Cari lettori, come sapete riceviamo molto spesso delle richieste di quesiti e delle testimonianze. Quello che vi proponiamo oggi è particolarmente interessante perchè mostra come un cittadino comune, ignaro di cosa sia e come funzioni una Associazione, possa essere raggirato nei modi più impensabili. Ma, prima di andare avanti, leggete la lettera che abbiamo ricevuto:
“Buongiorno, volevo un’informazione sulle leggi che regolano le attività delle associazioni.
Ho portato una bicicletta a riparare da una persona che si definisce parte di un’associazione, che appunto ricicla biciclette, l’associazione ho scoperto poi che non è presente su internet. Il signore la mattina in cui gli ho portato la bici su mia richiesta mi ha fatto un preventivo, orale, e il pomeriggio quando sono andata a ritirare la bici mi ha chiesto un prezzo superiore perchè secondo lui c’era un’altra cosa da fare, eventualità che avrebbe dovuto farmi presente nel preventivo, cioè avrebbe dovuto informarmi sui due tipi di lavori che avrebbe potuto fare per risolvere il problema, infatti solo due potevano essere le cause del problema. Da notare che qualche giorno prima ero già passata e gli avevo fatto la stessa domanda ricevendo la stessa risposta riguardo al costo del lavoro, senza essere informata di queste due possibilità Al che sono rimasta abbastanza indignata perchè essendo la bicicletta molto vecchia per quel costo non l’avrei fatta di certo riparare, e visto che a sua detta non poteva togliermi questo pezzo nuovo e rimettermi quello vecchio, visto che io non ero molto contenta di pagare quella cifra, gli ho chiesto almeno di avere la ricevuta e mi ha detto che come associazione lui non ne doveva fare, gli ho chiesto di scrivermi in un foglio almeno i lavori per avere un pò di garanzia e lui mi ha scritto il lavoro che ha fatto ma senza scrivere nè nome dell’associazione o fare firma, sempre perchè “in quanto associazione non poteva”. Allora mi chiedo se questo può rispondere a verità. In quali casi un’associazione che fa dei servizi in cambio di denaro non è tenuto a fare ricevuta? Grazie, saluti“.
Così come descritta l’attività della Associazione è palesemente illegale ed invitiamo la lettrice a rivolgersi alla Guardia di Finanza (tel.: 117).
E’ ovvio che questa Associazione è solo una copertura per mascherare una attività commerciale che fa concorrenza sleale ai Negozi di ciclismo con partita iva. Anche la copertura è abbastanza interessante perchè in effetti il fine istituzionale sembra molto nobile: nell’epoca del consumismo dove anche le biciclette rischiano di diventare oggetti “usa e getta” si prendono le biciclette rotte e si riparano.
Perchè sia legale però, almeno almeno, si dovrebbero rispettare i seguenti paletti:
1. Chi porta la bicicletta a riparare dovrebbe essere socio (e non chiunque passa da quelle parti).
2. Non ci dovrebbe essere un costo di riparazione ma solo il costo della parti di ricambio.
3. Si dovrebbe insegnare ai soci come ripararsi da sè la bicicletta.
Per rispondere alla signora che ci ha scritto quindi: non è un caso che il “ciclista” si sia rifiutato di emettere una qualsiasi ricevuta… non perchè l’Associazione non sia tenuta quanto per evitare di lasciare delle prove della sua attività illecita (poichè completamente in nero).
Queste Associazioni sono quelle che fanno del male al no-profit italiano. Speriamo che venga segnalata alla Guardia di Finanza e che sia punita severamente.
Damiano Dalerba & Stefano Cabot
Direttori area noprofit di TeamArtist
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OGGETTO : RICHIESTA PARERE ATTIVITA’ ASSOCIATIVA
La sottoscritta Dott.ssa Almerinda Cacchione ragioniera commercialista in Avezzano Via C.Battisti 101 espone la seguente situazione riguardo L’Associazione Crescere in Parrocchia con sede in Avezzano Via Genova n. 2 c.f. 90045320661 gestisce una scuola materna paritaria.
La associazione nel proprio statuto assicura tutta una serie di garanzie:
1) assenza di fini di lucro;
2) rispetto del principio di democrazia interna;
3) disciplina del divieto per gli amministratori di ricoprire cariche sociali in altre associazioni nell'ambito della medesima attività;
4) gratuità degli incarichi degli amministratori;
5) devoluzione del patrimonio in caso di scioglimento ad enti aventi lo stesso scopo sociale.
6) Obbligo di redigere Bilancio di Previsione e Rendiconto Annuale.
7) Obbligo di non distribuire avanzi di gestione ai soci ai né ad altre attività diverse da quelle afferenti la scuola.
L’ associazione si occupa di gestire una scuola dell’infanzia paritaria, iscritta regolarmente alla FISM.
In regola sulla normativa che riguarda la sicurezza , l’agibilità e tutte le autorizzazione per svolgere tale attività.
Nonché i contratti di lavoro dipendente con gli insegnanti nel rispetto della FISM.
L’attività di gestione della scuola dell’infanzia viene svolta mediante un contratto di comodato gratuito che la Parrocchia, precedente gestore , ha ceduto per la durata di 10 anni.
Soci dell’associazione 3 persone fisiche che ricoprono anche le cariche di Presidente vicepresidente e consigliere.
I proventi della Associazione sono dati da quote associative annuali versate dai tre soci e dalle rette che vengono pagate dai genitori dei bambini che frequentano la scuola che non sono soci.
Assodata l’esezione Iva art. 10 n. 20 DPR 633/72
Cortese collega, questo blog fornisce aiuto gratuito solo alle associazioni no profit. Se vuole può acquistare una nostra consulenza a pagamento. http://www.teamartist.com/consulting-appointment/
Buonasera,
leggevo sul vostro modello di Statuto, all'art. 4, "L’Associazione potrà svolgere attività accessorie che si considerano integrative e funzionali allo sviluppo dell’attività istituzionale": si può mettere questa frase se l'asd non ha partita iva o dà adito al dubbio che si intenda attività commerciale? Per es., se si organizza una mostra di fotografia relativa allo sport promosso e praticato nella asd, può essere considerata come attività integrativa?
Grazie mille e buona serata.
Si può mettere quasi quello che si vuole nel proprio Statuto. Poi ci sono cose più o meno convenienti da mettere. Questa non mi pare nè utile nè conveniente. Soprattutto sono molto pericolosi gli Statuti fai da te.
Ecco, mi chiedevo appunto se, nel caso della mostra fotografica che usavo come esempio nel mio precedente messaggio si trattasse di attività accessoria e integrativa (e quindi fosse necessario mettere nello Statuto la possibilità di svolgere attività accessorie e integrative così come ho visto sul vostro modello), oppure se può rientrare nelle attività di promozione e diffusione dello sport dalla nostra asd praticato. Forse, visto che sul nostro Statuto, nell'art. che parla dello scopo della asd, c'è proprio la diffusione, la tutela, la promozione e lo sviluppo di conoscenza e pratica dello sport stesso, allora anche un'iniziativa come la mostra fotografica rientra in tale scopo: o mi sbaglio?
Direi di si
1)Quindi, se vogliamo organizzare una mostra fotografica o iniziative analoghe, non importa che inseriamo nello Statuto quella frase sulle attività accessorie. Mi confermi che ho capito bene.
2) Una asd senza p.iva può organizzare/partecipare a eventi di raccolta fondi?
3) Le eventuali entrate di tali eventi possono essere inserite nel REFA o ci vuole un rendiconto a parte?
Grazie ancora per le vostre risposte puntuali.
1. A naso direi di no.
2. Si
3. Rendiconto separato.
Egr. dott. Dalerba, vorrei sottoporre al Suo giudizio alcuni quesiti riguardanti la mia associazione. Qualche giorno fa ho ricevuto, dall'ispettorato del lavoro, un'ispezione a sorpresa nella sede legale, visita che tante associazioni hanno avuto. Preciso che non abbiamo dipendenti, gestiamo solo, ogni anno, progetti di Servizio Civile e per la gestione dei progetti abbiamo una convenzione, con un'altra associazione, per l'uso della loro sede come luogo operativo per i progetti.
Bene, ora, dopo aver visionato statuto, bilanci, libro soci, verbali ecc... non riscontravano nessuna irregolarità.
Ora dal verbale, ricevuto per posta dopo 40 giorni, contestavano all'associazione due criticità, a mio avviso ininfluenti e non giustificati.
Contestavano e dichiaravano l'associazione non operativa, trasmettendo il verbale al ministero del lavoro per i seguenti motivi:
a- mancanza di un'utenza telefonica intestata all'associazione.
b- mancanza di una sede operativa per gestire le attività.
1. Vorrei sapere, se a sua conoscenza è obbligatorio avere un'utenza telefonica intestata,
2. ed oltre tutto una sede operativa.
L'associazione usa la sede legale, abitazione privata e telefono cellulare, per la gestione delle attività.
Sicuro di una Vostra celere risposta porgo i più cordiali saluti.
Dai dati che ci ha fornito ci pare che non ci sia nulla di irregolare nella vostra gestione. Non esiste infatti alcun obbligo di dotarsi di una "sede operativa" o di una utenza telefonica "intestata alla Associazione". Anzi, dovrebbe essere apprezzato, come esempio di virtù, il fatto di risparmiare su questi inutili costi accessori, usando beni privati dei soci.
Ciò detto non vorrei che questi requisiti fossero contenuti nei bandi cui avete partecipato. Avete verificato?
Vi hanno sanzionato in qualche forma?
Avete modo di opporvi a questo verbale?
Avete pensato di elaborare una vostra "memoria difensiva" da trasmettere subito al Ministero del Lavoro?
Lei Ha ragione, le nostre ricevute NON sono fiscali ( errore mio )ma mi è stato detto che il socio le può portare comunque in detrazione. ora le chiedo essendo NON fiscali bisogna comunque mettere la marca da bollo anche se supera un certo importo?
le ricevute devono essere obbligatoriamente numerate?
se sì la numerazione viene azzerata ogni anno.
ancora grazie
Giuseppe
Si tratta probabilmente delle detrazioni per le spese sportive dei minorenni che possono portare in detrazione i suoi tutori legali che le hanno pagate.
Legga questo post.
Buongiorno, avrei una domanda da porle, giusto per essere in regola. Siamo una asd che prattica arti marziali e facciamo pagare la quota annuale ai soci e in più il costo dei corsi che frequentano. Le rate dei corsi sono due:
1a rata per i mesi di gen.-feb.-marz.-apr.-mag.
2a rata per i mesi di set.-ott.-nov.-dic.
1. Se arriva un nuovo socio nel mese di novembre, dobbiamo far pagare tutta la 2° rata o possiamo ripartire il costo per i mesi che andra a godere?
Anche se non siamo obbligati (cosi dice il nostro commercialista), noi rilasciamo la ricevuta fiscale a tutti.
2. Quello che mi chiedo è: nella ricevuta va inserita anche la quota sociale annuale o va fatta una ricevuta a parte?
Cordialmente.
Salve, visto che si fa seguire da un professionista, queste domande è giusto che le ponga a lui (che conosce la vostra realtà "dal vivo" e può senz'altro darvi un parere più "centrato" del nostro). Anche perchè, per questioni deontologiche, non è nostra abitudine mettere in discussioni le indicazioni di altri professionisti.
In ogni caso:
1. E' una scelta totalmente del vostro direttivo sulla seconda rata mentre è completamente obbligatoria la totale quota sociale annuale.
2. Non credo rilasciata una vera e propria "ricevuta FISCALE" (non credo che la iviate, mettiate la marca da bollo e paghiate la relativa IVA allo stato e che poi paghiate l'IRES sull'imponibile). Propriamente, rilascerete una ricevuta NON fiscale. A nostro parere si devono rilasciare due Ricevute NON FISCALI, separate: una per la quota sociale e l'altra per i corsi. Le consiglio la lettura di questo nostro post.
Buongiorno, ho scoperto questo sito e blog da pochissimo. è splendido!!
Le sottopongo qualche quesito. premesso che io ho un lavoro nella sanità e come hobby faccio teatro e musica. sono già iscritto ad un'associazione che mi rimborsa per alcuni spettacoli tenuti durante l'anno per circa 4 mila euro all'anno.
sto aprendo anche una mia aps di volontariato con un amico musicista e vorrei capire una cosa:
1)dovrei percepire altri rimborsi documentati a piè di lista dalla mia aps: se complessivamente fra le 2 associazioni supero i 5 mila euro annui devo pagarci le tasse? meglio effettuare un cocopro/prestazione occasionale?
2) se io o il mio amico musicista saremo presidente della nostra associazione potremo percepire rimborsi o eventualmente prestare opera (cocopro, lavoro occasionale...) nell'associazione?
3)la nostra aps non avrà p.iva. se riceviamo dei soldi da parte di sponsor privati per organizzare un evento in linea con gli scopi istituzionali, tale importo può essere considerato donazione o subisce una tassazione e costituisce un imponibile?
cordiali saluti
alberto
1. Si. Su quale tipo di contratto stipulare è difficile darle una opinione. Legga questo nostro post.
2. Si, solo nella misura in cui le prestazioni retribuite non siano per il vostro ruolo di Presidente ma per le vostre altre prestazioni. Anche in questo caso, comunque, si deve fare attenzione sia perchè è evidente il conflitto di interessi, sia perchè se mal gestito diventa uno strumento per accusarvi di illecita redistribuzione degli utili. Legga questo nostro post. Il nostro consiglio è di stabilire in direttivo una retribuzione che sia inferiore a quella di mercato.
3. Se ricevete dei soldi in cambio di qualcosa, non può essere di certo considerata una donazione. Leggete questo nostro post sulle erogazioni liberali e questo sui contratti di sponsorizzazione.
buongiorno,piano piano sto leggendo gli articoli del sito e i vari post del blog. fantastico!!
avrei però cortesemente ancora alcuni quesiti da fare, in quanto non avendo competenze commerciali-fiscali, non mi sono chiari alcuni punti, volendo agire nella massima trasparenza e legalità.
sperando inoltre che la mie domande possano essere d'aiuto anche ad altre persone e possano portare ulteriori spunti di riflessione:
1) se un aps di volontariato, oltre al c.fiscale, apre anche una p.iva ma non la utilizza, o la utilizza solo marginalmente (2-3 volte all'anno) tale p.iva ha un costo di gestione fisso?
2)rimborsi forfettari o misti per soci nelle aps e ass.culturali(ho letto già diversi vostri post e relativi commenti, ma non trovo la risposta a questo dubbio che espongo di seguito):
con un commercialista consulente del lavoro ho letto un articolo di legge del 2007 che sostiene pressapoco la seguente tesi:
un soggetto socio di un'associazione avente già ha un altro impiego professionale e versa quindi i contributi inps, può ottenere dalla sua associazione un rimborso per le attività svolte fino a 5 mila euro annui da non dichiarare nei redditi. me lo conferma?
3)c'è un limite di rimborso forfettario o a piè di lista documentato (socio anticipa soldi per attività associazione e conserva fatture) per un socio di un'associazione?
4) se un soggetto è socio di più associazioni può percepire da queste vari rimborsi forfettari o documentati a piè di lista(conosco la differenza)? c'è un limite massimo?
5)se non ho inteso male dai post pubblicati: se l'aps eroga ai soci solo rimborsi a piè di lista non deve presentare 770, se eroga rimborsi forfettari stipula contratti di lavoro invece sì. è corretto?
6)un socio può percepire dalla stessa associazione contemporaneamente; rimborsi a piè di lista, rimborso forfettario, stipulare contratto di prestazione occasionale?
7)il presidente e/o il direttivo possono attraverso delibera scritta incaricare un socio di firmare convenzioni/contratti di collaborazione con altre associazioni/enti ed eventualmente compiere operazioni bancarie?
7) in riferimento alla domanda fatta nel mio post relativo alle sponsorizzazioni per aps, non mi è chiaro un aspetto: se ricevo 1000 euro da un'azienda o più aziende private per le attività istituzionali dell'associazione, e con quei soldi organizzo un evento le 1000 euro costituiscono attività commerciale e di conseguenza l'aps deve dotarsi di p.iva?
cordiali saluti
alberto
1. Assolutamente SI, a meno che non abbia tutte le competenze per poter predisporre da sè alcuni documenti (che vanno predisposti anche con la partita iva inutilizzata) tra cui il Modello ENC. Inoltre l'apertura della partita iva porta con sè tutta una serie di maggiori oneri derivanti. In sintesi, la partita iva va aperta solo nel momento in cui serve (bastano poche ore) e, a nostro parere, solo se si pensa di fatturare almeno almeno 3000 euro l'anno.
2. Per questioni deontologiche non mettiamo mai in discussione i pareri di altri professionisti che, sicuramente, hanno avuto modo di studiare più nel dettaglio la sua richiesta.
3. Non ci risulta. Ma è sempre meglio che il Direttivo autorizzi in anticipo queste spese (specialmente se sono rilevanti).
4. vedi .3
5. Direi di si. Il rimborso forfettario non è soggetto obbligatoriamente a contratto, in ogni caso.
6. Dipende. Se l'attività del socio è una prestazione di volontariato, può percepire i soli rimborsi a piè di lista.
Se invece è una attività lavorativa (disgiunta dal suo ruolo di volontario o di membro del direttivo), può percepire compensi (noi lo sconsigliamo in ogni caso se fa parte del direttivo, per una questione di conflitto di interessi e di potenziale accusa di redistribuzione degli utili). Non ha senso però pagarlo con due formule diverse: o fate una prestazione occasionale o un rimborso spese.
7. Direi di si, ma non ha senso. Questo è un incarico del Presidente, che viene eletto proprio per queste incombenze.
8. A che titolo riceve quei soldi? Come erogazione liberale o come sponsorizzazione? Nel secondo caso deve emettere una fattura, nel primo, no.