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19 Agosto 2013

Gli Sponsor in fuga dallo Sport Dilettantistico?

Giovanni Damiano Dalerba Scritto da Giovanni Damiano Dalerba
Categoria dell'articolo: Gestione dell'associazione
Gli Sponsor in fuga dallo Sport Dilettantistico?

Sul quotidiano L’Avvenire del 10 agosto è apparso un articolo dal titolo evocativo  “Lo Sponsor è scappato“, a firma del giornalista Massimiliano Castellani. Offre degli importanti spunti di riflessione per tutte le ASD e ci pare giusto ed opportuno che si faccia un ragionamento collettivo al riguardo.

Ecco il testo integrale: “Annus horribilis 2013, su tutto il pianeta Sport si assiste al fenomeno della fuga di massa degli sponsor. Tranne la quarta industria di Stato, il calcio di Serie A che perde globalmente il 10% dell’indotto (che va ad alimentare un buco da 300milioni) derivato dalle sponsorizzazioni delle 20 società della massima serie, il resto dello Sport patisce tutti gli effetti collaterali della crisi economica mondiale. 

Lo scenario è da allarme rosso, come i conti e i bilanci dei club di tutto il movimento sportivo nazionale. L’impoverimento del vertice naturalmente fa più notizia, ma le ricadute a pioggia che da questo derivavano – sullo sport olimpico e quindi sul grane bacino del dilettantismo – e che fino a qualche anno fa avevano un loro peso, adesso si sono tramutate in miseria. Un esempio per tutti il crack della Banca Monte dei Paschi di Siena, ha ridimensionato la squadra omonima di basket da 7 anni in qua sempre campione d’Italia. Il valore della sponsorizzazione della maglia della formazione senese fino alla passata stagione era di 7 milioni di euro, cifra diventata impossibile dopo il dissesto seguito allo “scandalo” di uno dei più antichi istituti bancari del mondo. 

Con il basket a Siena, ex oasi dello sport “piccolo è bello”, è crollato anche l’indotto finanziario della società di calcio, prontamente retrocessa in serie B. Ma sono tante le ex cattedrali dello sport e i piccoli e grandi borghi della provincia italiana che nell’arco di pochi anni sono passati dalle stelle alle stalle. Basket e pallavolo le galassie più colpite, ma l’onda anomala degli sponsor in fuga si estende come si legge in questa nostra inchiesta al ciclismo, al tennis e a tutte quelle discipline che fino a ieri se non prosperavano, ma almeno riuscivano a stare ancora a galla. 

La situazione per fortuna non è ancora precipitata ai livelli della Grecia fanalino di coda tra le pericolanti della Ue, ma comincia a subentrare la paura di uno spettro vicino come quello della ex florida Spagna. A Madrid nel 2013 hanno appena denunciato il dissesto finanziario di 63 enti federativi nazionali e 25 di questi (quasi il 40%) versano in condizioni di «fallimento tecnico». Il ciclismo spagnolo ha un debito da 2.5 milioni di euro, circa la metà del budget annuale e assieme al canottaggio le rispettive federazioni sono già in amministrazione controllata. Da noi per ora siamo solo alla fuga – degli sponsor – . Ma fuga è parola che comincia per “f” come fallimento, il vero spettro da evitare dallo Sport italiano tutto.”. QUI l’articolo originale.

Parliamoci chiaro: fino ad oggi il “mercato” delle sponsorizzazioni delle ASD è stato drogato. Per anni è stata utilizzata impunemente la pratica delle soprafatturazioni delle sponsorizzazione sportive (l’ASD fattura alla Azienda 100 euro di cui ne restituisce in nero, magari con finti rimborsi spese ai collaboratori, 50; e l’Azienda defalca dalle tasse come spese pubblicitarie l’intero importo oltre che recuperarci l’iva). Oggi, finalmente, ci sono maggiori controlli e questo giochino è diventato pericolosissimo.

C’è chi difende questo “giochino” con la scusa che ha permesso a molte ASD di poter mantenere certi livelli di qualità. Ma rendiamoci conto che questa illegale maggior disponibilità economica, non solo è evasione fiscale pura e semplice ma drogava anche il sistema; a discapito delle ASD oneste che non si prestavano a queste operazioni (e quindi avevano meno risorse cui attingere). 

Cosa si può fare quindi, per dare a tutti le stesse possibilità? Da una parte i controlli dovranno continuare ad essere severissimi, dall’altra sarà indispensabile dare maggiori agevolazioni fiscali alle Aziende che decidono di sponsorizzare le ASD.  

 

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Damiano Dalerba & Stefano Cabot

Direttori area noprofit di TeamArtist

 

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22 risposte a “Gli Sponsor in fuga dallo Sport Dilettantistico?”

  1. Rispondi
    Lorenzo

    gentilissimo Damiano, come presidente dell'ASD XXXX e imprenditore, vorrei porti una questione che onestamente mi preoccupa.
    1. Avendo sponsorizzato sia la mia associazione che altre realtà che esistono su territorio, vorrei capire: quali sono i rischi che corre un'associazione se supera i 250.000 euro di sponsorizzazione?
    2. Cosa succede all'imprenditore che ha versato esempio 20.000 euro, ad una associazione che poi risulta da controlli e verifiche il superamento dell'importo massimo previsto?
    3. In parole povere, quanto si incorre nell'anti-economicità di chi sponsorizza.

    • Rispondi
      TeamArtist

      1. Sulla quota eccedente i 250.000 non gode più delle agevolazioni fiscali per le ASD in 398.
      2. Nulla.
      3. Non capisco la domanda. Provi a riformularla.

  2. Rispondi
    Giuseppina

    Dirigo nella regione Marche una ASD di ginnastica artistica e ritmica e vorrei sapere come si fa a trovare un imprenditore disposto a una collaborazione per progetti specifici come acquistare le tute per i ragazzini senza gravare sulle famiglie. Possibile che non ci sia nessuno che possa farlo? grazie

    • Rispondi
      TeamArtist

      C'è solo una strada: andare a bussare alle porte di tutti gli imprenditori del suo territorio...

  3. Rispondi
    Giampiero

    le agevolazioni potrebbero e dovrebbero essere maggiori sia per le ASD che per gli sponsor ma, purtroppo, siamo in Italia e non solo le società sportive si avvalgono delle agevolazioni previste dalla legge, ma anche attività commerciali che utilizzano il clichè ASD come "copertura".
    Ad esempio, non penso sia giusto equiparare una palestra di fitness che tessera tutti come atleti di arti marziali o similari (ma ne fa gareggiare occasionalmente solo uno sparuto gruppo) ed equipararla fiscalmente ad una società di basket, calcio o volley che partecipa a vari campionati giovanili...
    Per non parlare dei ristoranti o sale da ballo con incorporata società bocciofila o corpo di danza...

  4. Rispondi
    Andrea

    Buonasera. Abbiamo eletto, con l'assemblea dei soci, da poco il nuovo Consiglio Direttivo. Abbiamo presentato tale modifica all'ADEntrate.
    1. Cambiando il presidente, cambia anche il codice fiscale dell'associazione?
    2. Il Modello EAS va presentato nuovamente?
    Grazie e buona serata

    • Rispondi
      TeamArtist

      1. No
      2. No, basta la variazione dei dati del rappresentante legale fatto col modulo di variazione dei dati del codice fiscale (il codice fiscale rimane lo stesso ma collegato ad un nuovo responsabile legale).

  5. Rispondi
    Giovanni

    Salve, io lessi tempo fa che le associazioni non possono avere sponsor perchè è un contratto di tipo commerciale, così io con la mia associazione culturale non riconosciuta, ho rinunciato a diversi sponsor che mi avrebbero permesso di organizzare diversi eventi (ogni sponsorizzazione a noi ci versano pochissimo, 300 euro/annui).
    1. Quindi le sponsorizzazioni si possono fare anche senza scopo di lucro, oppure no?
    2. esistono alternative?
    3. tipo sponsorizzazione gratuita e una donazione spontanea da parte dell'azienda sponsorizzata?
    non mi è chiaro.
    Grazie mille

    • Rispondi
      TeamArtist

      1. Se è in regola per esercitare l'opzione per la legge 398/1991 ed ha una partita iva, si.
      2. No
      3. No, è un falso e il fisco non è scemo.

  6. Rispondi
    Sandro

    Oggi fare una sponsorizzazione significa essere messo sotto la lente di ingrandimento, quindi sponsor =evasione, purtroppo così la fine non é lontana. Mi chiedo ma chi farà ciò che oggi fanno le società sportive???

  7. Rispondi
    tonio margiotta

    Si descrive la situazione recessiva, facendo riferimento a cause ancestrali della società in cui viviamo e abbiamo costruito per noi e i nostri figli.
    Le motivazioni delle cause, esistono, quali sono? Possono esserne elencate a iosa.
    Una causa su tutte è data dalla conservazione del proprio status patri-matriarcale per eredità del sapere e non della sola solis. La meritocrazia delle conoscenze e formazione è sempre e sola utopia, sono pochi i casi in cui giovani-persone riescono a emergere, perché capaci o riescono ad adattarsi al sistema.
    Il grosso PROBLEMA sono le soluzioni.
    E’ da molto che propongo a ad enti proposti un SISTEMA denominato "CREDIBILITA" che permette di creare risorse per la Formazione della Base.Oggi il sistema e’ stato proposto al CONI, all’UFFICIO per lo SPORT-MINISTERO del TURISMO e lo SPORT on Graziano DELRIO, all’URP Istruzione Ufficio Relazioni con il Pubblico-MINISTERO dell’ISTRUZIONE, dell’UNIVERSITA’ e della RICERCA on. Maria Chiara Carrozza.
    A oggi non sono riuscito neanche a far capire il sistema, perché non ho avuto nessun riscontro d’intenti o colloquio chiarificatore delle potenzialità del progetto denominato “CREDIBILITA” con nessun esponente o responsabile.
    A tutto ciò non c’è risposta, per il costo irrisorio dell’applicazione del sistema o e a fronte della poca possibilità di manovra della gestione dovuta ai PROTOCOLLI d’INTESA da strutturare.
    Saluti.

  8. Rispondi
    ASD CICLO TEAM VALNOCE

    Sono perfettamente in linea con quanto espresso e commentato voglio solo rimarcare la possibilità di poter concedere più agevolazioni fiscali a quelle aziende che vogliono sostenere lo sport tramite le sponsorizzazioni.
    D'altronde ogni associazione sportiva investe tutte le proprie risorse sponsorizzative e non in un solo obiettivo : fare e far fare dello sport a tutti e nella propria specialità.

  9. Rispondi
    Comitato Provinciale ENDAS Rimini

    Un tema su cui Endas Rimini da qualche anno sta elaborando una proposta di tipo democratico, o quantomeno l’apertura di un confronto, è quello legato alle smisurate ricchezze di alcuni soggetti che rappresentano con maggiore evidenza lo sport e con esso gran parte della socialità moderna rispetto al perdurare di una consistente povertà materiale dello sport nell’associazionismo di base dilettantistico e semiprofessionistico.
    Ci riferiamo alla questione legata ai diritti televisivi, in particolare a quelli generati dalle squadre di calcio. Problema apparentemente di settore, ma che a ben guardare per come viene mal affrontato in Italia, favorisce non solo la scomparsa di squadre storiche dalla sera alla mattina, come Torino o Verona ma anche meno storiche che avevano fatto credere di poter essere delle giovani new entry del grande calcio, come Avellino, Arezzo, Treviso, Salernitana, Rimini e tante altre. Cosa accade di diverso rispetto all’Inghilterra? Che da noi la montagna di soldi dei diritti televisivi è suddivisa primariamente da Juve, Milan e Inter con gli avanzi per le altre di serie A e solo da qualche anno si è provveduto ad allargare questa montagna di soldi anche alle altre squadre di A e B. Parliamo di centinaia di milioni di euro dell’industria pallonara. Detto che la serie B inglese viene valutata tre volte abbondanti più di quella italiana, colpisce ancor più sapere che il Manchester United, con il maggior fatturato al mondo incassa da British Sky Broadcasting per le partite di campionato circa 50 milioni l’anno, mentre la Juve già dal 2005 da Sky Italia ne prende 90. Uno sproposito, che resta tale se il paragone si sposta al Real Madrid, il club più blasonato del mondo, che nel bilancio societario iscrive alla voce diritti televisivi (tutti non solo quelli criptati per il digitale terrestre) 71 milioni di euro. Per farla breve, nonostante le attuali modifiche apportate nel sistema italiano a togliere un po’ di vantaggio a Juve, Milan e Inter per ripartirlo con qualcosa in più delle briciole anche alle altre squadre di A e di B, il risultato è che in Inghilterra continua a essere applicato un metodo di redistribuzione delle risorse che consente di mantenere in dimensioni accettabili il gap tra piccoli e grandi club in tutte le serie, anche a promozione del dilettantismo e delle sue necessità infrastrutturali. Sulla base di un ragionamento politico e quindi economico, mica poesia, di questo tipo: i vari Manchaster United, Arsenal e Liverpool già sono sufficientemente garantiti grazie ai loro bacini d’utenza, dalle entrate derivanti da incassi negli stadi, sponsor, marketing e merchandising, all’interno e all’estero. Inutile quindi favorirli ulteriormente anche perché se le differenze di rendimento tra chi lotta per il titolo e chi si batte per non retrocedere superano un certo livello, lo spettacolo viene meno e alla lunga perde anche valore commerciale. Nelle nostre città invece assistiamo sempre più al baratto tra chi mette soldi nel calcio e le amministrazioni comunali che dispensano edificabilità o garanzie a industriali che con il metodo italiota del prendi e scappa, oggi ci sono e domani ti salutano lasciandoti più povero, con un territorio meno sviluppato e una cittadinanza sempre più incavolata, per non parlare dei giovani che sempre meno trovano risposte da quel settore che da sempre in Italia costituisce come in Inghilterra un autentico ammortizzatore sociale.
    Riteniamo quindi di formulare una denuncia e una proposta su questo stato di cose per una sana preoccupazione di tipo democratico e di attenzione alle nostre città e ai nostri giovani che a cavallo di un settore così esposto all’opinione pubblica difficilmente potrebbe non mettere in evidenza l’idea di distribuire i diritti come in Inghilterra anche e soprattutto allo sport minore e alle sue infrastrutture.
    Alleghiamo di seguito l’articolo di libero.it riportante la top 20 mondiale elaborata per il 2012 da Forbes: Tratto da: http://tobe.libero.it/2012051717084-eventsvip-i-20-club-piu-ricchi-del-mondo del 20/5/2012
    Chelsea e Bayern nella top 10, in vetta il Manchester United
    I 20 club più ricchi del mondo

    foto da Facebook
    Al 7° posto dei club più ricchi del mondo con un valore di 761 milioni di dollari, il Chelsea balza al 1° posto in Europa dopo la vittoria ai rigori nella finalissima di Champions League contro il Bayern Monaco.
    Sempre puntuale nel fare il punto sui super-ricchi mondiali la rivista americana Forbes ha puntualmente stilato la classifica dei club di calcio con il patrimonio più elevato. Che si aggiunge a quella di France Football su giocatori e allenatori più pagati al mondo
    A guidare la graduatoria si conferma il Manchester United, con un valore stimato di 2.235 milioni di dollari. Un premio di consolazione non da poco per i Red Devils del milionario americano Malcolm Glazer, che proprio nei giorni scorsi si sono visti soffiare all’ultimo secondo il titolo di campioni d’Inghilterra dagli odiati rivali del Manchester City (13º in classifica, con 443 milioni di dollari).
    Secondo posto in classifica per il Real Madrid di Mourinho, fresco vincitore della Liga. Tra progetti faraonici (tra cui un’isola da un miliardo di dollari negli Emirati Arabi) e vendite da capogiro, il valore dei blancos ammonta a 1.877 milioni, mentre i campioni d’Europa uscenti del Barcellona restano sul gradino più basso del podio con 1.307 milioni e un valore in aumento del 34% rispetto alla passata stagione.
    Nonostante la crisi che attanaglia il nostro calcio, sono ben cinque le italiane in classifica. La prima è il Milan, che con i suoi 989 milioni si piazza al sesto posto, preceduta da Arsenal (4°, con 1.292 milioni di dollari) e Bayern Monaco. La squadra tedesca, seconda nella finalissima di Champions League del 19 maggio, è quinta con un patrimonio stimato di 1 miliardo e 235 milioni di dollari.
    Settimo e ottavo posto tutti inglesi, con appunto il Chelsea di Roman Abramovich (761 milioni) e il Liverpool (619 milioni).
    Unica altra italiana presente nella top ten è la Juventus, che dopo la conquista dello scudetto sembra tornata alle antiche glorie. Nono posto e un valore di 591 milioni di dollari per la vecchia signora.
    Per trovare altre rappresentanti della nostra serie A bisogna scendere fino alla 12^ posizione dell’Inter, il cui valore è di 490 milioni di dollari. Con 354 milioni la Roma è invece 17^, mentre entra per la prima volta in classifica il Napoli di De Laurentis (20° posto e un patrimonio di 283 milioni). (F.T.)
    La classifica in milioni di dollari
    1. Manchester United – 2.235
    2. Real Madrid – 1.877
    3. Barcellona – 1.307
    4. Arsenal – 1.292
    5. Bayern Monaco – 1.235
    6. AC Milan – 989
    7. Chelsea – 761
    8. Liverpool – 619
    9. Juventus – 591
    10. Schalke 04 – 587
    11. Tottenham – 564
    12. Inter – 490
    13. Manchester City – 443
    14. Borussia Dortmund – 394
    15. Olympique Lione – 385
    16. Amburgo – 355
    17. AS Roma – 354
    18. Olympique Marsiglia – 349
    19. Valencia – 288
    20. Napoli – 283

  10. Rispondi
    Luciano

    NON SOPPORTO PIU' QUELLE AZIENDE/PERSONE CHE SPONSORIZZANO SOLO PER LUCRO.
    Sappiamo tutti che se dovessimo pagare 1€ ora le persone che dedicano a vario livello la loro opera in associazioni sportive il conto sarebbe incalcolabile,CARE AZIENDE CON FATTURATI RENDETEVI CONTO SE ANCHE DISTRIBUITE UN PO DI AMORE (€) NEL VOSTRO TERRITORIO DOVE OPERATE PROBABILMENTE ENTRERA' ANCHE A CASA VOSTRA AMORE (€)!
    AMORE.non necessariamente sono soldi,AMORE PER IL PROPRIO LAVORO,PER IL TERRITORIO IN CUI SI VIVE,PER LE PERSONE UMILI CHE SI METTONO A DISPOSIZIONE,PER I GIOVANI CHE SARANNO IL NOSTRO FUTURO.
    SE NON CAPIAMO QUESTO il nostro castello sarà sempre assediato e guardate trova la maniera di entrare ma non AMORE.

  11. Rispondi
    ASD Basket

    Intanto vi ringrazio per la lodevole iniziativa che avete intrapreso, spero non vi stanchiate presto!!! Le riflessioni per quanto riguarda gli sponsor sono presto dette basta fare un po’ di conti. Dunque prendiamo in esame una qualsiasi squadra che partecipa ad un campionato giovanile. Analizziamo le entrate e le uscite.

    ENTRATE
    5.250 Euro Quote associative: 350 Euro x 15 atleti

    USCITE
    1.600 Euro Spese Federali (iscrizione Campionato, tasse gare, tesseramento atleti, dirigenti e allenatore)
    2.000 Euro Compenso per Collaborazione Sportiva Allenatori
    4.000 Euro Affitto impianti per allenamenti e partite (3 Allenam. settim. e circa 15 incontri casalinghi
    500 Euro Spese trasferte
    1.000 Euro Varie (Abbigliamento, Attrezzatura Sportiva, Quota parte Spese Fisse)

    DISAVANZO 3.850 Euro

    Tengo a sottolineare che questo conteggio è relativo ad una singola squadra, ovviamente se la società partecipa a più campionati, come naturale che sia, il disavanzo aumenta. Non mi sembra ci sia molto da aggiungere. Lascio a Voi le riflessioni e a noi la onerosa responsabilità di affrontare ogni anno sportivo con la speranza che non ci siano i controlli del Fisco.

  12. Rispondi
    asd rugby paola

    Le piccole ASD sono realtà sportive che educano e fanno crescere "bene" gli uomini di domani. Sono quindi da ritenere educatori sociali e in quanto tali devono essere agevolate perchè possano esistere e crescere.
    Le ASD contribuiscono a togliere dalla strada molti ragazzi e a ridurre la presenza malavitosa sul territorio. Solo se viste in questa ottica le piccole e nascenti ASD potranno resistere. E proprio se viste in questa ottica ogni forma d'aiuto dev'essere altamente agevolato. Se è agevolato chi sponsorizza si riducono nero e controlli fiscali, quindi meno spese per le casse pubbliche.

  13. Rispondi
    Oscar

    Non occorre nessuna nuova legge ma bisogna ripristinare la certezza del diritto. Le norme vigenti dicono che le somme versate dalle imprese alle ASD costituiscono spese di pubblicità, deducibili sino ad un certo importo: punto e basta! Poi arriva la verifica e spunta fuori la storia del comportamento antieconomico ... A questo punto, allo sponsor, chi glielo fa fare?

  14. Rispondi
    Luca

    Per una piccola associazione di Karate Do Shotokan come la nostra abbiamo problemi e perplessità dai nostri sponsor che, oltre alla crisi generale, si trovano a subire controlli e contestazioni da parte della GdF proprio su tali spese anche se misere.
    Speriamo in un cambiamento di rotta da parte delle istituzioni per un sostegno dell'attività sportiva, e speriamo che fanno una legge che aiuti le asd senza fine di lucro che non può avere sponsor come dicono........

  15. Rispondi
    Giorgio Fornasier

    Buongiorno,
    io proporrei che alle aziende che investono in sponsorizzazioni e pubblicità nelle ASD minori, cioè quelle rientranti nella legge 398/1991, il riconoscimento di un credito d'imposta da utilizzare immediatamente in compensazione con altri tributi nel modello F24.
    Proporrei anche di togliere l'iva dalle fatture di tali associazioni magari facendole rientrare nel regime del reverse charge applicato in altri settori. Combinando questi due effetti si semplificherebbe la gestione degli adempimenti dell'associazione e si incentiva la ricerca di sponsor.
    Per una piccola associazione di Basket come la nostra abbiamo giornalmente problemi e perplessità dai nostri sponsor che, oltre alla crisi generale, si trovano a subire controlli e contestazioni da parte della GdF proprio su tali spese anche se misere.
    Speriamo in un cambiamento di rotta da parte delle istituzioni per un sostegno dell'attività sportiva.
    Giorgio

  16. Rispondi
    Marson Walter

    Sostengo da sempre che si debba modificare in primis il sistema della pubblicità e in seconda battuta le sponsorizzazioni. Una legge a riguardo deve prevedere che le aziende che decidono di utilizzare le ASD per farsi pubblicità, con un limite sulle cifre destinate, possano scaricare il 100% dell'imponibile e fissare per le ASD il limite delle fatturazioni,come da legge 398, oppure se si realizza il 100% di detrazione alle aziende, l'imponibile max si potrebbe anche abbassare.
    Le ASD con le utenze(luce ,acqua, gas, ora TARES sono equiparate a una azienda qualsiasi, con una normativa a doc non sarebbe giusto riconoscere a chi si attiva nel mantenere in vita queste realtà con scopi sociali importantissimi, possano pagare le utenze meno di quello che pagano adesso. Mediamente ora una ASD con settore giovanile, paga di utenze circa €. 15.000,00 all' anno e sono troppi per il servizio che svolgono alla comunità.

  17. Rispondi
    ros

    posso essere cattiva?? colpa dei furbetti che si sono intascati milioni ed evaso un sacco...a farne le spese siamo tutti. Come azienda c'è da aver paura a fare sponsorizzazioni, come ASd ti vengono subito a guardare in casa....non so se il gioco vale la candela

    • Rispondi
      A.S.D. CITTA' DI CERNUSCO S/N

      Condivido completamente i Vs. contenuti. Occorre Fatturare esattamente l'importo che si riceve come Sponsorizzazione e Magari dare maggiori agevolazioni fiscali a Chiunque decida di Sponsorizzare le ASD. Cordiali saluti.Raffaele.