Un’altra ondata di fango ricopre il volontariato lombardo (dopo il caso Anpas di qualche giorno fa).
Simile la cifra contestata (anche qui si parla di 800mila euro circa) ma molto diversa la dinamica. Partiamo dall’Associazione. Si tratta di una onlus-ente morale «Associazione nazionale per la tutela della fanciullezza e dell’adolescenza». Se volete potete visitare qui il loro sito internet.
Non quindi, come molti potevano immaginare, una di quelle Associazioni “invisibili” con pochi anni di vita, che poteva cercare di approfittare delle pieghe della legge per trarne dei vantaggi. Qui stiamo parlando di una Associazione antica e importante. Leggete come si descrivono: “L’Associazione, fondata a Milano nel 1898, è oggi un Ente Morale di diritto privato che opera in collaborazione con i Servizi Sociali, il Tribunale per i Minorenni e il Tribunale Ordinario. I suoi servizi includono quattro comunità educative per minori dai 3 ai 14 anni con situazioni familiari di grave difficoltà, un centro di aggregazione giovanile per i giovani della zona di età compresa tra gli 11 e i 18 anni e un centro diurno per minori, struttura a carattere semiresidenziale rivolta prioritariamente ai minori in carico ai Servizi Socio Assistenziali e Sanitari.”
SE VOLETE POTETE ANCHE VEDERE IL VIDEO della GUARDIA DI FINANZA di LODI.
Ma cosa è successo? Lasciamo alle abili penne dei giornalisti del Corriere della Sera la descrizione del tutto:
“L’ACCUSA – Certo che E. N., 60enne milanese, rischia di aver combinato un bel guaio. Perché è stato fino a quattro giorni fa il presidente della prestigiosa onlus, fondata a Milano da don Carlo San Martino, e oggi è accusato di aver sottratto dai conti dell’associazione 800 mila euro con i quali – stando alla ricostruzione del pm della Procura di Milano Angelo Renna e delle Fiamme gialle di Lodi – ha comprato due appartamenti poi trasformati in residence a Galatone, in provincia di Lecce.
I due immobili sono stati sequestrati dalla Guardia di finanza nell’attesa che le indagini facciano chiarezza. Il loro valore è di 400 mila euro. Una parte dei soldi sottratti, infatti, è stata utilizzata per «coprire» i conti di alcune tasse non pagate. Perché tutto è iniziato cinque anni fa quando un contribuente ha denunciato alla Finanza di Lodi l’arrivo di diverse cartelle esattoriali dopo che aveva effettuato il pagamento delle imposte attraverso uno studio di consulenza tributaria di Melegnano (Milano). Studio che, tramite una società, faceva capo al sessantenne (denunciate anche due sue collaboratrici) e a una «sedicente» commercialista.
LA SEDICENTE COMMERCIALISTA – La donna è già finita nelle maglie della giustizia e il processo è arrivato al primo grado. Le indagini successive hanno chiarito che i soldi con i quali i clienti saldavano i tributi non finivano all’Erario ma sparivano in un complesso giro di conti correnti. Quando arrivavano le cartelle esattoriali – in una sorta di catena di Sant’Antonio – le sanzioni venivano pagate con soldi di nuovi clienti. Una volta arrivata la denuncia, le Fiamme gialle hanno approfondito i conti della società e scoperto che anche un assegno intestato alla «Fanciullezza» era stato girato a copertura dei tributi non pagati di altri clienti. Così sotto la lente sono finiti i rapporti bancari del sessantenne e gli inquirenti hanno scoperto l’acquisto delle due case «non certo a scopo benefico» – scrive il gip Maria Grazia Domanico – con i soldi dell’associazione di cui era presidente.
LA REAZIONE DI PALAZZO MARINO – La «Fanciullezza» – sede in via Nino Bixio a Porta Venezia – è stata sostenuta negli anni da consistenti donazioni di banche, imprese e di tanti benefattori facoltosi e anonimi. Soldi che dovevano servire per strappare bambini schiavi dalla strada. L’assessore comunale alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino ha annunciato che Palazzo Marino «interromperà eventuali rapporti con la onlus». «Abbiamo acquisito molta documentazione – hanno spiegato i legali del sessantenne, gli avvocati Marco Ventura e Fabio Venturini – nei prossimi giorni faremo valutazioni più precise».”
Damiano Dalerba & Stefano Cabot
Direttori area noprofit di TeamArtist
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Buongiorno, sono la vicepresidente di un associazione culturale fondata nell'ottobre 2013, con la quale ho organizzato un mercatino natalizio dove ogni socio partecipante ha versato nelle casse dell'associazione euro 180, come quota per sostenere le spese. Pur avendo organizzato, non sono presente al mercatino, perchè impegnata in altro lavoro: per questo gli altri 2 membri del consiglio direttivo mi hanno richiesto tutta la documentazione dell'associazione, cassa compresa, che prima gestivo io, dicendomi che non essendo io sempre presente sul luogo della manifestazione era meglio e più pratico che loro tenessero il tutto.
Ora, io ho dei dubbi su come loro abbiano speso i soldi e alla mia richiesta di poter visionare il tutto si sono rifiutate. Ho paura che abbiano fatto qualcosa di illegale o comunque poco chiaro per poter intascare parte delle quote versate dai soci e non so cosa fare.
Come posso tutelarmi? Come mi devo comportare?
Grazie mille per il lavoro che fate e per i chiarimenti indispensabili che ci date.
Beh, non salterei a conclusioni affrettate. Che scuse hanno addotto per rifiutarsi?