativo pagamento di una piccola quota per ricoprire i costi e permettere un minimo di introito, prevista nello statuto o regolamento interno come parte iniziale o finale di incontri associativi, si ricade nella problematica delle attività commerciali con relative tasse o può rimanere come attività associativa non gravata da ulteriori tasse?
TeamArtist
3. Può rimanere una attività istituzionale detassata.
AC
Rimane detassata se, ovviamente aderisce ad una APS?
La nostra associazione è molto piccola ed è una no profit di tipo culturale.
Grazie ancora,
Antonello
Non facciamo casino. Risponda a queste domande:
1. Dove fareste queste cene?
2. Chi cucinerebbe?
3. Chi prenderebbe i soldi?
Ecco, grazie. è questo che volevo sapere.
Questa è una cosa che quasi nessuno sa, visto che gli Enti di Promozione Sociale "quasi" impongono un loro tesseramento come se l'associazione locale originaria neppure esistesse.
è una buona scoperta visto che si rimane con una certa autonomia e senza costi alti per le tessere nazionali. Giusto?
Conosco EPS che chiedono 1,50 euro per il tesseramento... direi che non è un "alto costo".
Mettiamola in un altro modo: Affiliandosi ad un Ente di Promozione Sociale si hanno tutti i benefici riservati alla Associazioni di Promozione Sociale.
In una associazione affiliata, in cui si svolge la somministrazione di alimenti e bevande, è possibile offrire i propri servizi a soci dell'associazione locale che non sono tesserati con l'Ente di promozione sociale?
Spero in una risposta chiarificatoria, magari in base ad una legge indicatami.
Grazie infinite
ASSOLUTAMENTE NO! Le hanno dato una informazione sbagliata.
I benefici delle APS le hanno solo... le APS!
Una ASD che si affilia ad una EPS ha la possibilità di chiedere una licenza di somministrazione alimenti e bevande, ma è tutta un'altra storia.
Se ho inteso la domanda, si è possibile. La titolarità della Associazione è infatti della Associazione che, giustamente, si rivolge innanzitutto ai propri associati. Il vantaggio è che, in caso di tornei, può somministrare alimenti e bevande anche ai tesserati di quell'EPS che siano associati ad altre Associazioni.
Salve e complimenti.
In una APS in cui si svolge la somministrazione di alimenti e bevande è possibile offrire i propri servizi a soci dell'associazione locale che non sono tesserati con l'Ente di promozione sociale? Ossia, è possibile che questi soci locali usufruiscano delle attività dell'associazione senza essere tesserati con l'Ente di promozione sociale?
Personalmente presumo di si, visto che l'associazione locale diventa APS nel momento in cui si affilia ad un Ente di promozione sociale.
Grazie del servizio.
Ahhhhhh!!!! Cosa dice! La vostra Associazione NON DIVENTA UNA APS quando si affilia ad una EPS!!!! Chi le ha detto una cosa simile????
Gentile Dott Dalerba, mi unisco alla gratitudine di tutti prima di porgerLe la mia questione: se la mia ASD ha optato per l'anno sociale gennaio-dicembre, quindi la mia campagna affiliazione dovrebbe prevedere il pagamento della quota sociale a gennaio. Poniamo che arrivi un nuovo utente a settmebre che ovviamente chiede di fare attività subito, non a Gennaio, cosa faccio?
1) lo tessero solamente all' eps e a gennaio gli chiedo la quota.
2) non so se l'eps me lo tessera non essendo socio
3) gli faccio pagare un quarto di quota proporzionale alla parte di anno sociale di cui usufruisce
4) Mi faccio pagare la quota intera sapendo in partenza che non me la pagherà nuovamente a gennaio.
Purtroppo il quesito non sta in piedi. Cominci a farsi rispondere al punto 2 dal suo EPS.
chiedo scusa e provo a riformulare il tutto in modo piu sintetico:
Come posso far fare attività ad un nuovo utente che arriva a settembre quando la mia campagna tesseramenti inizia a gennaio?
Lascio a lei la risposta e non formulo ipotesi per non crearle confusione.
Le sarei molto grata se riuscissimo a dare una risposta alla mia domanda ; siamo operativi dal 2008 e ancora non sono sicura di comportarmi correttamente.
Grazie Dott. Dalerba
Trovi un eps che faccia partire i tesseramenti a Settembre. Ci sono eps che prevedono due tesseramenti: uno solare ed uno scolastico.
Il problema non è il tesseramento. Il mio EPS me lo fa partire quando voglio la copertura assicurativa. La questione è che se diventa socio della mia asd a settembre deve pagare la quota associativa due volte una a sett e anche a gennaio! Allora io chiedo: posso solo tesserarlo con l eps a settembre e fargli iniziare l'attività , mentre verrà iscritto a libro soci a gennaio ?
Si sbaglia la quota associativa può farla pagare quando vuole, anche a settembre. Tanto si è soci a vita...
salve,
dato che nel nostro statuto è indicato "i soci sono tenuti al pagamento della quota sociale annuale" se un socio non si ripresenta per ulteriori attività nell'anno successivo (e quindi non paga la quota sociale), decade automaticamente?
2)in questo caso deve essere decurtato dal libro?possiamo omettere di convocarlo per l'assemblea?
3)se si ripresenta dopo un intervallo di alcuni anni è sufficiente che paghi la quota sociale per accedere alle attività e all'assemblea, oppure deve ricompilare la Domanda di Ammissione e quindi inserito nel relativo Verbale di Ammissione?
Legga questo nostro post.
1) Grazie mille per le risposte! E come si può costituire una APS Nazionale? noi siamo una mezza dozzina di APS molto simili in tutta italia, e vorremmo creare questa federazione. Potreste in caso darci una mano concreta?
2) è comunque plausibile e frequente inserire nello statuto di una APS nazionale la possibilità di tesserare persone non socie della Associazioni membre?
grazie mille
1. Le consiglio la lettura di questo nostro post.
Per avere il nostro aiuto, legga qui.
2. E' un argomento molto discusso e ci sono opinioni contrastanti.
Salve. Complimenti per il vostro sito. Io sono tra i fondatori di una APS con la finalitá dell'artigianato tecnologico e la creazione secondo un modello internazionale chiamato FabLab. Come noi stanno nascendo in Italia tante altre associazioni fablab e vorremo costituire una federazione nazionale.
1. Basta creare una associazione di associazioni con statuto firmato dai rispettivi presidenti?
2. La federazione potrà quindi tesserare persone?
3. Ma i tesserati di federazione diventano soci della federazione stessa, o come pensavamo per statuto sono solo tesserati perché i soci sono le associazioni federate?
4. Da quanto letto prima, ci si può tesserare ad una federazione senza dover essere socio di nessuna delle associazioni federate?
Grazie in anticipo per le risposte.
1. Direi di no. Dovreste prima di tutto costituire una APS Nazionale.
2. Dopo essere diventata una APS nazionale, si.
3. In parte dipende da come sarà scritto lo Statuto dell'APS Nazionale
4. Vedi punto 3.
Buongiorno, sono un giovane dirigente di una associazione sportiva di pallavolo femminile.
A. In un recente corso di formazione per dirigenti a cui ho partecipato è stato detto, a proposito della QUOTA SOCIALE, che risulta costituita da due componenti: la QUOTA ASSOCIATIVA, relativa all'iscrizione all'associazione, la quale può essere gratuita, e il CONTRIBUTO ASSOCIATIVO, relativo all'attività svolta, al corso seguito in senso stretto.
La normativa stabilisce che anche il socio fondatore, pur non svolgendo alcuna attività, deve pagare la quota (= Q. ASSOCIATIVA):
1. è vero questo?
2. e ammesso che il cd stabilisce che la q. associativa sia appunto 'gratuita', è legittimo pensare allora che questa tipologia di socio non debba pagarla?
3. E allenatori/aiuto allenatori non fondatori sono comunque tenuti a pagarla?
A. Sempre difficile mettere in discussione ciò che hanno detto altri professionisti. A nostro parere quanto affermato (sempre che lei abbia inteso bene) è ERRATO.
La quota sociale è su base annuale ed è un importo (che non può essere gratuito) che deve essere pagato da ogni Associato (che sia fondatore, allenatore etc etc,).
Altra cose invece sono i contributi per i corsi.
1. Si, è vero, ogni socio anche fondatore deve pagare la quota sociale
2. No, il CD non può decidere che sia gratuita (il minimo sono 5 euro). Non è legittimo pensare che debba esserlo.
3. Certo che si.
Una prassi diffusa perlopiù nell'associazionismo sportivo (parliamo dunque di ASD) è, come voi stessi avete riportato, quella di far combaciare il divenire socio con l'iscrizione alla società (banalmente, penso alla semplice modulistica che deve essere presentata dal ragazzo per l'iscrizione alla squadra in cui giocare), solitamente il 'primo atto formale' di frequentazione del singolo. E' possibile porre rimedio a questa consuetudine adottata da un'associazione, attiva già da alcuni anni, che accoglieva i suoi iscritti ignorando di dover distinguere i due diversi momenti ?
Per sicurezza farei "ratificare" la volontà di essere soci della ASD a tutti gli atleti in questione con conseguente ratifica in direttivo.
Grazie !
Gentile Dott Dalerba , mi unisco alla gratitudne di tutti prima di porgerLe la mia questione:
Se la mia ASD ha optato per l'anno sociale genn dicembre , quindi la mia campagna affiliazione dovrebbe prevedere il pagamento della quota sociale a gennaio. Poniamo che arrivi un nuovo utente a settmebre che ovviamente chiede di fare attività subito , non a Gennaio, cosa faccio?
1) lo tessero solamente all' eps e a gennaio gli chiedo la quota.
2) non so se l'eps me lo tessera non essendo socio
3) gli faccio pagare un quarto di quota proporzionale alla parte di anno sociale di cui usufruisce
4) Mi faccio pagare la quota intera sapendo in partenza che non me la pagherà nuovamente a gennaio.
Aiutoooo
Elena
Il mio nome figura nello statuto presentato all'Agenzia delle Entrate. Si dovrà fare una modifica del medesimo e... chi dovrà pagare?
Se risulta tra i fondatori non c'è nessuna modifica da poter fare... mica può togliersi! Si rimane fondatori a vita.
Buongiorno, sono vicepresidente di una APS e voglio dimettermi. Ho mandato la lettera di dimissioni tramite raccomandata A/R al presidente, ma l'ha respinta.
1. Ora come devo fare?
2. Mettiamo il caso che non le accetta come mi devo comportare?
Lo statuto prevede che il Consiglio direttivo sia eletto dai soci. Lo statuto non prevede i termini min e max per la presentazione delle dimissioni.
Figura il mio nome presso l'agenzia delle entrate.
3. Dato che, nel caso in cui io riuscissi ad andarmene, la maggior parte dei soci non farebbe più parte dell'APS, come mi posso cautelare da un eventuale attacco da parte del presidente?
Perché può pensare che io ho "rubato" i soci all'APS
Grazie per l'attenzione
1. Il Presidente non può respingere le dimissioni a meno che ciò sia previsto dal vostro Statuto.
2. Se lo Statuto non gli da questa facoltà, le dimissioni sono valide e il Presidente può "attaccarsi al tram" (così diciamo a Milano: ma lei si è dimesso da membro del direttivo, da socio o da entrambi?) In che senso figura il suo nome presso l'Agenzia delle Entrate?
3. Sarebbe un attacco scemo. I soci non sono di nessuno e per "andarsene" dovrebbero dimettersi formalmente... altrimenti fino a prova contrario sono e rimangono soci a vita.
1. No, non è previsto ---> un problema in meno;
2. Io mi sono dimesso da entrambe le cariche: socio e vicepresidente;
3. Lo statuto prevede che la il recesso dallo status di "socio" avviene non pagando la quota annuale, quindi, automaticamente si è esclusi dall'associazione.
4. Conosco bene il detto!
5. Grazie mille, davvero... grazie.
6: Ultima cosa: se non c'è una direttiva in merito ai tempi min e max per presentare la lettera di dimissioni devo fare riferimento all'art. 24 del Codice Civile? In quanto io, nella lettera, ho scritto che le mie dimissioni saranno effettive alla ricezione della medesima.
3. E' una clausola illecita.
6. va bene come ha fatto.
salve, ho letto più volte che il numero minimo dei soci fondatori di una asd è di tre in modo da poter coprire le cariche minime indispensabili per il funzionamento della stessa e del consiglio di gestione;
1. in che modo possono essere distribuite le cariche tra i 3membri?
2. presidente, tesoriere e segretario potrebbe andar bene?
3. questi tre fondatori saranno allo stesso tempo consiglieri e andranno a formare il consiglio di gestione?
grazie tante
1 e 2. SI
3. Il "Consiglio Direttivo". Si se ciò è coerente con lo Statuto ed è scritto in atto Costitutivo.
Salve....
grazie per una precedente risposta e il rimando a questo post.
Non mi è chiaro se la risposta verta su opinione (che a volte viene segnalata differente da altri "colleghi") oppure su una normativa.
Se una persona con tessera di affiliazione allo stesso EPS della mia ASD vuole entrare nella mia ASD
1) può entrare o esigere di entrare?
2) ne entrano 100, scoppia una rissa, tutti con tessera EPS ma senza nessuna iscrizione diretta alla mia ASD....Arrivano le forze dell'ordine...sono responsabile come se fossero miei soci o lo è l'EPS?
3) entrano, consumano una bevanda, oppure pagano la quota associativa per un servizio....in caso di controllo....è da considerarsi commerciale?
4) se stacco una ricevuta ad una persona affiliata allo stesso EPS ma non da me iscritta, in caso di controllo incrociato tra ricevute/entrate e il libro soci dove non compaiono, mi creano problemi anche se sopra indicate possibile la partecièpazione di soggetti tesserati allo stesso EPS?
5) per concludere è CERTO rispetto alle interpretazioni reali dell'Agenzia delle Entrate o di altri controllori che una persona con sola tessera EPS che formalmente non conosce ne l'attività dell'ASD ne i suoi servizi (potrebbe essere una tessera di scacchi e trovarsi in un night) sia comunque accettata come una figura "socio" e che non porti al decadimento dello status associativo?
GRazie
Dovrebbe chiederlo direttamente alla sua EPS! Solo loro possono dirle quali obblighi ha sottoscritto con loro con l'affiliazione!
1. A nostro parere assolutamente si.
2. Le responsabilità in questo ambito sono personali del singolo individuo! Nè del Presidente, nè dell'EPS.
3. No, istituzionale. C'è un apposito comma del TUIR a stabilire ciò.
4. Assolutamente no. Altrimenti in Italia non si potrebbe fare alcun torneo.
5. Un tesserato non è obbligatoriamente anche un socio. La domanda così formulata non ha senso.
PUNTO 5 aggiornamento....scusandomi se non sono stato chiaro.
1. un tesserato può non essere un socio, ma per il contrario ci è sempre stato detto che è l'opposto. Un socio deve essere perforza affiliato con una tessera di un EPS essendoci l'obbligo dell'ASD di essere anch'essa affiliata e dei soci di essere assicurati e tesserati presso lo stesso ente.
2. In sede di controllo ci è stato contestata la presenza di alcune persone che seppur avevano la tessera dell'EPS non erano nostri Soci. La contestazione verte sul fatto che i partecipanti alle attività, non perseguono lo scopo dell'A.S.D. alla domanda diretta alla persona che si trova in una palestra pagando una quota associativa mensile
3. ma avente la tessera del circolo enogastronomico Pinco Pallo, viene contestata la mancata partecipazione alla vita associativa, la conoscenza dello statuto o dello scopo di divulgazione dei principi sportivi (in fondo ha una tessera di un "ristorante" e del posto non sa nulla, per lui è una palestra con la possibilità di accesso con la stessa tessera) e viene subito ipotizzata che la quota associativa pagata sia invece un "prezzo" e che sia commerciale.
4. Non dovendoci essere diversificazione sulle quantità di persone/eccezioni, se per assurdo ci fossero 100 persone controllate che riferirebbero a questo modo, tutte con sola tessera di stesso EPS ma di altri settori (sportivo, culturale,gastronomico), qual è la norma a cui dovremmo riferirci per obbiettare che stiamo dando da bere a tesserati (non soci e che non conosciamo) come associazione e non come Bar?
grazie
1. Non è vero. Ci possono benissimo essere persone socie dell'ASD ma non atleti e non tesserati presso l'EPS. Prendiamo, ad esempio, i genitori degli atleti minorenni.
Non esiste infatti un obbligo di legge in tal senso.
2. "pagando una quota associativa mensile". La quota sociale non può essere mensile ma solo annuale.
3. Mi scusi. Cosa c'entra con una ASD la tessera di un circolo enogastronomico? Si stanno mischiando le mele con le pere.
4. Art. 148 del TUIR comma 3: "Per le associazioni politiche, sindacali e di categoria, religiose, assistenziali, culturali, sportive dilettantistiche, di promozione sociale e di formazione extra-scolastica della persona non si considerano commerciali le attivita' svolte in diretta attuazione degli scopi istituzionali, effettuate verso pagamento di corrispettivi specifici nei confronti degli iscritti, associati o partecipanti, di altre associazioni che svolgono la medesima attivita' e che per legge, regolamento, atto costitutivo o statuto fanno parte di un'unica organizzazione locale o nazionale, dei rispettivi associati o partecipanti e dei tesserati dalle rispettive organizzazioni nazionali, nonche' le cessioni anche a terzi di proprie pubblicazioni cedute prevalentemente agli associati."
Faccio parte di un'associazione fotografica senza scopo di lucro. Abbiamo tutti quote identiche e con uguali diritti.
Vorremmo fare dei corsi riservata agli associati. Come dovremmo comportarci?
1) Ci hanno detto che se registrassimo l'associazione la quota dei corsi non sarebbe ritenuta commerciale. E' vero?
2) In caso non decidessimo di registrarci, sarebbe regolare istuire due tipologie di soci, con uguali diritti ma con differenti quote. per esempio socio ordinario e socio apprendista: che necessita di formazione per la partecipazione attiva agli eventi dell'associazione?
Grazie mille per il vostro impegno
1. Beh, dipende da un po' di altre cosette: lo Statuto deve essere a norma per poter usufruire del regime fiscale agevolato per le no profit, dovete richiedere il codice fiscale e registrare Statuto e Atto Costitutivo, dovete compilare il Modello EAS, dovete gestire l'Associazione rispettando tutte le norme di legge. Fatto questo le entrate da corsi verso i soci sarebbero sicuramente considerabili come istituzionali.
2. Se non vi registrate non esistete. Sareste i cosiddetti "sconosciuti al Fisco". Come tali non potreste chiedere nemmeno un euro a nessun socio (socio de che? non esistete!).
Ciao, sono socio di un'associazione senza scopo di lucro (ai fini di decoro urbano). Nelo statuto abbiamo messo 3 tipi di soci Fondatori, Effettivi e Sostenitori. Per i soci sostenitori lo statoto scrive: coloro che , per mera liberalità, si determinano a contribuire al raggiungimento dello scopo sociale dell’associazione, sia in termini economici, versando la quota contributiva annua stabilita dal Consiglio Direttivo, che in termini di fattiva collaborazione attraverso la partecipazione attiva alla vita sociale. Essi acquistano il diritto di partecipare alle riunioni dell’Assemblea dei Soci a titolo consultivo. Non hanno diritto di voto e non sono eleggibili alle cariche sociali.
1. Siamo in regola?
2. Poi avremmo esigenza di inserire anche la categoria di Onorari/Benemeriti per indicare persone fisiche o giuridiche che hanno dato un contributo notevole in termini economici diretto o indiretto(es. facendo pubblicità e portando a conoscenza la ns. ass.). Quindi dovremmo modificare lo statuto credo, giusto?
3. Possiamo poi non prevedere alcuna quota per queste categorie?
4. Sono da considerarsi con diritto di voto in assemblea?
Grazie di tutto e buon lavoro!
Ciro
1. NO
2. SI
3. NO
4. SI
Buongiorno, volevo una consulenza nel settore delle Asd.
Recentemente sono stata a un convegno giuridico fiscale a Milano per asd organizzato dal Coni, dove gli esperti consigliavano di mantenere la presenza dei soci limitata indicativamente a una cinquantina di persone effettivamente coinvolte nella gestione della.associazione e di tesserare tutti gli altri atleti.
Mi sfugge però la procedura.
Bisogna creare un secondo modulo predisposto per semplice tesseramento? Bisogna effettuare una registrazione separata con unico libro tesserati oltre al libro soci?
Leggendo il forum, ho apprezzato la vostra competenza, è possibile una consulenza, anche a pagamento, in merito?
Noi operiamo a Milano.
Grazie cordialmente.
Credo che leggendo il post all'inizio di questa pagina troverà tutte le risposte che cerca. Se vuole siamo sicuramente disponibili ad una consulenza presso i nostri uffici di Milano (ma su questo tema, molto semplice, direi che non è il caso). Oppure può acquistare uno dei nostri pacchetti di consulenza: http://www.teamartist.com/blog/consulenza/
Mi ha telefonato il responsabile della segreteria. Telefonicamente mi ha detto che non ci sono problemi per i tesseramenti e per l'assicurazione. Al CSI non interessa che il tesserato sia anche socio..così mi ha detto. Poi mi ha girato via mail una guida fiscale dove si parla di soci o frequentatori dell'associazione e si invita a tesserare all'EPS tutti proprio per un discorso assicurativo. Da noi non tutti i soci sono tesserati al CSI. Da quest'anno li tessereremo tutti come dirigenti. Per noi l'inportante è essere a posto in caso di controlli. Per la SIAE e l'Ade esiste la distinzione tra socio e tesserato giusto?
Su un tema così delicato non può accontentarsi di una telefonata. Deve avere almeno una mail scritta.
In ogni caso, se vuole tutelarsi il più possibile da eventuali contestazioni fiscali, sicuramente è meglio che ogni atleta diventi vostro socio.
Grazie per la celere risposta. Ho sentito il CSI e mi hanno detto che non ci sono problemi ne a livello formale che assicurativo. Però mi hanno detto che se i soli tesserati pagano una quota, questa è non è da considerarsi attività istituzionle. Mi risulta invece che anche queste sono da condiderarsi entrate di attività istituzionale. Vista la situazione economica il consiglio ha stabilito che da questa stagione ogni atleta (socio o semplice tesserato) debba pagarsi il cartellino CSI (12 Euro). Possiamo considerarle tutte entrate non commerciali giusto?
Direi di si. Anche se non ho capito cosa vi ha detto lo CSI (ma ve lo hanno messo per iscritto?).
Salve e complimenti per questo utilissimo BLOG.
Siamo una ASD affiliata al CSI e disputiamo campionati di calcio, pallavolo e calcetto. Abbiamo quindici soci e tutti gli altri atleti sono solo tesserati.. circa 50. Il CSI scrive: "al momento del pagamento della tessera, la persona diventa un socio della Società sportiva a tutti gli effetti e, dal giorno successivo, gode anche dei benefici assicurativi previsti". Ma noi come associazione abbiamo uno statuto nostro che dice che il socio diventa tale con il pagamento della quota associativa e delibera del consiglio direttivo ecc ecc. Noi consideriamo tutti gli altri ragazzi semplici tesserati. Secondo voi è corretto??
Credo di no. Probabilmente il CSI vi impone che per poter tesserare presso di loro un vostro atleta questi sia già vostro socio (ciò non è invece un obbligo nella maggior parte delle Federazioni Sportive Nazionali). Vi consiglio di chiederlo formalmente al CSI e di farvi dare da loro una risposta scritta su questo aspetto, soprattutto rispetto alla validità della copertura assicurativa. Non vorrei infatti che l'assicurazione in caso di infortunio di un tesserato che voi non avete associato, non risponda.
Grazie, siete unici, ho passato tutta la giornata a leggere il Blog, mi sono sorte altre domande in conseguenza:
1 le ricevute per la quota associativa e per i corsi, possono essere numerate consequenzialmente o devono avere numerazioni diverse?
2 il modello EAS da presentare, sono ancora nei 60 gg, è quello semplificato vero? Ho trovato una vostra guida spero mi sia di aiuto perché le istruzioni ministeriali sono proprio scarse
3 essendo un'ASD Appena nata ma già iscritta al registro CONI e ad un ente di promozione sportiva, quindi senza aver ancora incassato quote, possiamo ottenere prestiti senza interessi da uno dei soci per sostenere le prime spese? Lo devo verbalizzare in un'assemblea del consiglio o basta segnare tutto nel libro cassa?
1. Non c'è una norma ma suggeriamo numerazioni diverse.
2. Crediamo di si.
3. Si, potete. Dovete verbalizzare il tutto in direttivo indicando sia che il prestito è infruttifero, sia le modalità di restituzione.
Salve ,complimenti per il Vostro blog, tenuto conto che domani ho appuntamento con il notaio per fare un associazione , caccia e pesca, riconosciuta .Vorrei porvi alcuni miei dubbi ,dopo aver letto il Vostro blog,ancora piu' grossi:
1)avevo previsto una iscrizione + una quota mensile si puo' fare?
2)debbo modificare la tipologia soci? , avevo previsto soci fondatori No quota Si voto;soci onorari (max due l'anno)No quota SI VOTO; soci ordinari Si quota e voto; soci sostenitori solo una quota annua non mensile no voto.
3) Anche se è un'associazione riconosciuta ,debbo affiliarmi ad un ente nazionale es F.I.C.? in caso positivo i soci pagheranno una seconda iscrizione?
4)Trovandomi in sicilia come posso avvalermi della Vostra consulenza ? e quanto sarebbe il costo ?
Ringraziando anticipatamente delle Vostre risposte si rinnovano i complimenti per la vostra professionalità e disponibilità
1. In che senso? Lei deve prevedere una quota sociale annuale e poi può prevedere delle quote per le attività anche su base mensile.
2. Ciò non le darebbe la possibilità di godere del regime defiscalizzato per le no profit. Ne ha già parlato col notaio?
3. Dipende. Se vuole godere delle agevolazioni proprie delle ASD, si.
4. http://www.teamartist.com/blog/consulenza/
Salve, un paio di domande perché leggendo tutti i post sono entrato in confusione
Premessa: siamo un'ASD da poco nata, affiliata CSEN e iscritti al registro CONI e facciamo solo attività istituzionale, quindi abbiamo solo il CF
1) Possiamo fare quota associativa di 10 euro per tutti e quote diverse per vari corsi che vorremmo fare, rivolti ovviamente solo ai soci?
2) nell'ipotesi che la risposta alla domanda precedente sia affermativa, i corsi sono comunque considerati attività istituzionale o dovremmo aderire a qualche regime fiscale e richiedere la partita iva?
Grazie
1. Si
2. Sono considerate entrate de-commercializzate parificate alle entrate istituzionali nel caso l'ASD rispetti tutti i vincoli per godere del regime fiscale agevolato per le no profit. Come, ad esempio, aver presentato il modello EAS.
Non dovete quindi nè aprire la partita iva, nè aderire a qualche regime fiscale agevolato, ma solo avere cura di rispettare tutti i requisiti delle Asd e delle no-profit.
Innanzitutto complimenti per la vostra lodevole e utilissima iniziativa. Volevo porre la vostra attenzione sull'argomento dei soci e/o tesserati. Mi sembra un argomento molto importante per non essere approfondito con la dovuta chiarezza. Mi trovo a presiedere una ASD di Basket, pertanto tutti i nostri atleti maggiorenni e minorenni sono tesserati per la FIP. Se ho capito bene posso dire che sono solo tesserati e non soci pur pagando una quota. In caso affermativo come faccio praticamente a poterlo asserire?? Grazie.
No, deve cambiare completamente modo di ragionare. Legga questo nostro post e poi ne riparliamo 😉
Domanda sicuramente non nuova ma non riusciamo a trovare risposte usando la barra di ricerca...
siamo una APS (non onlus).
1. Possiamo retribuire i nostri soci che tengono corsi rivolti ad altri soci?
Sappiamo che le prestazioni dei soci devono essere "prevalentemente" volontarie, quindi capiamo che c'è un margine possibile per retribuirli. Facendo le somme, potrebbero essere 30-40 ore in un anno per ogni "docente".
2. Potrebbe essere fatto ad esempio con buoni lavoro o ritenute d'acconto per prestazioni occasionali?
Grazie molte
Il post che vi interessa è questo.
Per venire alle domande nello specifico:
1. Dipende da cosa dice il vostro Statuto in merito: in linea di massima è possibile ma:
a) preferibilmente questi soci non dovrebbero far parte del direttivo per evitare conflitti di interesse
b) preferibilmente questi soci non dovrebbero essere parenti di membri del direttivo
c) la retribuzione deve essere inferiore agli standard di mercato
2. Si, potete usare anche queste formule di retribuzione.
Stiamo per aprire una ASD di scacchi. Credo di aver capito la differenza tra soci e tesserati, ma di fatto ora non so cosa fare con coloro che ci contatteranno. Dico questo perchè da una parte ho letto qui che le ASD nascono per "fare soci" e quindi non è consigliabile che i soci siano sempre gli stessi (gruppo dirigente). D'altra parte avere solo tesserati rende la gestione molto più semplice (niente consiglio direttivo per approvare le domande, libro soci più snello, ecc.). Quello che mi chiedo è se in caso di controlli vi sia una differenza sostanziale tra questi due approcci.
Al momento siamo orientati a fare tutti soci.
Una Associazione ha come finalità quella di aggregare diverse persone per uno scopo comune. Se le persone rimangono sempre e solo i fondatori, invece, agli occhi di un ispettore fiscale si tratta di una Azienda... Noi suggeriamo come minimo un rapporto di 1 a 4. Significa che a 20 tesserati devono corrispondere non meno di 5 soci e così via. (Sempre che la FSI preveda di poter tesserare atleti non soci di una ASD... non tutte le FSN lo permettono: avete provato a chiedere?).
Buongiorno, vorremmo costituire una a.s.d. che gestirà diversi gruppi sportivi (calcio, danza, basket e volley), come se fosse una polisportiva. Ciascun gruppo sottostante ha intenzione di avere il proprio codice fiscale e la propria partita Iva e diventare una a.s.d.. Ma una a.s.d. può essere socia di un'altra a.s.d.? altri gruppi invece non intendono darsi una propria autonomia ma semplicemente affiliarsi. è fattibile un'operazione del genere?
Grazie
Si è fattibile anche se non proprio facilissimo.
perché mi avevano detto che i soci di una a.s.d. possono essere solo persone fisiche, quindi volevo esserne sicura.
Grazie
Ciao, organizzo tornei di beach volley e da quest'anno mi sono appoggiato ad una ASD che si occupa di camp estivi per la mia attività. Dato che i tornei che organizzo sono in un solo giorno e sono da solo ho modificato la "richiesta di ammissione a socio" da far compilare ai partecipanti del torneo per diventare membri dell'ASD (aprite l'allegato per favore). In pratica invece di compilare un unico foglio per la richiesta di ammissione
di ammissione di ogni singolo giocatore ho fatto un foglio cumulativo con le richieste ed un'unica firma.
Ora un ragazzo abbastanza competente mi dice che questi fogli non hanno validità dato che la richiesta va compilata in modo inviduale.
Chiedo a voi se ha ragione o il mio metodo può andare bene lo stesso!
Grazie
Ha ragione il suo amico. Le domande per diventare vostro socio non possono essere "comulative" ma devono essere singole. Le consiglio la lettura di questo nostro post.
Ho una domanda stupida, sono proprio alle prime armi: quando la asd ha un'affiliazione ad un altro ente riconosciuto dal Coni, questo ente fornisce le tessere per i soci dell'asd, che possono essere tesserati.
1. E' obbligatorio rilasciare 2 tessere (una per il socio dell asd, l'altra per il tesseramento dello stesso socio all'ente di affiliazione)?
2. Oppure è sufficiente fare la procedura per diventare socio e rilasciare la tessera solo dell'ente di affiliazione?
3. Più chiaramente: E' possibile essere socio di un asd mediante la procedura corretta, senza avere la tessera di quella asd? (ma solo quella del tesseramento all'ente di riferimento)
1. La legge non prevede quest'obbligo ma è consigliato per poter verificare che acceda agli spazi sociali solo chi ne ha diritto.
2. Il 50% delle ASD fa così. Il 25% rilascia la tessera di entrambi. Il 25% restante di nessuno.
3. Si, a meno che il vostro statuto o i vostri regolamenti lo impongano. Detto questo noi consigliamo di rilasciare entrambe le tessere.
• Art. 18
Il Consiglio Direttivo è eletto dall’Assemblea generale dei soci. Si compone dal Presidente che è anche Presidente dell’Associazione, dal Vice Presidente, nominato dallo stesso Consiglio e di altri tre (3) Consiglieri. Il Consiglio nomina nel proprio seno un Segretario ed un Cassiere/Tesoriere. Il Consiglio Direttivo resta in carica tre anni. Nell’ipotesi di dimissioni o di decesso di un Consigliere, il Consiglio alla prima riunione utile provvede alla sua sostituzione chiedendone la convalida alla prima Assemblea.
Non funziona, questo articolo non è applicabile (ecco perchè gli Statuti dovrebbero sempre essere visti da un professionista). Se il Direttivo è nominato dall'Assemblea dei Soci, come può il direttivo nominare un nuovo consigliere in sostituzione del dimissionario? Le due "norme" sono in contraddizione e così come è, appare anche poca lecita (perchè, in pratica, un organo elettivo verrebbe in parte composto su "nomina diretta" e non su elezione). Se volete un consiglio, convocate l'Assemblea Soci, modificate lo Statuto e rifate l'elezione del Direttivo.
Non verrà nominato un nuovo consigliere, ma uno già esistente prenderà il suo posto di segretario. Cosi è fattibile?
Per come avete scritto lo Statuto, solo in parte. Perchè il direttivo rimarrà mutilato e ciò non è previsto (ed infatti di solito si scrive che il direttivo è composto da un numero di x ad un numero di y componenti).
Dimissioni di un socio asd: il segretario di un'asd ha dato le dimissioni a pochi giorni dall'apertura dell'atto costitutivo.
1- Ho già fatto un verbale in cui si nomina un nuovo segretario, ci allego le dimissioni dell'altro che se ne è andato, ma devo comunicare qualcosa all'agenzia delle entrate (marche da bollo, f23) per questa variazione?
2- Se non devo comunicare niente all'Agenzia delle entrate, per le varie aperture di c/c, affiliazione figc, siae, ecc.. basta che ci allego il verbale interno in cui si nomina il nuovo segretario?
1. Direi di no. L'importante però è che segua le regole che vi siete dati a Statuto per la nomina del nuovo Segretario.
2. Perchè? Glielo chiedono?
1- Nel verbale c'è che tutto il direttivo si è riunito per discutere e approvare le dimissioni e formare un nuovo segretario. Voti all'unanimità e fine dell'assemblea.
2- La mia era una domanda nell'eventualità venga richiesto. Comunque allego una copia di verbale cosi da non riportarlo una seconda volta nell'eventualità lo chieda.
Il verbale è coerente con le regole statutarie?
• Art. 13
La qualità di socio si perde per decesso, dimissioni e per morosità o indegnità. La morosità verrà dichiarata dal Consiglio Direttivo, la indegnità verrà sancita dall’Assemblea dei soci.
No, interessano le modalità di elezione del direttivo e come avvengono le sostituzioni.
Il nostro statuto, prevede che, su proposta del consiglio direttivo, l'assemblea possa dichiarare "socio onorario" a vita un socio o anche un esterno, per motivi sportivi o altro.
Al momento, abbiamo un socio onorario.
Conosco la vostra posizione su questo argomento, ma vorrei chiarire un aspetto.
Dato che lo statuto è in corso di revisione, si vorrebbe indicare che il socio onorario:
a) non deve pagare alcuna quota sociale della associazione,
b) può partecipare alle assemblee della associazione
c) non ha diritto di voto
Ok per la a) e nessun dubbio per la b) ma ho qualche dubbio sul punto c)
Qual è il vostro parere, per favore?
grazie
Danilo
La c) rende il tutto più accettabile.
Quesito: nell'atto costitutivo di un'asd posso mettere il nome di una persona come socio fondatore ma tra le firme dell'atto non ci metto niente in quanto presidente di un'altra asd con le stesse attività?
NO. I soci fondatori devono tutti firmare lo Statuto e l'atto Costitutivo (ci mancherebbe altro).
L'incombatibilità in ogni caso è solo se questa persona dovesse far parte di due direttivi di due ASD che si occupano della medesima disciplina sportiva.
Buonasera, faccio parte di un direttivo di un circolo ricreativo o bocciofila. Vorrei fare questa domanda: il presidente senza alcuna delibera tramite riunione del consiglio del direttivo o assemblea dei soci ha aumentato di sus iniziativa la tessera associativa annuale.
1. E' legale???
2. E se non l'ho e', quali sono le misure da prendere????
Vi ringrazio!!!
1. In linea di massima, no. A meno che il Direttivo o l'Assemblea Soci lo abbiano delegato, oppure ciò sia previsto a Statuto. In ogni caso questa decisione dovrebbe essere inserita nel Libro Verbali...
2. Prendere il vostro Statuto, verificare come si chiede una Assemblea Straordinaria su richiesta dei soci, raccogliere le firme, fare l'Assemblea e protestare.
Una associazione che fondai con altri amici aveva alcune delle distinzioni che sono "illegali", in particolare soci onorari. Ma esiste la laurea honoris causa, tanto per dire... Non sarebbe il caso di rendere "legale" anche la qualifica di socio onorario, cioè un socio che per qualche tipo di onore relativamente alle finalità dell'associazione viene fatto socio e la relazione potrebbe essere inversa; per esempio per una ssociazione di scalatori (per dire) sarebbe un onore avere come socio onorario un nome illustre della scalata; una associazione di astrofili potrebbe fare socio onorario un professore universitario che simpatizza per l'associazione e la supporta in qualche modo, per esempio dando le sue competenze in materia a titolo gratuito (parlo poi di associazioni noprofit) ecc.
1. Un'altra cosa: sebbene con gli stessi diritti e doveri, un socio fondatore in effetti non può decadere, o sbaglio?
2. CIoè si rimane soci fondatori vita natural durante?
3. Se alcuni soci (diciamo la maggioranza) decide di cambiare lo statuto, ma un socio fondatore non è d'accordo e lascia l'associazione, in che senso non è più socio fondatore?
4. Ovvero: pur avendo rinunciato (perché non più pagante l'associazione) ad essere socio, resta socio fondatore... e torna poi ad usufruire dei diritti della "nuova" associazione nel momento in cui paga. Ma nello stesso tempo, pur non essendo più socio ma restando socio fondatore (compare il nome nell'atto costitutivo), in che modo si relaziona (diciamo "legalmente") con la nuova associazione determinata dal nuovo statuto?
Sulla questione del socio "onorario" posso concordare con lei. Onestamente il Fisco non discuterà mai sul singolo caso del personaggio illustre. Il problema è se l'Associazione usa questa possibilità per una decina di "amici"...
1. Si sbaglia. Il fondatore rimarrà per sempre tale perchè fondatori sono coloro che firmano l'atto costitutivo: è come dire se può cambiare un evangelista... no perchè Matteo, Marco, Luca e Giovanni sono sempre loro. Ciò non toglie che se il socio-fondatore si comporta male può essere espulso dalla Associazione (rimanendo comunque sempre e comunque tra i fondatori ma non più socio).
2. Se il consiglio direttivo non ti espelle, si. E anche dopo morto si rimane fondatori (ma non più soci)
3. In nessun senso. Rimane fondatore e non più socio.
4. No, qui le manca la comprensione di un aspetto fondamentale. Non basta non pagare la quota sociale per non essere più socio. Legga questo nostro post. O si è soci in regola con la quota sociale, o si è soci non in regola con la quota sociale, o non si è più soci perchè espulsi.
Buongiorno e complimenti per il vostro lavoro.
Ecco la mie domande:
Premesso che siamo un ASD da pochissimo costituita, affiliata ad un EPS e registrata al CONI. L'associazione è costituita da 4 soci, si occupa da statuto di insegnamento e diffusione di pratiche yoga e filosofie orientali. Teniamo corsi a persone che tesseriamo alla EPS cui siamo affiliati; queste persone pagano il tesseramento annuale e la retta mensile dei corsi.
1) Possiamo continuare ad operare in questo modo (solo tesseramento tramite EPS, senza diventare soci) o è irregolare?
2) Nel caso in cui dovessimo far diventare soci tutti gli allievi, per ogni nuovo associato dovremmo redigere un verbale di assemblea, o dobbiamo seguire qualche altra procedura?
3) Possiamo tenere una lezione di prova gratuita a persone che non sono nè soci nè tesserati?
Grazie anticipatamente
1) Per noi è assolutamente conforme alla normativa (altri nostri colleghi ritengono di no... ma tant0è) ma non ha senso avere una associazione di soli 4 soci. L'Asd dovrà crescere con voi in termini di soci e attività. Quindi non immaginate di avere 4 soci e 100 tesserati all'eps. Tenete sempre, almeno, un rapporto di 1 a 2. Cioè: 4 soci, 8 tesserati. 20 soci, 40 tesserati etc etc
2) Si. Fate però attenzione ad assicurarli e che siano in buona salute (se gli capita qualcosa il Presidente ne è responsabile).
Salve, in merito all'obbligo di dotarsi di un certificato di prevenzione incendi entro il 07.10.2013, chiedevo se la nostra palestra di superficie inferiore ai 200 mq rientra comunque nell'obbligo di munirsi di tale certificazione. Grazie
E' una domanda da cento milioni di dollari! A nostro parere SI. In ogni caso, nel dubbio, da buon padre di famiglia vi consiglio di farlo a prescindere.
Salve, faccio riferimento al post di Danilo,credo che ci sia una imprecisione nella risposta (oppure è errata la mia interpretazione).I minorenni possono avere una quota sociale gratuita o minore in quanto per legge (e per la maggior parte degli statuti)non hanno diritto di voto, quindi non si lede il principio di "democrazia" nella associazione. Grazie
Assolutamente no. I soci minorenni hanno comunque diritto di intervenire e partecipare come tutti gli altri. Quindi devono pagare la medesima quota sociale annuale.
La nostra ASD sta cercando di rivedere un po' i propri regolamentoi interni e quindi anche lo Statuto, per eliminare alcuni punti "grigi" e ovviamente per cercare anche di regolarizzare.
Avevamo pensato di introdurre una categoria di soci "sostenitori", cioè quelli che non fanno attività sportiva, con una quota di associazione inferiore, ma partendo dal principio "TUTTI DEVONO PAGARE LA MEDESIMA QUOTA SOCIALE", questo non sembra essere corretto.
Ma, per i soci minori? Oggi noi, abbiamo una quota di associazione per gli adulti e una, inferiore per i bambini. Anche questo è sbagliato, o non regolare?
Guardandosi in giro, però, vedo che questa cosa sia normale anche per alcuni EPS (UISP ad esempio mi sembra abbia almeno tre tariffe: dirigenti, atleti adulti, bambini).
grazie in anticipo per il chiarimento
Danilo
Dopo aver immesso la domanda ho riletto tutti i post precedenti e ho trovato in parte la risposta.
Provo a dare una soluzione, ovviamente da sottoporre al vostro giudizio.
1) Quota sociale uguale per tutti, adulti e bambini, ad esempio 10€
2) Quota di utilizzo materiale della ASD (siamo arcieri, quindi i bersagli e altro) differenziato: esempio 50€ adulti, 20€ bambini.
2 bis) Posso dire anche 0€ per i non arcieri... ma questo non è come definire i soci sostenitori? Se questo è corretto, questi soci hanno diritto al voto in assemblea o si possono escludere indicandolo nello statuto?
3) Quota di tesseramento alle federazioni o EPS alle quali la nostra ASD è associata. Le quote sono indicate dalle Federazioni/EPS
E' corretta questa interpretazione?
grazie per la pazienza
Danilo
Tutto corretto! Bravissimo!
Una sola nota sul punto 2bis: consigliamo di non fare mai in alcun caso quote sociali da 0 euro e i soci sostenitori, anche se non arcieri, non devono avere meno diritti o pagare una diversa quota sociale. Fate 10 euro anche per loro e fine (oppure portatela per tutti a 5 euro).
grazie!
mi rimane solo un dubbio. La doamnda che avevo inserirto al punto 2 bis:
I soci "sostenitori", diciamo con quota associativa 10€ e utilizzo materiali a 5 €, possono essere esclusi dal voto in assemblea, indicando questa limitazione nello statuto?
Scusate l'insistenza, ma è un argomento sul quale si sta discutendo molto al nostro interno.
grazie
Danilo
No, non si può assolutamente. E' il basilare principio di democracità che è obbligatorio per legge affinchè vi sia riconosciuto il diritto ad utilizzare un regime fiscale agevolato: tutti i soci devono avere pari diritti.
Buongiorno, mi unisco alla conversazione di Antonio chiedendole se le dimissioni volontarie debbano essere messe a verbale del Consiglio del Direttivo, o basta semplicemente prenderne atto.
cordialmente
Giuseppe
Meglio il passaggio in Direttivo. D'altronde chi o come dovrebbero prenderne atto altrimenti?
Riprendendo questo tema vorrei chiederLe un chiarimento.
Visto che tesserare gli utenti comporta molti vantaggi da entrambe le parte (l'utente non deve pagare la quota annua ma solo le prestazioni specifiche, l'asd non deve convocarlo alle assmblee) perchè si continua ad associare ? non sarebbe piu facile per tutti fare solo i tesseramenti? Come accennava lei prima, le scuole calcio fanno tesseramenti per il 90 Þl loro parco utenti , vuol dire forse che si ritrovano quindi con pochissimi soci?
Come vede il fisco questa interpretazione?
Sinceramente se chiedessi a tutti i miei associati quanto sono interessati al fatto di essere soci e quanto a praticare sport ......ha già intuito la risposta!!!!Io voglio essere nel giusto ma talvolta la realtà è diversa!
La ringrazio per la sua attenzione
Salve,vorrei porre un quesito: se apro una ssd arl unipersonale,per gestire una palestra di fitness;
1- devo associare i frequentatori per considerare le quote decommercializzate?
2- oppure li posso solo tesserare ad un eps ed affiliare la mia ssd?
3- se diventano soci della mia ssd li devo convocare all'assemblea per approvare il bilancio e per rinnovare le cariche?(considerato che sono l'unico socio amministratore?)grazie per il disturbo -
Salve, non ci occupiamo di SSD. Solo di Associazioni.
Salve gradirei sapere come cosa scrivere in una lettera di dimissioni da socio ordinario ed eventualmente a chi indirizzarla .es direttivo . Inoltre posso consegnarla a mano grazie e complimenti leggo sempre con attenzione i vostri post. Potrebbe andare bene così Il sottoscritto ........... chiede di essere cancellato da socio ordinario della seguente società ..... in data della stessa. Concludo chiedendovi la cancellazione avviene automaticamente dalla presentazione della domanda o deve sempre riunirsi il cosiglio direttivo grazie
Si, la lettera che propone va bene. Le consiglio o di mandarla con raccomandata e ricevuta di ritorno, oppure di consegnarla a mano ma facendosi firmare una copia per ricevuta da un membro del direttivo.
La cancellazione avverrà al momento della prese d'atto del Direttivo (salvo che il vostro Statuto non dica qualcosa di diverso).
In che termini sarebbe bene non abusarne? o meglio... i tesserati "esterni" che partecipano non devono essere superiori a determinati numeri?oppuregli eventi in questione devono essere sporadici? giusto per farmi un idea di quanto la norma puó essere ritenuta accettabile.
Nel calcio quasi tutte le ASD non associano gli atleti ma li tesserano alla LND e stop. Ma questa norma è nata per semplificare la contabilità dei tornei, non tanto per far evitare alle ASD di non associare i propri atleti... Non ho mai visto verbali in cui si eccepisce questo comportamento e, a parere mio, la norma è chiara. Ma molti colleghi commercialisti storcono il naso su questo aspetto e mi preme mettervi sul "chi va là".
Quindi se come associazione sportiva si è affiliati a comitati come CSI o UISP tutti coloro che sono tesserati per tali enti possono partecipare alle nostre iniziative come se fossero nostri "soci" anche se in realtà non sono nostri tesserati. È corretto?
Si, grazie al comma 3 dell'articolo 148 del TUIR. Suggerisco comunque di non abusare di questa norma.
Ha ragione mi scusi. Abbiamo un' associazione che ha come finalità l diffusione della cultura e conoscenza della formazione del personale in genere da statuto organizziamo corsi, Stage, Eventi editoria per i nostri fini istituzionali i quesiti erano
1. Se volesse partecipare ad un nostro evento qualcuno che non è associato, ma tale evento non si svolge nei locali dell'associazione ma in sedi esterni che ci hanno invitato (enti, uffici, privati etc può essere ammesso all'evento?
2. Mi è sembrato di capire che come associazione culturale non possiamo optare per l'opzione di ammettere ad un corso occasionale qualcuno che non sia socio ma che può essere tesserato con il nostro ente (MSP)? O ho capito male?
3. Come associazione culturale è superfluo essere affiliati ad un Ente? (sia esso MSP, ARCAS etc) o è richiesto per legge?
Cosa consigliate in tal caso?
Grazie
1. Si, se partecipa gratuitamente. Per potergli emettere una ricevuta fiscale dovreste avere una partita iva e pagarci sopra le tasse.
E il gioco potrebbe non valere la candela (dovreste avere almeno 3000 euro di entrate per sperare di ripagarvi del costo della tenuta di una Partita Iva): senza considerare che, in ogni caso, una Associazione noprofit può avere entrate commerciali di questo tipo molto limitate.
2. L'MSP è un Ente di Promozione Sportiva (o parliamo di due enti diversi?). Se siete affiliati ad un Ente Nazionale, i tesserati all'Ente possono partecipare alle vostre attività come se fossero vostri soci.
3. E' una scelta della Associazione. Noi crediamo che sia utile per fare "rete". Rimanere da soli non è mai la scelta migliore.
Faccio parte di un associazione culturale e di formazione(educazione e miglioramento del personale) e mi è sembrato di capire che non è possibile tenere seminari informativi o educativi(limitati ovviamente ai fini istituzionali) a non soci che siano comunque affiliati ad un ente tipo APS. Vero? Inoltre come possiamo regolarci se in sede di seminario, conferenza e simili tenuti in luoghi esterni alla sede dove è richiesta la nostra presenza (sede di privati, altre associazioni e simili dovesse presentarsi un non socio? Per la nostra tipologia di sssociazione dobbiamo comunque affiliarci ad un ente o non serve?
Le chiederei di riformularmi le domande e metterle in un elenco puntate. Fatico a capire chi siete e cosa fate.
salve leggendo i vostri post mi sono accorta che abbiamo fatto molta confusione tra soci e tesserati , considerando tutti i tesserati quali soci, come si può rimediare ?
Difficile dirlo senza conoscere lo stato della vostra situazione. Potreste cominciare col seguire la giusta procedura da oggi in poi e sistemare il passato pian piano presentando ai tesserati il modulo di iscrizione alla Associazione.
Salve, sono presidente di un Circolo Nautico a.s.d.,con 85 soci tutti ordinari e con quota sociale uguale per tutti. Il circolo gestisce 40 posti barca (in concessione demaniale), assegnati a soci che pagano una quota servizi differenziata, a seconda delle dimensioni dell'imbarcazione, assoggettata a IVA che il circolo versa detraendo il 50%. Nel regolamento è scritto che il posto barca è un mezzo per procurare economie per sostenere l'attivita istituzionale,(scuola di vela e attività agonistica velica).
Possiamo considerare la quota servizi come attività istituzionale e quindi decommercializzata?
a titolo di informazione le nostre entrate ammontano a circa 7.000 euro di quote sociali e a circa 20.000 euro di quote servizi.
Grazie per la consulenza.
Direi che DOVETE, considerarla de-commercializzata. Questo perchè non potete avere entrate commerciali superiori a quelle istituzionali (pena la perdita del regime fiscale agevolato).
Tutti i circoli velici nostri clienti fanno, correttamente, rientrare lo stallaggio delle barche come entrate istituzionali.
Buon pomeriggio
avrei bisogno di ricevere da voi un consiglio sull'associazione culturale di cui sono presidente.
L'associazione in questione è stata costituita due anni fa ed il consiglio direttivo è composto da tre persone me e altre due.
Non abbiamo attualmente soci iscritti all'associazione poichè in questi due anni abbiamo organizzato mostre d'arte contemporanea ed eventi correlati e non abbiamo avuto esigenza di inserire soci nell'associazione.
Attualmente stiamo avendo problemi con la terza persona facente parte del consiglio direttivo e vi sto scrivendo appunto perchè vi chiedo di poter avere una delucidazione sul modo in cui comportarci per poter far si che lei si dimetta o per "mandarla via".
essendo noi gli unici soci dell'associazione vale il convocare l'assemblea e riunirci votando a maggioranza dei componenti?
Oppure che strada devo percorrere?
Attendo vostro riscontro.
Saluti
Valeria
Dipende da cosa dice il vostro Statuto. Non è comunque previsto che una Associazione non faccia nuovi soci e rimanga ai fondatori, facendo attività... Detto questo potete leggere questo nostro vecchio post che potrebbe adattarsi al vostro caso: http://www.teamartist.com/blog/2012/04/24/come-revocare-il-presidente-di-una-associazione/
Non sono stati coinvolti altri soci poichè nell'arco di due anni di attività sono state organizzate 3 mostre e 4 reading e tutti eventi di autofinanziamento.
Il nostro statuto, letto e riletto miliardi di volte non riporta nulla riguardo all'eventualità dell'espulsione o dimissioni di un appartenente al consiglio direttivo.
Pertanto cosa mi consiglia di fare? convocare il consiglio direttivo e votare a maggioranza dei componenti?
La ringrazio nuovamente
Valeria
E rimanere in due nell'Associazione? Non ha senso. Prima fate entrare almeno altri 2-3 soci e poi votate la sua espulsione (motivandola!!!!) e il suo reintegro con un nuovo socio.
Il vostro Blog è veramente fantastico. Ringraziandovi per le precedenti risposte vi propongo ancora alcuni dubbi (gli ultimi, lo prometto):
1) Il nostro statuto prevede che per diventare socio un soggetto debba essere tesserato per la nostra Associazione ma anche affiliato ad uno dei 2 centri di promozione sportiva a cui ci appoggiamo. Nel caso si sia tesserato con ma non è iscritto a nessun dei due centri di promozione sportiva e non vuole tantomeno farlo come lo dobbiamo considerare? Socio oppure no? Può ugualmente aver diritto di voto in Assemblea Soci?
2) Se uno dei soci non versa la quota annuale come va considerato?
Sempre ugualmente iscritto ma senza il diritto di voto in Assemblea? Oppure non è più socio?
3)Avendo un assicurazione RCT è obbligatorio assicurare tutti i soci presenti nel Libro Soci? Oppure solo quelli che sono in regola con tutte le norme statuarie e i versamenti della quota annuale?
1. Dovremmo leggere il vostro statuto. A naso, da quel che dice, se non volesse iscriversi ad un EpS avendone un obbligo statutario, dovrebbe essere espulso dalla Associazione.
A parere mio, comunque, si tratta di un obbligo senza senso. Se avete fatto un verbale di direttivo ed approvato la sua domanda, e lo avete inserito a Libro Soci, è un socio a tutti gli effetti.
2. Socio moroso. Poi bisognerebbe leggere il vostro statuto per capire come considerarlo.
3. Boh. Non so chi siete, cosa fate, a cosa serve la polizza...