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07 Aprile 2014

No profit la Regione Liguria cancella 170 associazioni

Giovanni Damiano Dalerba Scritto da Giovanni Damiano Dalerba
Categoria dell'articolo: Accertamento e Controllo Fiscale
No profit la Regione Liguria cancella 170 associazioni

da Repubblica Genova

Troppi utili sospetti, un milione di euro dai corsi per bagnini bocciato dal Tar il ricorso degli esclusi dal registro del Terzo Settore.

Troppe no profit che fanno utili e la Regione Liguraa assesta una pesante sforbiciata alla categoria, cancellando ben 170 associazioni dal registro regionale del Terzo Settore. E tra i primi a farne le spese c’è la gloriosa Società Nazionale di Salvamento sezione di Nervi. Nel 2010 ha ricavato oltre un milione di euro dai corsi per bagnini. Numeri da organismo di formazione, non di volontariato.

Il dato lo si può leggere in una sentenza con cui i giudici del Tar respingono il ricorso della Società di Salvamento (Sns Nervi) con un commento che non lascia spazio a dubbi: “Non occorrono particolari commenti per evidenziare come, dietro lo schermo del volontariato, la Sns svolga in prevalenza un’attività avente natura sostanzialmente commerciale, nel settore dell’organizzazione e della gestione dei corsi di formazione professionale“.

Il caso di Nervi apre uno squarcio sorprendente, ma forse non del tutto inatteso, su un mondo sempre più affollato ma forse non così trasparente e puro come dovrebbe essere. Due anni fa la Regione Liguria ha avviato un riordino del Terzo Settore, affidando ad un Osservatorio il compito di verificare requisiti e parametri. Alla fine del 2013 il risultato è stato sorprendente: ben 170 associazioni sono state cancellate. In sostanza non svolgevano più opera di volontariato e solidarietà bensì avevano fini di lucro. L’esclusione dal registro trasforma le associazioni in strutture commerciali e imprenditoriali quindi con tutti le implicazioni di natura fiscale e legale che ciò comporta.

Ad agosto del 2013, appena ricevuta la notifica della cancellazione, i dirigenti della Società di Salvamento di Nervi hanno subito presentato ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale della Liguria. Ma i giudici sono stati impietosi. “E’ incontestato che la Società Nazionale di Salvamento organizza corsi a pagamento per il conseguimento del brevetto di bagnino di salvataggio, titolo di formazione professionale avente valore legale che, in una regione costiera quale la Liguria, dischiude importanti prospettive di occupazione, atteso che tutti gli stabilimenti balneari sono tenuti, come rammenta la ricorrente, ad utilizzare figure in possesso del brevetto” e più avanti “Tali corsi sono riservati agli associati i quali devono corrispondere una quota annuale nonché una somma di circa 300/350 euro“.

Quindi i numeri che non ti aspetti: “per il 2010 sono indicati ricavi da attività per 1.222.909,24 euro di cui 969.112,42 derivanti dal rilascio e dal rinnovo dei brevetti di bagnino… se ne evince che circa 3.000 soggetti avevano partecipato ai corsi nel 2010“.

Per il Tar la Sns non può sostenere che un tale numero di bagnini sia tutto impiegato in attività di volontariato: “Solo una minima parte di essi avrebbe utilizzato (il brevetto, ndr) per svolgere attività di volontariato all’interno della compagine associativa, mentre la grande maggioranza se ne sarebbe avvalso per acquisire opportunità lavorative. La stessa Sns, infatti, ha precisato che solo 200 associati sono attualmente impegnati nelle attività operative“.

Il Tribunale amministrativo conclude sottolineando “come lo svolgimento di attività commerciali non sia pacificamente compatibile con il volontariato, se non nei casi in cui le stesse possano essere considerate marginali“. E al porticciolo di Nervi la onlus era in effetti diventata un brevettificio con una “dimensione quantitativa che caratterizza i corsi di formazione a pagamento, approssimativamente corrispondenti all’ottanta per cento del bilancio dell’Associazione“.

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8 risposte a “No profit la Regione Liguria cancella 170 associazioni”

  1. Rispondi
    melissa

    buongiorno,
    sono tesoriera di un associazione culturale al primo anno di attività. Ho bisogno di un chiarimento in merito al rinnovo delle quote associative.
    i soci che hanno già versato la quota per il 2015, devono presentare domanda per il 2016 oppure, essendo già soci, devono semplicemente versare la quota 2016?
    grazie molte,
    Melissa

    • Rispondi
      TeamArtist

      Devono solo versare la nuova quota

  2. Rispondi
    Luigi

    Ho notato che molte ASD si affiliano ad un ente di promozione sportiva (UISP, AICS, ecc) e fanno corsi a non soci semplicemente tesserandoli per questi enti. In questo modo non versano l'IVA.
    1. E' una procedura corretta?
    2. Non dovrebbe essere una entrata commerciale?
    3. Quale sarebbe la procedura da attuare in questi casi?

    • Rispondi
      TeamArtist

      1. No. Quando si tessera qualcuno ad un EPS per conto della propria Associazione si dichiara che sono propri soci (questo non accade sempre con le FSN che godono invece di un vantaggio diverso in questo senso).
      2. Se sono regolarmente tesserati, no. Si tratta di entrate de-commercializzate parificate alle istituzionali (sempre a patto che le ASD siano in regola per godere dei diritti delle no profit). Altrimenti come si potrebbero fare i tornei?
      3. Prima devono diventare soci e poi si tesserano all'Ente.

  3. Rispondi
    enrico

    Io invece non ho capito: ma se la ASD in questione ha rispettato la disciplina prevista dal 148 TUIR ,non ha distribuito utili,statuto ok, affiliazione presente,ecc. ecc., come può essere riconosciuta ente commerciale in base alla dimensione del suo fatturato o dal numero dei suoi soci?

    Grazie

    • Rispondi
      TeamArtist

      Le Associazioni no profit devono rispondere non ai soli requisiti formali ma anche a quelli sostanziali.

  4. Rispondi
    Emanuela

    Quando e' troppo e' troppo! Han fatto bene a chiuderla. Rimango perplessa su di una cosa pero'. Apriremo a breve un'associazione culturale che farà corsi di formazione olistici ai propri soci dietro un contributo di partecipazione. Ovvio che tutte le entrate serviranno a coprire affitti, spese e corsi di aggiornamento per i volontari. Ma pur in questo caso c'è un limite di "entrata"?? Se non fosse per queste entrate manco apriremo!

    • Rispondi
      TeamArtist

      No, nessun limite.