Soci Fondatori, Soci Ordinari, Simpatizzanti, Soci Sostenitori, Soci Onorari, Tesserati… Tante definizioni diverse che spesso portano le Associazioni a scrivere Statuti non del tutto a norma.
La conseguenza di ciò? La perdita dei diversi regimi fiscali agevolati per le diverse organizzazioni no profit (siano essi ASD – Associazioni Sportive Dilettantistiche o ETS – Enti del Terzo Settore, tra cui le APS – Associazioni di Promozione Sociale e OdV – Organizzazioni di Volontariato)
Partiamo da un principio cardine: un’associazione che vuole godere della de-tassazione deve garantire la parità di diritti e doveri interna e per far ciò, tra le altre cose, non ci possono essere aderenti all’associazione di serie A e di serie B.
*Nota bene: “socio” e “associato” sono equivalenti anche se tecnicamente i soci sono delle Società e gli associati delle Associazioni.
Questo concetto della “Democrazia interna” lo abbiamo già visto in altri articoli: a partire da come deve essere accettato un nuovo socio, a come deve essere espulso un socio inadempiente. È un principio determinato dall’articolo 148 del TUIR e sempre controllato in modo accurato e puntuale dagli Ispettori Fiscali.
Ma perché ci interessa? Il motivo è che almeno il 30% degli Statuti – che ancora oggi esaminiamo – contiene un errore fondamentale.
Discriminano tra gli aderenti all’associazione: associato e associato.
La motivazione me la sono sentita dire tante volte: “Non è giusto che chi si è sbattuto per fondare l’Associazione possa vedersi portar via l’Associazione da un gruppetto di nuovi aderenti all’associazione – soci appena arrivati“.
Signori: questa è l’essenza stessa della Democrazia.
L’Associazione non è una proprietà privata ma una proprietà collettiva. Per non pagare praticamente tasse lo Stato vi chiede che tutti i soci siano uguali, che una testa valga un voto, e che chiunque sia eleggibile a qualsiasi carica.
E l’Agenzia delle Entrate ha predisposto un modo comodissimo per scoprire quali Associazioni rispettano questo principio e quali no (sapendo quindi a chi dare la precedenza nelle future ispezioni fiscali).
Una dichiarazione specifica nel Modello EAS, la numero 9: “che le quote associative sono uguali e non differenziate“. Chi ha risposto di NO, ha scelto una corsia preferenziale verso un’Ispezione fiscale!
Statuti e diritti dei soci
Ma andiamo avanti e prendiamo un pezzo di uno Statuto tipo in cui si indicano le diverse tipologie di soci. Vi assicuro che questo è uno statuto reale e non inventato:
“I Soci saranno classificati in 4 (=quattro) distinte categorie:
Bene, tutto irregolare.
Si possono certamente diversificare nominalmente i soci in diverse categorie quali, ad esempio SOCI FONDATORI (che sono coloro presenti nell’atto costitutivo), SOCI ONORARI (coloro – pochi – che per particolari meriti vengono riconosciuti come tali, di solito benefattori, ex presidenti, personalità etc) e i SOCI ORDINARI (cioè quelli accettati di volta in volta dietro loro espressa domanda, dal Direttivo).
Attenzione però: tutti i Soci, a prescindere dalla loro categoria di nomenclatura, non possono avere diritti/doveri diversi (spesso, invece, ad esempio alcune categorie vengono indebitamente esonerate dal pagamento della quota sociale annuale o non possono candidarsi a ricoprire cariche associative o votare nelle Assemblee eccetera).
È possibile istituire delle categorie di soci, libere, con contributi maggiori – un esempio sono i soci benemeriti – a patto, appunto, che sia possibile fare una scelta e che non sia quindi obbligatoria. Altro caso discutibile (ma molto diffuso) è quello di proporre quote sociali agevolate per particolari categorie: anche questo non è democratico perché appunto facilita e agevola solo alcuni in modo discriminante.
Un’altra confusione si genera in merito alla differenza tra soci e tesserati. Approfondiamola nel prossimo paragrafo.
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La confusione nasce perché molte Associazioni si affiliano a loro volta ad altre Associazioni/ Federazioni/ Enti di carattere nazionale che TESSERANO i propri soci.
Sono due cose diverse che richiedono procedure differenti.
Spesso le Associazioni commettono questo errore: considerano che TESSERARE una persona al proprio Ente cui si è affiliati, significhi contemporaneamente far diventare anche socia la persona in questione alla Associazione medesima.
NON è necessariamente così.
Sono due cose diverse con procedure divergenti (e tra l’altro non si è obbligati a essere sia soci che tesserati).
Quindi, in sostanza: il socio è dell’Associazione, mentre il Tesserato è dell’ente nazionale cui l’Associazione si è affiliato.
Esiste quindi una domanda per diventare socio ed è una domanda per diventare tesserato, con diverse procedure di accettazione e verbalizzazione.
Le domande di ammissione a tesserato devono essere approvate dal Consiglio Direttivo dell’Associazione. Il verbale deve essere inserito a Libro Verbali, e il nuovo socio deve essere inserito a Libro Soci.
Il vincolo associativo è, dal momento dell’ammissione, a vita.
Le domande di ammissione a tesserato devono essere approvate dall’ente di affiliazione nazionale. Con il tesseramento è abbinata un’assicurazione. Il vincolo di tesseramento è annuale.
ATTENZIONE: alcuni enti di affiliazione nazionale – non tutti – pretendono però che l’aspirante tesserato sia già socio dell’Associazione.
Non è però considerato un obbligo di legge, quanto una loro scelta regolamentaria.
Per le due procedure, è utile non dimenticarlo, vi devono essere due distinte informative per la privacy.
Negli ETS, il tesserato che non fosse anche socio non acquisisce particolari diritti. Ad esempio non può partecipare alle Assemblee soci, non può eleggere il Consiglio Direttivo o farsi eleggere nello stesso.
Nelle ASD invece, grazie alla recente riforma dello Sport (articoli 16 e 17 del D.Lgs 36/2021) il tesserato che non è anche socio acquisisce di legge i medesimi diritti degli associati, tra cui il diritto di partecipare alle Assemblee soci, di eleggere il Consiglio Direttivo e di farsi eleggere nello stesso (normativa a nostro parere assurda e che dovrà essere modificata ma, al momento, così è).
È fondamentale sottolineare l’importanza dei diritti e degli obblighi che accompagnano l’appartenenza a un’associazione. Ogni aderente all’associazione dovrebbe essere pienamente consapevole dei propri diritti di voto, dei diritti di partecipazione alle assemblee, dei diritti di accesso ai documenti sociali e dei diritti di partecipazione alle attività dell’associazione.
Allo stesso tempo, è cruciale che ciascun socio comprenda e adempia ai propri obblighi contributivi, agli obblighi di partecipazione alle attività dell’associazione, agli obblighi di rispetto dello statuto e delle delibere dell’assemblea, nonché agli obblighi di rispetto delle norme fiscali e contabili.
Un aspetto altrettanto vitale è la conformità alle normative vigenti, inclusi gli obblighi di rispetto delle norme sulla privacy e sulla protezione dei dati personali, così come gli obblighi di rispetto delle norme sulla sicurezza sul lavoro.
Questi aspetti non solo garantiscono una gestione etica e responsabile dell’associazione ma contribuiscono anche a consolidare un ambiente di lavoro sicuro e rispettoso dei diritti di tutti gli aderenti.
Garantire il rispetto di questi principi è fondamentale per mantenere la legittimità e l’integrità dell’associazione, assicurando che operi in linea con i valori di parità di diritti e doveri, promuovendo un ambiente di cooperazione, rispetto e uguaglianza tra tutti i suoi membri.
Se sei interessato ai soci minorenni leggi invece Diritto di voto nelle associazioni: il socio minorenne può votare?
Damiano Dalerba & Stefano Cabot
Direttori area noprofit di TeamArtist
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Aggiornato gennaio 2024
Buongiorno,
volevo sapere se una palestra che da S.R.L. è diventata Associazione Sportiva Dilettantistica può far pagare annualita' diverse o meglio fa i prezzi in base alla simpatia e amicizia. Non trovo giusto che si paghino prezzi diversi per usufruire del medesimo servizio.
Grazie per l'attenzione resto in attesa di cortese sollecito riscontro.
Cordiali saluti.
ANNALISA
Direi proprio di no. Ma lei è cliente o socia di questa palestra?
Salve!
Avrei 2 domande da fare:
1- La ns Asd effettua cene sociali all'interno della struttura del circolo, possono accedere a qs cene anche famigliari o amici dei soci ed eventuali tesserati o possono essere presenti solo i soci effettivi?
2- Una Asd che si occupa di equitazione e fa anche attività ricreativa (ping pong, giochi a carte ecc) può tesserare delle persone interessate anche solo a qs genere di attività?
1. Senza entrare sulle questioni legate alle licenze di somministrazione alimenti e bevande, ai regolamenti di igiene, etc, solo soci e tesserati.
2. Se lo Statuto non lo esclude direi di si.
Da quello che ho letto mi è parso chiaro che, da presidente di un'ASD affiliata a una DSA e registrata al CONI, ammesso che il mio statuto e statuto/regolamenti della DSA di appartenenza non mi vincolino a tesserare tutti i soci, posso legittimamente avere a che fare con:
- soci della mia associazione tesserati alla DSA (opzione comunque sempre preferibile)
- soci della mia associazione non tesserati alla DSA
- tesserati alla DSA dalla mia associazione ma NON miei soci
(1) Indipendentemente dalle 3 categorie di soci, vi si applicano le stesse considerazioni in termini di attività istituzionale/commerciale per le prestazioni, ad esempio, di corsi o allenamenti?
(2) Quali sono diritti e doveri dell'associazione verso i tesserati NON soci e viceversa? Ovvero, so di dover avere la copia del loro certificato medico, so che i non soci non hanno diritto a prendere parte alle assemblee ma anche non hanno il dovere di pagare la quota annuale all'associazione (giusto???), ma quali altre considerazioni si applicano?
(3) Come ricevuta per la quota di tesseramento (il cui importo è fissata dalla DSA) posso usare una ricevuta semplice ed, eventualmente, applicarci sopra una sorta di ricarico (minimo, tipo 2€) per il servizio di tesseramento alla DSA per chi non è socio (in fondo, pur perdendoci tempo per seguire l'iter di tesseramento, il tesserato non socio non contribuisce in alcun modo alle "casse" dell'associazione, come invece fa il socio con la quota annuale).
Grazie mille per le delucidazioni.
1. Se intende il principio della de-commercializzazione, si.
2. Se non soci, perchè mai dovrebbero pagare la quota associativa annuale? Non ne avrebbero alcun titolo. In pratica sono atleti tesserati per voi ma non hanno alcun diritto/dovere cui fanno invece riferimento i vostri soci.
3. Non so cosa sia una "ricevuta semplice". Sicuramente può applicare i "costi indotti" dalle operazioni di segreteria per il tesseramento.
Grazie!
Alla (2) in sostanza, quindi, il rapporto tra ASD e tesserati non soci si riduce semplicemente:
- nell'obbligo per l'ASD di tenere i loro certificati medici (come per altro per i tesserati che sono anche soci) e vigilare affinché i tesserati non in regola con il certificato non vengano iscritti alle gare
- nell'obbligo per il tesserato di fornire all'ASD un certificato medico valido (e rinnovarlo qualora scada) e di non partecipare alle gare qualora non sia in regola con il certificato.
1. Corretto?
- nell'obbligo per il tesserato di pagare la propria quota di tesseramento (qualora i regolamenti dell'ASD lo richiedano) e/o inserimento negli albi tecnici della FSN/DSA/EPS con eventuale ricarico per "spese di gestione"
E, chiaramente, un tesserato gode di eventuali indennità/premi/rimborsi che l'ASD dovesse prevede...
2. Giusto?
1. In linea di massima, si. Poi bisognerebbe entrare nel dettaglio dell'Associazione per essere più precisi.
2. idem
Ok perfetto. Se riformulo le domande con la variante FSN quali sono le risposte?
Grazie infinite.
1. Si
2. No, mi parrebbe un raggiro- tra l'altro facilmente riscontrabile-
1. Salve da quando ho capito leggendo questo blog i nostri bambini che seguono i corsi di calcio potremmo solo tesserarli con l'eps e i corrispettivi pagati sarebbero comunque considerati de-commerciali. Giusto?
2. Ultima domanda qualora una asd gestisse un campo di calcetto comunale potrebbe tesserare tutte le persone che affittano il campo e incassare la somma per l'affitto in forma de-commercializzata?
Grazie mille
1. Sbagliato. Per tesserare un atleta ad un EPS (diversamente che ad una FSN) bisogna che sia vostro socio.
2. vedi 1.
Grazie della disponibilità.
Le marche da bollo le mettiamo, anche se potremmo fare un po i "furbetti", in quanto la quota iscrizione al corso scuola calcio è di euro 210 pagabili in 3 rate (quindi 70 x 3).
Per praticità rilasciamo ad ogni pagamento un ricevuta "promemoria" numerata, mentre a fine anno ne emettiamo una fiscale dove in un apposito campo, vengono riportati i dati dei 3 promemoria.
Comunque nel sito della finanza, credo d'interpretare che per essere veramente fiscali le ricevute devono essere prenumerate.
http://www.gdf.gov.it/GdF/it/Servizi_per_il_cittadino/Consigli_utili/info-2066592569.html
Saluti
Saluti
Nonostante abbia partecipato al Vs convegno di Livorno, mi permangono dubbi su quanto emerso.
1 Le Quote associative devono essere uguali per tutti
2 Le Ricevute per le detrazioni figli minori iscritti ai corsi, devono essere fiscali
Parlando con numerosi colleghi, e su altri blog, non trovo piena conferma su questi due punti.
A me risulta che le quote possono essere differenziate -confermato dall'associazione dei Milan Club relativamente ai punti soci Junior e soci Senior
-da blog di altri Professionisti con conferma scritta "la possibilità di differenziare le quote sociali non è vietata per legge, ma a tale eventuale differenziazione non devono seguire disparità di trattamento tra i soci o diverse possibilità di accesso ai “servizi” erogati dall’ente.
Buon lavoro"
Voi mi confermate il contrario?
Grazie
1. La quota sociale minima annuale per potersi associare alla Associazione deve essere uguale per tutti. Cosa vuol dire? Che può differenziare le quote ma non obbligare una particolare categoria a dover pagare di più per avere gli stessi diritti di altre categorie. In sintesi: deve essere una scelta del singolo associato quello di versare una quota maggiore per far parte di una diversa categoria e, a questa categoria, non devono essere attribuiti maggiori privilegi.
2. Ci pensi: a suo parere lo Stato può accettare che si alleghi come pezza giustificativa di detrazione dai propri redditi una ricevuta non fiscale? Inoltre, se proprio vogliamo essere precisi, il concetto di "ricevuta non fiscale" nemmeno esiste...
Saluti e grazie, per il primo quesito ok capito tutto.
Mentre per il 2 quesito, non capisco perchè nessun CAAF o Commercialista, al quale vengono portate le nostre ricevute, (ne facciamo circa 200 l'anno) che rilasciamo per le detrazioni pratica sportivi figli, le ha mai rifiutate o contestate.
Sono passate anche da una verifica fiscale, a cui poco tempo fa siamo stati sottoposti.
Nelle guide IRPEF troviamo ...................
Le spese devono risultare da idonea documentazione che può consistere in un bollettino bancario o postale, ovvero fattura, ricevuta o quietanza di pagamento da cui risultino:
• la ditta, denominazione o ragione sociale e la sede legale ovvero, se persona fisica, il nome cognome e residenza, nonché il codice fiscale del soggetto che ha reso la prestazione;
• la causale del pagamento;
• l’attività sportiva praticata;
• l’importo corrisposto per la prestazione resa;
• i dati anagrafici del praticante l’attività sportiva e il codice fiscale del soggetto che effettua il pagamento.
Nel presente rigo vanno comprese anche le spese indicate con il codice 16 nelle annotazioni del CUD 2013 e/o del CUD 2012. ....
Si parla sempre di ".. ricevuta o quietanza di pagamento da cui risultino ..".
Sensa dubbio la Vs interpretazione è quella giusta, ma noi comuni mortali come dobbiamo intenderla?.
Grazie
Non capisco, qual è il dubbio? A suo parere che cosa determina il fatto che una ricevuta sia "fiscale" o meno?
Saluti.
Per defininizione:
La ricevuta fiscale, deve contenere:
•numerazione progressiva prestampata per anno solare, anche con l'adozione di prefissi alfabetici di serie
•data di emissione
•ditta, denominazione o ragione sociale, ovvero nome e cognome se persona fisica, domicilio fiscale e numero di partita IVA dell'emittente, nonché l'ubicazione dell'esercizio in cui viene esercitata l'attività
•natura, qualità e quantità dei beni e servizi che sono oggetto dell'operazione
•ammontare dei corrispettivi dovuti comprensivi dell'imposta sul valore aggiunto
Ok per tutti i requisiti formali ed eccezione di:
... numerazione progressiva prestampata per anno solare...
Le ns ricevute vengono numerate progressivamente solo all'atto dell'emissione.
Normalmente le R.F. che si acquistano hanno sia la numerazione progressiva prestampata, che un campo previsto per una umerazione interna.
Quindi, pur mancando della numerazione progressiva prestampata, le nostre ricevute (come da Vs modello, sono fiscali)?
Grazie
Se avete anche cura di aggiungere la marca da bollo di 2 euro per gli importi superiori ai 77,47 euro, SI.
Ma il punto, glielo ripeto, è che non possono esistere "ricevute non fiscali". Una ricevuta o è fatta a regola, oppure è carta straccia.
"più o meno" mi lascia perplesso...cosa c'è che secondo voi non va? Non è possibile richiedere contributi differenti per differenti servizi? (ad es. allenamenti per principianti possono costare meno perché di durata inferiore rispetto a quelli per avanzati e di conseguenza il rimborso o compenso orario per l'istruttore cambia). Naturalmente la quota iscrizione annuale all'associazione sarebbe la stessa.
La quota sociale annuale non è una quota di "iscrizione".
Diversamente potete fare una "quota annuale" di contributo per l'uso degli spazi e delle attrezzature.
Salve, in un articolo del nostro statuto (ASD)è scritto:"....Non sono ammessi soci temporanei. Il Consiglio Direttivo ha facoltà di suddividere i Soci in differenti categorie in relazione a differenti quote d'iscrizione e/o quote aggiuntive. Tali categorie, pur mantenendo i medesimi diritti-doveri, hanno possibilità di fruire delle attività e servizi con differenziate modalità di pagamento." Ritenete sia regolare?
Sulla carta... forse si. Poi si dovrebbe vedere come applicate questa norma-
Per vari motivi l'associazione è inattiva dalla costituzione (2010) ossia non ha altri soci oltre i 3 fondatori che hanno cmq versato ogni anno la sola quota iscrizione. Questo dovrebbe essere l'anno buono e si è pensato di fare in questo modo:
quota iscrizione annuale all'associazione uguale per tutti; poi il socio può scegliere se versare una quota per partecipare agli allenamenti per un periodo (es.dal 2 giugno al 2 agosto)indipendentemente da quante volte partecipa;oppure abbonamento a seduta da utilizzare entro una certa data.
Altra opzione potrebbe essere stabilire una quota associativa annuale di importo più elevato che consenta ai soci anche la partecipazione libera a tutti gli allenamenti organizzati o cmq previsti (non ci sarebbe più un corrispettivo specifico o quota aggiuntiva). TUTTI I SOCI AVRANNO GLI STESSI DIRITTI E DOVERI come previsto in Statuto. Tutti i Vostri suggerimenti sono graditi. Grazie ancora
Più o meno dovrebbe funzionare.
nella nostra associazione teatrale dobbiamo risolvere una questione legata al pagamento della quota sociale; ovvero ci ritroviamo con alcune persone che esprimono il desiderio di continuare a collaborare ma di non essere soci ovvero di non voler pagare la quota sociale; pertanto avremo pensato di fare due categorie: soci tesserati che pagano la quota annuale e che sono partecipi alle cariche sociali, ASSOCIATI di SCOPO che pur collaborando sono liberi di andarsene ovvero che non pagano la quota sociale e pertanto non sono eleggibili ne' possono avere diritto di voto ma solo di parola (pertanto sono soci di fatto temporanei). E possibile una simile soluzione oppure quale?
Il punto è questo: questi "associati di scopo" in qualche modo darebbero dei soldi alla Associazione a qualsiasi titolo? E, se si, in quali casi?
Stavo pensando di contribuire con la mia adesione alla LILT (lega lotta contro i tumori) quando leggendo lo statuto (onlus) trovo proprio questa differenzazione.
Art. 3 comma 1
a) soci ordinari;
b) soci sostenitori;
c) soci benemeriti;
d) soci onorari
con quote che vanno dai 15€ ad oltre 300€... ma il principio di democrazia? Qui non viene applicato?
Tanto di cappello per l'opera svolta, ma questo non li autorizza a non rispettare la legge.
La cosa che piu mi perplime, è che il CDN (consiglio direttivo nazionale) è nominato Art 6 comma 4, dal Ministro della Salute....
Commenti in merito?
Il punto è questo: a diverse quote corrispondono diversi diritti?
Salve,sono presidente di una ASD di burraco da due anni,affiliata ad un EPS, ASD che ha come oggetto sociale l'insegnamento del gioco del burraco come momento di aggregazione sociale, effettuiamo corsi di apprendimento gratuiti,partecipiamo a Campionati di circolo,regionali e Nazionali organizzati dall'EPS a cui siamo affiliati.Siamo una piccolissima ASD di giovani soci che si ritrova una volta a settimana ma, il carico fiscale a questo punto è veramente assurdo, vien voglia di mollare tutto.
I ns dubbi, dopo aver letto i vostri suggerimenti,sono questi:
1)abbiamo un numero limitato di soci(10) e un numero elevato di tesserati(200) che partecipano saltuariamente ai tornei, tutti regolarmente tesserati all'Ente di promozione, l'Ente di promozione li vuole tutti soci della ASD.
Vi sono per legge chiari compiti per i soci di una ASD (devono partecipare alla vita della ASD), vi sono poi le disposizioni del TUIR a cui pure voi fate riferimento e la prassi per l'iscrizione come soci che non è immediata.
Noi abbiamo cercato di risolvere il problema in questo modo: tesseriamo tutti all'Ente di promozione consegnando loro le tessere e li facciamo partecipare ai tornei o ai corsi, chiediamo ai freguentatori più assidui se vogliono aiutarci nell'organizzazione della ASD e a quel punto viene da loro compilata la richiesta per diventare socio, che sara' poi sottoposta al Consiglio direttivo. In questo modo riteniamo di avere soci veri,solo che è sempre molto difficile trovarne di disponibili ad aiutare, preferiscono rimanere tesserati. Ci chiediamo ma siamo nel giusto?
2)A quali problemi andiamo incontro con l'EPS se i loro tesserati non sono iscritti al ns libro soci?
Premetto che l'unico foglio che loro danno allegato alla tessera non va restituito a loro firmato,ma è praticamente una richiesta di iscrizione a socio alla nostra ASD che deve avvenire secondo loro nel momento stesso del tesseramento. Noi non facciamo firmare tale foglio ma uno nostro nel quale è ben specificato che si tratta di un tesseramento all' EPS a cui l'ASD è affiliata allegando allo stesso, il modello con numero di tessera da loro prestampato, datoci dall'EPS. Loro ci richiedono solo un file con determinati dati, giorno del tesseramento, n° di tessera,nome cognome, residenza data di nascita.
Sperando di essere stato chiaro vi ringrazio per la velocità e competenza con cui rispondete alle varie domande che vi poniamo e per la continua informazione che ci fornite su facebook.
Andrea
1. No. Nel momento in cui li tesserate, dichiarate all'Ente che sono vostri soci. Quindi dichiarate il falso...
2. Con l'EPS? Credo che non sia nel loro interesse sollevarvi problemi. Il problema potrebbe invece essere sollevato in un controllo fiscale... il che è molto peggio.
Salve sono socio fondatore di una associazione di volontariato che segue i bambini autistici e le loro famiglie: siamo appena nati, con tanto entusiasmo ma poca esperienza.
Le domande sono rivolte al corretto inquadramento di soci e volontari: premettendo che tutti i soci sono uguali e pagano in egual misura la tessere annuale, non mi è chiara la differenza (se c'è) tra le 2 categorie:
1. Il volontario deve essere anche socio o no?
2. Il volontario è obbligato a pagare la tessera?
3. Ci sono compiti che possono essere svolti solo da soci o tutti possono far tutto??
4. C'è obbligo di assicurazione per i volontari nei confronti dei terzi??
Molte grazie in antiicpo per l'aiuto
1. Non obbligatoriamente, ma mi pare sempre strano quando non è così. Inoltre il volontario deve essere assicurato e per questo motivo, normalmente viene associato e poi tesserato ad un ente nazionale.
2. Quale tessera?
3. Dipende dai vostri regolamenti interni. Ma un volontario che non viene in qualche modo inquadrato con voi è un estraneo. Come può quindi operare a nome vostro? Per questo si tende ad associare sempre tutti i volontari.
4. Dipende dal tipo di Associazione... ma tendenzialemente, si.
Grazie, quindi riassumendo ed usando un po di buon senso possiamo dire che tutte le persone facenti parte l'associazione è bene che assumano la qualifica di socio e se previsto paghino un tesseramento simbolico/quota associativa; l'organizzazione interna stabilirà i vari compiti da affidare per il bene dell'organizzazione ed è buona norma che ci sia una assicurazione per tutti indistintamente che ne tuteli l'operato.
L'unica cosa inesatta è sulla quota sociale annuale: essa è obbligatoria e di minimo 5 euro.
Buongiorno, vorrei chiederevi una Info. E' possibile per un'associazione culturale far aderire nuovi soci durante un evento organizzato?
NO. E' possibile proporre di compilare la richiesta di iscrizione. Ma l'accettazione non può avvenire contestualmente (al massimo il giorno dopo).
1) Se un'associazione di volontariato organizza, nell'ambito delle sue attività istituzionali, un incontro culturale con cena, e chiede un contributo ai presenti per finanziarsi, ciò si configura come provento e va tassato? e in che modo?
2) Tra i presenti alla cena, bisogna distinguere tra soci e non, ai fini fiscali?
1. Dipende. Chi parteciperebbe? Soci o non soci?
2. Esattamente. Ma avete una licenza di somministrazione alimenti e bevande?
Salve, il nostro statuto prevede la qualifica di socio onorario, ma non dice nulla riguardo alla loro nomina. La nomina spetta al Consiglio Direttivo o deve essere "ratificata" dall'Assemblea dei soci? In entrambi i casi si tratterebbe di un'elezione vera e propria con tanto di votazione?
Grazie mille
Potete fare come preferite. Io farei una nomina per acclamazione in Assemblea Soci (altrimenti che onorificenza sarebbe?). Chi vorreste onorare con questo titolo?
Vorremmo nominare un nostro socio e un non tesserato. Entrambi hanno contribuito in maniera determinante alla costituzione e alla crescita dell'associazione.
Buongiorno,
ho partecipato al Convegno di Bergamo e onestamente è valso il viaggio da Verona.
Vengo alle domande (ho fatto alcune ricerche tra i post con la barra ma non sono riuscito a leggerli tutti):
1. Al convegno ci è stato detto che per le ASD affiliate a Federazioni Sportive riconosciute dal CONI (quindi NO enti promozioni sportiva, circoli e altre no profit) possiamo avere tesserati non soci. Cioè io posso avere il mio tesserino FIR e giocare le partire e non essere socio della mia Associazione. Volevo capire quale è il concetto ispiratore di questa indicazione. Perchè cambia radicalmente il concetto democratico dell'Associazione.
2. Organizziamo un torneo dove partecipano circa 15 squadre. Inquadro questa iniziativa come una delle due manifestazioni occasionali annuali concesse alle no-profit. Al convegno è stato detto che far pagare la quota di iscrizione alle squadre è attività commerciale. Il fatto è che la quota ci è utile, più che per la somma in sè (€ 200), per avere un impegno reale delle squadre partecipanti con un minimo di anticipo, necessario per organizzarci. E spesso si concede uno sconto (€ 50) da spendere il giorno del torneo per incitare le squadre a inviare la caparra in anticipo. Anche questo al corso abbiamo imparato che è promozione di attività commerciale... Come possiamo gestire questa situazione?
Grazie.
1. E' una opportunità riservata alle FSN ma che non tutti applicano: chieda informazioni al riguardo alla FIR.
La ragione è molto semplice: perchè obbligare le Associazioni ad associare atleti solitamente minorenni (che, in quanto tali non possono nè votare, nè essere eletti, nè avere diritto di parola) che nella grande parte dei casi, una volta cresciuti, non parteciperanno alla Associazione?
2. Ma non sono tutte affiliate alla FIR? In questo caso si tratterebbe di entrate decommercializzate parificate alle istituzionali!
Fermo restando le quote associative uguali per tutti è possibile organizzare dei corsi aperti tutto l'anno, ma con pagamento differenziato dei corrispettivi a seconda della frequenza: mensile (es. € 40), trimestrale (es. € 100), annuale (es. € 300) con la finalità di assicurare una maggiore continuità delle presenze?
Grazie come sempre per la disponibilità
P.S. Sono stato al Convegno di Venezia e ho avuto modo di apprezzare la vostra competenza e precisione nelle esposizioni e risposte.
Si, è possibile.
Siamo un aassociazione culturale di promozione sociale iscritta la Conacreis. I nostri soci hanno tutti pari diritto di voto e abbiamo definito soci differenti in termini di denominazione e di "uso" dei servizi associativi.
Mi spiego: all'interno dell'associazione sono stati creati comitati culturali, ognuno diei quali si occupa dello sviluppo di una disciplina naturale, reiki, ayurveda, costellazioni familiari ecc...
Ogni socio si iscrive e aderisce ai servizi di un unico comitato culturale. Se desidera ampliare la gamma dei servizi, si iscrive ad un altro comitato culturare. Avremo quindi un socio denominato ''socio reiki'' e poi un'altro o il medesimo socio denominato ''socio ayurveda'' ecc... L'iscrizione avviene con il versamento sempre della stessa cifra, la quota associativa di 180 euro. Quando il socio ritorna e partecipa ad un seminario all'interno del comitato al quale ha aderito, verserà una somma minore rispetto alla quota associativa, 160 euro oppure 90 euro se ripete un seminario al quale ha già partecipato, e quella somma specifica verrà inquadrata come contributo associativo. Analogamente il socio versa contributi asscociativi per l'acquisto di beni prodotti dal lavoro volontario dell'associazione e da attività di somministrazione di alimenti e bevande (senza licenza di ristorazione). Qual'ora riscontraste anomalie in quanto detto sopra, come possiamo adeguarci?
Grazie
Buona giornata
A naso direi che non c'è nulla di anomalo. Ma per esserne certi bisognerebbe fare una verifica approfondita.
Salve, la nostra Asd ha da poco fatto un abbonamento alla vostra piattaforma.
Vorrei cortesemente un chiarimento riguardo la Quota Sociale di una Asd il cui anno sociale va da gennaio a dicembre ma che svolge la propria attività istituzionale da settembre ad agosto(e di conseguenza raccoglie la maggior parte delle richieste di ammissione nel periodo settembre/ottobre). Avendo chiaro il fatto che la quota sociale annuale, uguale per tutti, corrisponde all'anno sociale (solare) e di conseguenza "scade" ogni anno a dicembre:
1. è possibile e conforme al principio di democraticità far pagare al socio che si iscrive a settembre (o anche a marzo) una quota-parte proporzionale della quota annuale intera, relativa ai mesi che devono venire? ed esonerarlo quindi dalla quota-parte proporzionale relativa ai mesi passati (durante i quali non era socio)? Fermo restando che a tempo debito (presumibilmente il successivo mese di gennaio) verrebbe richiesto il pagamento della quota intera relativa al nuovo anno?
Vi ringrazio se vorrete chiarire questo quesito che ho visto formulato in maniera simile in altri post precedenti ma ai quali, pur scorrendo attentamente i post, non mi sembra abbiate già dato risposta. Grazie mille della vostra assistenza!
Dovete distinguere tra la quota sociale annuale e le quote per i corsi. La quota sociale minima (che deve essere identica e pagata da TUTTI i soci) non può essere scorporata o dilazionata. Mentre sulle quote dei corsi potete formularle come ritenete più opportuno (e sicuramente proporzionarle ai perio di frequentazione è una cosa utile ed intelligente).
Seguendo il suo consiglio ho chiesto ad XXXXX, la quale mi ha risposto nel seguente modo:
"Gentile, potete tesserare direttamente all'ente di promozione sportiva l'importante è che sul vostro statuto siano previsti i tesserati prova a controllare"
Voi capite se posso oppure no? Se non compare nulla posso quindi modificare lo statuto? Che modifica devo apportare? Cosa devo scrivere?
Grazie ancora.
La risposta dell'Ente non ha nessun significato. Non sono le VOSTRE regole statutarie che possono determinare chi può essere tesserato al LORO Ente.
Rivoltiamo la frittata: sui moduli che dovete compilare per tesserare le persone cosa c'è scritto? Cosa vi è scritto sul loro regolamento di affiliazione?
posso inviarvi i moduli e i regolamenti?
Grazie.
Non gratuitamente... Piuttosto: ENGEA non è riconosciuta dal CONI, quindi non potete iscrivervi al Registro delle ASD. Avete verificato?
Engea è affiliata a E.P.S. che poi è affiliato al Coni.
Sul fatto che A.s.d. Equilara sia iscritta al Coni ne sono certa.
Come posso fare a farvi visionare della documentazione a pagamento?
Grazie.
Lara
http://www.teamartist.com/consulenza/
A quale EPS?
Buongiorno, l'a.s.d. equilara, che si occupa di equitazione, e' affiliata Engea per essere poi iscritta al coni.
1. Puo' tesserare engea l'atleta senza farlo diventare socio dell'associazione?
2. Se no, a chi deve affiliarsi per poter far cio`? Nell'ambito dell'equitazione?
1. Credo di no, ma dovrebbe chiederlo a loro (per iscritto, con risposta scritta).
2. Fise.
Buongiorno, siamo una ASD calcistica con 2 squadre , una squadra di "adulti" (15-40 anni) e una squadra Under14, mi chiedevo come comportarmi con la quota associativa, scrivete sempre che le quote devono essere uguali per tutti, ma la differenza di costi supportati dalle 2 squadre son molto diversi (l'under 14 praticamente non comporta spese (iscrizioni a tornei gratis) se non il lavaggio della muta ogni settimana), mentre per la squadra maggiore i costi sono più alti (iscrizioni a tornei, etc.).
Come dobbiamo comportarci?
La QUOTA SOCIALE ANNUALE deve essere uguale per tutti i soci. I contributi per partecipare alle diverse attività della Associazione possono avere importi diversi.
buon giorno,
1. l'esistenza di soci temporanei è legittima dal punti giuridico, ma illegittima dal punto di vista fiscale, ovvero non consente di usufruire di vantaggi fiscali?
2. se una associazione vende oggetti ai non soci, i soldi ottenuti sono esenti da tassazione solo se non superano il 66% dell'ammontare delle quote di iscrizione o secondo quali altri criteri?
1. No, i soci "temporanei" sono un concetto che non può coesistere nello status di una noprofit.
2. Dipende dal tipo di Associazione, se questa ha o meno la partita iva ed ha aderito alla 398, dal tipo di oggetti, dall'importo totale di queste vendite rispetto al totale delle entrate annuali della Associazione. Parta dal presupposto che di norma le associazioni non possono vendere nulla ai non soci (ed ai Soci non si parla propriamente di "Vendita").
Acquisito che tutti i soci devono avere gli stessi diritti e doveri a partire da una minima quota associativa uguale per tutti e diritto di voto attivo e passivo, è possibile prevedere due categorie di soci, ordinari e sostenitori, dove coloro che desiderano essere sostenitori versano una quota aggiuntiva per un "sostegno" partecipe all'associazione, ma in cambio hanno diritto ad agevolazioni ed anche la gratuità nel pagamento dei specifici corrispettivi per le attività?
Grazie
Direi di si.
Salve, vorrei chiedervi se è possibile utilizzare per il tesseramento la formula dell'anno effettivo anzichè dell'anno solare, ovvero se un socio aderisce ad aprile 2014 deve rinnovare l'iscrizione ad aprile 2015? Questo è possibile anche se da statuto l'esercizio sociale vale dal 1 gennaio al 31 dicembre? Grazie in anticipo per la risposta
Il vostro anno sociale è quello solare e non può essere cambiato (a patto di modificare lo Statuto). Il socio può pagare la quota sociale quando preferisce durante l'anno solare.
Salve, complimenti per la professionalità e la preparazione che dimostrate, porgo la mia domanda:
1) un socio di un'associazione culturale può invitare uno o più amici non soci(gratuitamente)ad un evento che si svolge all'interno dell'associazione? Grazie...
In linea di massima, si. Che tipo di evento?
L'evento nel mio caso specifico è il compleanno del bimbo del socio..grazie..
Siete assicurati per ogni evenienza?
Nel caso di una associazione di categoria, i Soci possono essere Ditte individuali, oppure snc o SRL?
Grazie
Si, se lo Statuto è scritto correttamente-
Possono essere previsti da statuto anche i soci onorari, a condizione che paghino la stessa quota dei soci ordinari?
Se è un titolo puramente onorifico che non prevede diritti/doveri particolari, si.
Quindi in uno statuto che preveda varie tipologie di soci (benemeriti,effettivi, sostenitori,atleti, giudici di gara, tecnici, medici sociali e dirigenti) non e' corretto anche pe pagano tutti la stessa quota sociale?
Se hanno tutti gli stessi diritti/doveri non ci sono problemi (ma per certezza si dovrebbe verificare lo Statuto).
Salve, leggendo un po' di quesiti posti dagli utenti mi è sorto un dubbio sulla differenza dell'iter da percorrere per diventare socio o semplice tesserato.
1. Per diventare socio, questi presenta la richiesta, il CD si riunisce e valuta la richiesta, comunica all'aspirante socio il risultato, il socio viene ammesso e può usufruire dei "servizi associativi". Corretto?
Il tutto comporta il trascorrere di un certo lasso di tempo.
Secondo il comma 3 dell'art.148 del TUIR le ASD possono "erogare" servizi in diretta attuazione degli scopi istituzionali anche a non soci, ma semplici tesserati..
2. Domanda: l'iter per tesserare un soggetto è lo stesso per diventare socio?
1. Ni. Il verbale deve andare a libro verbali e il nominativo nel Libro Soci.
2. Tesserato a cosa?
Buongiorno, la nostra ASD di paracadutismo effettua lanci in Tandem con istruttori qualificati. Il lancio in Tandem è solo di divertimento, ma i passeggeri, per normativa ENAC sono considerati allievi a tutti gli effetti. Questo comporta che una volta terminato il lancio al 99% non li vediamo più (a meno che non siano interessati a corsi di paracadutismo).
1. Li dobbiamo considerare soci ordinari con diritto di voto in sede di assemblea? La quota che pagano per il lancio tuttavia non prevede la quota associativa.
2. E se modifico lo statuto indicando che i soci ordinari sono quelli che hanno pagato per due anni consecutivi la quota associativa è una valida soluzione?
1. Voi non potete considerare socio chi vi pare. Socio è chi segue questa procedura: http://www.teamartist.com/blog/2013/03/13/procedura-corretta-nuovo-socio-associazione-asd/
2. No, sarebbe illegale.
La sua ASD ha la partita iva?
si ha regolare Partita IVA
Per cui potete far rientrare i lanci "saltuari" come attività commerciale a pagamento.
1. In una ASD possono essere organizzati degli stage di perfezionamento a favore solamente di alcuni soci (che se lo pagano extra quota associativa) selezionati da parte dell'istruttore oppure tali stage devono essere aperti a tutti i soci dell'associazione?
2. Puo' configurarsi una disparità di trattamento nei confronti dei soci?
1. Si
2. No, nella pratica sportiva è normale (pensi alle arti marziali: una cintura bianca non fa il corso di una cintura nera).
Penultima domanda: la quota sociale viene stabilita (da statuto) anno in anno dal direttivo... o meglio viene stabilita entro il 31 dicembre di ogni anno... viene data notifica ai soci... e poi dal 1 al 15 gennaio dell'anno successivo (in genere) hanno tempo per versare la quota e i nuovi presentano le nuove domande di iscrizione versando le relative quote.
I nuovi soci vengono accettati con delibera del direttivo e i soci e stessa cosa avviene per i soci che manifestano volontà di abbandonare l'associazione.
Quelli che non pagano la quota vengono "avvertiti" e poi nel caso il direttivo ne delibera l'esclusione
1. Stiamo facendo le cose regolari?
ultima domanda: Il nostro primo statuto non riporta la dicitura di "soci praticanti" e "soci non praticanti", è una cosa che abbiamo definito con un regolamento interno approvato dall'assemblea (sullo statuto un articolo rimanda ai regolamenti interni per tutto ciò non riportato nello statuto).
Ora ci accingiamo a registrare un nuovo statuto più completo (non appena avremo i soldini per registralo come atto all'agenzia delle entrate) e quindi aboliremo il regolamento interno (scrivendolo sul nuovo statuto) e tutte le norme tra cui questa dei soci sarà esclusivamente sul nuovo statuto.
la domanda è...
2. abbiamo fatto le cose a regola?
1. Direi di si.
2. Uhmmmm... sarebbe meglio normare questi aspetti, invece, come state facendo adesso. Il nuovo statuto è fai-da-te?
Salve, sono il segretario di un'associazione di sbandieratori (associazione culturale), la nostra associazione fa pagare due quote differenti..o meglio ai "soci praticanti" viene chiesta una quota maggiorata perchè ci sono spese di assicurazione, spese di strutture sportive per gli allenamenti, acquisto di materiale , spese per portare i ragazzi in trasferta etc etc. che vengono dedicate esclusivamente ai ragazzi che picchiano sul tamburo o che sventolano la bandiera.
Ci sono poi i "soci non praticanti" che pagano una quota inferiore...entrambi però godono degli stessi diritti associativi o meglio hanno stessi diritti in caso di votazioni nelle assemblee etc etc..quest'ultimi soci sono magari i simpatizzanti che poi nella realtà non vanno in giro a fare gli spettacoli o a partecipare alle varie manifestazioni.
Secondo il vostro post siamo nell'illegalità?
Direi di no. Sarebbe più corretto avere una quota sociale uguale per tutti e poi una quota aggiuntiva per i soli praticanti. Ma si tratta di sofismi.
Salve, vorrei avere alcune info riguardo la tipologia di socio. Stiamo costituendo un\'associazione culturale, per quanto riguarda l\'attività di somministrazione interna possiamo utilizzare la tipologia di socio sostenitore anche se non è visto di buon occhio dal fisco? Vorremmo evitare che tutti, ma proprio tutti, possano avere il diritto di voto, ecc..
Legga il post di questa pagina.
Specifico che, sono state proposte tre quote sociali differenti questo per agevolare l’adesione di nuclei familiari con capacità di spesa limitata; 10 euro per i minorenni, 20 euro peri famigliari e 25 euro per i singoli. Premesso che, alle diverse quote associative non corrisponde una differente posizione del socio in termini di diritti e prerogative e pertanto rimangono inalterati i diritti, legati ai principi di democrazia e uguaglianza, di tutti gli associati. Quanto scritto è fattibile?
Grazie
No. Se sono un maggiorenne single vengo discriminato: devo pagare 5 euro in più per avere gli stessi diritti di un socio famigliare.
Salve, relativamente alle quote associative chiedo:
1) La quota associativa annuale e la quota per la partecipazione all’attività sociale devono,obbligatoriamente, essere versate assieme oppure queste due quote possono essere pagate dai soci in tempi differenti con il rilascio di due distinte ricevute?
2) Il socio può richiedere all’ASD di versare solamente la quota associativa ma non la quota per la partecipazione alle attività sociali?
3) Diviene una sorta di socio sostenitore?
4) In merito alla differenziazione delle quote associative siete stati molto categorici nel dire che ciò
non è possibile, tuttavia da più soci mi giunge la seguente domanda :
Possono esservi differenti quote sociali se approvate dall’Assemblea con la specificazione che alle diverse quote associative non corrisponde una differente posizione del socio in termini di diritti e prerogative, rispetto alla reale fruizione e godimento di determinati beni e servizi?.
Grazie
1. Possono (sarebbe anche meglio) essere pagate separatamente.
2. Assolutamente si.
3. No. E' socio come tutti gli altri soltanto che non partecipa alle attività sociali a pagamento
4. Non ho capito la domanda. L'importante è che non ci siano soci di serie A e di serie B. Ciò significa che la quota sociale MINIMA per poter godere dei diritti sociali (essenzialmente il diritto di voto e di elettorato attivo e passivo) deve essere uguale per tutti.
Salve, siamo una nuova ASD per pesca sportiva in laghetto privato, abbiamo contattato due federazioni per l'affiliazione ma ciò che non mi è ben chiaro è il discorso delle tessere associative:
1-possiamo affiliarci senza avere le loro tessere ma non siamo coperti da nessuna polizza ass.
2-affiliarci e avere le tessere e quindi una copertura assicurativa verso i soci.
3. In entrambi i casi noi come asd dobbiamo rilasciare la nostra tessera ai soci?
4. una federazione ci ha risposto che basta rilasciare ai soci la tessera associativa che ci daranno loro e non la nostra.
1. Più o meno. Potrebbe esserci una qualche formula assicurativa compresa nella affiliazione (chiedeteglielo esplicitamente però! Magari per iscritto), ma le assicurazioni per gli atleti (obbligatorie di legge) si hanno solo tesserando gli stessi (o facendo voi una assicurazione ad hoc... ma vi costerebbe molto di più). Inoltre, tutte le affiliazioni prevedono comunque un numero minimo di tesserati.
2. vedi 1.
3. Non vi è obbligo di rilasciare tessere ai soci.
4. Non essendovi l'obbligo, questa può essere una soluzione.
Salve sono socio di una società cooperativa, mi chiedevo se fosse possibile iscriversi come soci sostenitori o non esiste questo tipo di "socio" diciamo così, ho letto tutte le risposte ma sinceramente non ho capito bene come funziona. Quindi io posso diciamo pagare la quota aiutando così la cooperativa senza poi dover lavorare? oppure come posso giustificare l'entrata di denaro da parte della cooperativa? ultima domanda la cooperativa di cui sono socio vorrebbe fare una raccolta fondi la può fare ? perché non sono convinti che si possa fare. Non so se mi sono spiegato su quello che volevo dire, se non fosse chiaro cercherò di riscriverlo in modo diverso. Grazie mille in anticipo per la risposta. Sandro
Salve, qui ci occupiamo solo di associazioni.
Grazie infinite!!
Buongiorno, volevo fare una domanda per quanto riguarda il versamento della quota di socio e il tesseramento dello stesso:
nello statuto della propria asd viene anche indicata la quota che una persona deve versare se vuole diventare socio dell'associazione. La mia domanda è:
1. i soci fondatori, dopo aver costituito la asd devono anche loro pagare questa quota (facendola risultare come entrata nella cassa dell'asd)?
2. O questa è in qualche modo rappresentata da ciò che hanno già pagato per costituire l'associazione?
Stessa cosa per la quota da versare come tesserato:
3. anche i soci fondatori devono risultare come tesserati alla propria associazione, quindi ognuno di loro deve versare in cassa anche la relativa quota?
4. O è sufficiente che si intestino una tessera?
1. Si
2. No. I soldi per le spese di fondazione sono o una donazione o un prestito infruttifero.
3. Si
4. No
Salve, volevo verificare la bontà della formula che vorremmo adottare per i soci della nostra ASD. Visto che operiamo in un quartiere periferico abbastanza degradato dove le famiglie che viviono con stipendi modesti avevamo pensato di torvare delle convenzioni con negozi di generi alimentari o comunque di prima necessità che praticassero uno sconto tale da far rientrare interamente la quota associativa che è di 6 euro mensili. In poche parole vorremmo funzionare come un CRAL.
1. Il nostro dubbio è: una ASD può funzionare come un cral?
2. Inoltre volevamo sapere: è possibile legare il diritto di candidarsi a cariche istituzionali ad un numero minimo di anni di iscrizione alla ASD?
1. Se vi affiliate ad una associazione nazionale di CRAL, si.
2. No
Grazie per la risposta. Permettetemi di porvi un'altra domanda, perchè la situazione adesso è anche meno chiara di prima. Ho provato e verificare una possibile affiliazione ad un' associazione nazionale cral, una marea di convenzioni, il fatto è che a nostro avviso queste convenzioni non sono utili alla causa, un esempio su tutti , avere un sconto del 15% nel centro benessere, piuttosto che il 10% per la settimana bianca, risultano di scarso aiuto a persone che vivono un importante disagio economico. Forse l'utilizzo della parola cral ci ha confusi e magari vi abbiamo fatto capire qualcosa di diverso da quello che intendiamo fare. Vi riformulo la domanda, cosi come mi viene chiesto di formularla, dai miei amici soci (a volte si ha tanta sete di "perchè"). Possiamo chiedere al supermercato, alla farmacia, alla pizzeria del quaritere di fare uno sconto alle famiglie che fanno parte del asd, senza affiliarci ad altri enti nazionali o federazioni che non siano coni e figc? Se la risposta è no, così come mi sembra di aver capito, potete per cortesia darmi una motivazione, che io possa illutrare ai miei "assetati amici-soci" giusto per potergli spiegare il perchè no. Vi ringrazio infinitamente
Nella vita si può fare tutto, basta farlo nel modo giusto. Come la volete fare voi diventerebbe una attività di sponsorizzazione dei marchi dei negozi da parte della ASD. Quindi si dovrebbe valutare il valore di questa sponsorizzazione ed emettere una fattura sulla quale pagare iva, ires, irap (ovviamente avendo preventivamente aperto una partita iva).
Grazie infinite, adesso ci è un pò più chiara la cosa. Resta il dubbio di come poter dare un valore a questa sponsorizzazione, che francamente ci sembra un ostacolo abbastanza difficile da superare.
A. L'opzione di affiliarci ad associazione nazionale di cral, mi sembra la via da percorrere, ma quelle che abbiamo contattato di dicono per prima cosa voi non siete un cral, siete un'associazione, qualcuno ci ha detto che lo statuto che dovremmo adottare è quello loro, mentre noi vorremmo usare uno specifico nostro.
A tale proposito posso approfittare per un chiarimento che credo si in parte pertinente con il discorso. Ieri sono stato ad un concerto in un locale pubblico, alla porta mi hanno detto dicevano che il concerto è per i soli soci dell'associazione Jazz Club organizzatrice, che per l'occasione usava quel pub. Mi viene proposto di tesserarmi o per il jazz club oppure per un ente a cui questo club è affiliato. Contesto subito la procedura, palesemente illegale, e loro mi danno ragione per ciò che riguarda il loro jazz club, però aggiungono che sono in regola invece per la tessera dell'ente nazionale, (che non cito per rispetto). La domanda è:
1. se tesserare un nuovo socio in questo modo è illegale, può la stessa procedura essere legale se vengo tesserato per l'ente nazionale a cui l'associazione organizzatrice è affiliata?
Credo che sia tutto illegale, morale della favola o sborso 50 euro tra tessera e concerto o vado via. Sono andato via.
A. Io sentirei la FITEL.
1. No, è comunque illegale. Quando si tessera qualcuno ad un ente nazionale si dichiara che è un proprio socio...
salve, sono vicepresidente di una associazione no profit a cui molti hanno aderito solamente perchè piace quello che facciamo per la nostra città e per i bambini ma effettivamente non fanno niente nell'associazione e non sono mai venuti nemmeno in sede. La domanda è questa:
1. possiamo considerarli soci sostenitori? in tal caso non avranno diritto al voto in assemblea dei soci!
2. Nel nostro statuto, purtroppo, è scritto che chi non paga la quota sociale annua decade dalla qualità di socio, ciò vale anche per i soci sostenitori?
Grazie infinite per il vostro aiuto
1. No, è illegittimo.
2. Idem.
Quest'anno ad Ottobre mi è entrata in palestra un allieva che fino all'anno scorso aveva svolto attività agonistica di ginnastica ritmica presso un altra società, pertanto fino al 31 Dicembre 2013 era tesserata con questa società. Dal 1 Gennaio 2014 ho ritenuto opportuno tesserare la ragazza con la mia società e ho scoperto attraverso l'iscrizione online che la vecchia società aveva rinnovato il tesseramento per l'anno 2014.
1. Tutto questo può accadere?
2. senza il consenso dei genitori?
3. senza aver compilato la scheda di ammissione come socio?
Tra le altre cose la ragazza si è ritirata dalla vecchia società a Marzo e non ha mai, a tutt'oggi partecipato agli allenamenti. Mi sono letta il regolamento sul sito della federazione ginnastica e per il tipo di gara che aveva svolto l'anno scorso non ha alcun vincolo pertanto non necessita il nulla osta da parte della vecchia società per poter gareggiare con la mia società.
4. Come mi devo comportare?
5. cosa devo fare?
1. Deve chiedere in Federazione.
2. vedi 1.
3. Non commetta un errore grave: quando si diventa soci di una Associazione lo si è a vita e non serve rinnovare la richiesta ogni anno (anzi, è proprio un atto illegittimo). Diversamente per il tesseramento alla Federazione che invece è una procedura annuale.
4. Ma l'allieva cosa vuol fare? Cercate di non farle perdere la passione per la ginnastica!
5. Senta in Federazione e cercate un accordo con l'altra ASD.
Buona sera, già mi avete risolto dei dubbi in precedenza e vi ringrazio per questo blog. Come presidente di un asd con cf, mi preoccupo di agire sempre nel rispetto delle regole delle associazioni a regime no profit. Dunque il quesito che vi pongo è questo: nello stesso stabile della nostra asd che si interessa di corsi fitness come da statuto, si è aperta un'altra asd che si interessa della sala attrezzi e corsi di arti marziali. Qualche socio e alcuni che dovrebbero presentare la richiesta di essere soci hanno evidenziato il desiderio di fare dei combinati, cioè sala attrezzi e corsi fitness.
1. Ora per non cadere in errore come dovremmo iscrivere questi?
2. si può fare che un asd li iscrive come soci e l'altra come tesserati?
3. o i soci possono essere iscritti a tutte e due asd?
Ci sentiamo un po' confusi e quindi prima di iscriverli ho deciso di chiedere aiuto a voi ,per un consiglio corretto,visto che sono la presidente di una delle asd e non vorrei essere in errore. Colgo l'occasione per richiedere un altro aiuto già esposto pochi giorni fa ma non ho ricevuto risposta.
4. Il segretario del consiglio direttivo per motivi di lavoro deve allontanarsi dal paese per un periodo lungo un anno o più quindi ci urge una nuova nomina o può dare una delega ad un altro (es.direttrice sportiva)?
5. se nuova nomina come mi devo muovere?
1. 2. 3. La soluzione è semplice: affiliate le due ASD allo stesso Ente di Promozione Sportiva. I tesserati all'Ente delle due ASD (o di tutta Italia!) potranno frequentare senza problemi le due strutture.
4. No
5. Come prevede il vostro Statuto.
buongiorno, una asd svolge attivita' di shuttle per mountain bike. poiche' spesso arrivano stranieri che per ovvie ragioni non conviene associare, è possibile considerarli soci sostenitori senza diritto di voto e quindi considerare il corrispettivo pagato per usufruire del servizio come istituzionale?
Assolutamente NO. Apra una partita iva, entri nella 398, e tratti come commerciali queste entrate.
Salve, vorrei avere una informazione circa la regolarità dello statuto di una associazione culturale nel quale si legge:
1) Il Consiglio Direttivo viene eletto per il 60% dal Consiglio dei Soci Fondatori e per il 40% dall’Assemblea a scrutinio segreto ed è composto da 3 a 13 membri in numero dispari.
2) Al termine del mandato, i membri del Consiglio Direttivo possono essere rieletti dall’Assemblea, in accordo col Consiglio dei Soci Fondatori.
3) I soci fondatori non sono obbligati al pagamento della quota annuale. Il Collegio dei Soci Fondatori è composto dai tutti i soci fondatori e non viene mai sciolto. Si riunisce almeno una volta all’anno e ha il potere di eleggere il 60% dei membri del Consiglio Direttivo, con le medesime modalità con cui l’Assemblea degli Associati elegge la sua quota di membri del Consiglio Direttivo. Inoltre, decide insindacabilmente, entro trenta giorni dalla presentazione del ricorso, sulle decisioni di espulsione e sui dinieghi di ammissione.
Mi sembra ci sia un eccesso di potere che consente a chi ha fondato l'associazione di detenere il "potere" a vita. Se vi sono delle violazioni può darmi dei riferimenti chiari?
Grazie.
1. E' una norma illegittima. Il direttivo deve essere eletto al 100% dall'assemblea di tutti i soci con diritto di voto (cioè tutti coloro che sono maggiorenni ed in regola col pagamento della quota sociale)-
2. "in accordo col Consiglio dei Soci Fondatori" è una postilla illegittima.
3. Assolutamente scorretta.
Le violazioni sono in merito ai criteri di democraticità contenuti nel codice civile e nel TUIR. Ad un controllo fiscale l'Associazione verrebbe disconosciuta e trattata come una Azienda.
Vorremmo costituire una ASD per poi affiliarci, è possibile inserire tra i soci fondatori dei minori?
Inoltre il nostro ente vuole un minimo di 10 fondatori, come si evince dai modelli presenti nel sito: fisecampania.it, ma non bastano tre componenti?
Grazie, e ottimo lavoro.
No, non è possibile.
L'ente può imporvi regole diverse e più restrittive... ma chiederei loro se applicano davvero questa restrizione-
l'attivita' svolta da una asd verso non soci puo' essere fatta considerando questo socio come socio sostenitore? deve pagare una quota associativa? e se paga per il servizio questo compenso lo devo tassare e pagarci l'iva se in regime di 398?
Scusi ma questa frase non sta in piedi: "l'attivita' svolta da una asd verso non soci puo' essere fatta considerando questo socio come socio sostenitore"
non soci- socio - socio sostenitore... uno e trino?