Una lettera ed una Storia che andrebbe fatta leggere a tutti i genitori dei vostri atleti. Ma anche a tutti i vostri allenatori.
La madre ritira il figlio dagli allenamenti perché lo ritiene poco adatto, il mister le scrive pubblicamente: “Lo sport è condivisione e crescita, non solo competizione”.
“È scarso“. Con questa motivazione una madre ha deciso di interrompere l’attività del figlio, allievo di una squadra umbra. La decisione non è passata inosservata: l’allenatore del team, Andrea Checcarelli, ha scritto una lettera aperta alla donna con parole molto toccanti. Il senso è questo: nell’attività sportiva non è importante solo vincere ma anche migliorare come persone prima che come atleti nonché interagire all’interno della squadra sviluppando positive qualità umane.
La lettera aperta inizia così: «Per me che ho allenato un anno suo figlio – scrive il mister rivolgendosi alla mamma delusa – sapere che è sua intenzione quella di interrompere l’attività, è un piccolo-grande fallimento da allenatore. Un fallimento non solo come tecnico, ma anche come persona, indipendentemente da quelle che sono le problematiche singole del bambino, della famiglia. Non essere riuscito a coinvolgerlo a pieno, a stimolarlo, ad integrarlo al meglio all’interno della squadra, a fargli migliorare quei limiti quel tanto che sarebbe bastato, a farlo considerare ‘più bravo’ da se stesso, ma anche da sua madre. Volevo comunque dirle che suo figlio non sarà stato il migliore fisicamente, tecnicamente, tatticamente… ma eccelleva, era il più bravo, per la sua attenzione, per l’applicazione delle direttive dategli. Per il rispetto che ha sempre dimostrato nei miei confronti, durante gli allenamenti ed alle partite. In questo era il migliore. È sicuramente il migliore, basta farlo continuare a giocare, se è quello che lui vuole. Con tutte queste qualità umane, si può migliorare tantissimo, lavorando per colmare i suoi limiti. Glielo dice uno che, una volta, non aveva spazio in questa stessa squadra: nella squadra dei suoi amici e coetanei”.
Direttori area noprofit di TeamArtist
HAI ANCORA DEI DUBBI? Scrivici qui di seguito i tuoi QUESITI (facendo un ELENCO NUMERATO di tutte le tue domande) e ti risponderemo GRATUITAMENTE dandoti la precedenza SE (ci vogliono solo 30 secondi):
1. avrai messo “MI PIACE” sulla nostra pagina Facebook: https://www.facebook.com/TeamArtist.Italy
2. avrai portato il mouse sopra il pulsante “TI PIACE” e selezionato “RICEVI LE NOTIFICHE”. Solo così continuerai a ricevere tutti i nostri aggiornamenti (senza far ciò non vedrai circa il 60% di ciò che pubblicheremo!)
3. ci avrai chiesto l’amicizia. Clicca qui: https://www.facebook.com/Associazioninonprofit
Mi sono emozionata tantissimo nel leggere questa lettera.
Sono fermamente convinta che anche un bambino tecnicamente meno bravo di altri possa dare il suo contributo alla propria squadra, ma sono altrettanto convinta che un bambino meno bravo di altri ma che si applica possa raggiungere risultati superiori rispetto a chi ha "i numeri" ma non si applica; sono convinta che tutti i bambini debbano avere l'opportunità di fare sport è un loro diritto ma è anche un loro diritto non essere campioni! In atletica c'è spazio per tutti bravi e meno bravi, con buoni istruttori, che sappiano coinvolgere i bambini, che sappiano farli divertire e farli sentire tutti importanti per il gruppo, tutti vanno avanti. Gli allenatori hanno prima di tutto il compito di essere anche buoni educatori. L'allenatore che ha scritto questa lettera merita il premio OSCAR. Grazie per quanto scritto! Una bella lezione di vita per molti!
Con le lacrime agli occhi per la commozione, suscitata dallo scoprire che esistono ancora esseri umani come questo allenatore, che escono dal coro degli sbruffoni e di chi deve solo vincere, non importa il percorso, mi unisco a lui, per dire a questa mamma "non permetta che ancora una volta la sbruffoneria, l'arroganza abbiano il sopravvento. E non trasmetta a suo figlio questo terribile messaggio "sei scarso". Soprattutto non permetta che chi la circonda faccia credere a lei di essere una persona non meritevole.
Se ha tirato su un figlio capace di godere degli sforzi per superare i suoi limiti, cara Signora, lei è una persona straordinaria: Quindi, aiuti il suo allenatore a diffondere queste qualità. A far tornare la partecipazione, lo sforzo e il percorso i punti salienti dell'educazione di un ragazzo, non il nuero di goal segnati.
Con tutta la stima per entrambi,
cordialmente,
Laura Toson
quello che avete scritto sono esattamente IO. Io amo i miei 3 figli per quello che sono e non quello che voglio.
Gerti di Gordola / TI