“Le Associazioni col solo codice fiscale non possono fare attività commerciale“. Quante volte avete sentito questa frase? Tantissime immagino ma, per fortuna, è una FRASE in parte SBAGLIATA.
TUTTE le Associazioni infatti (con o senza partita iva), di qualsiasi natura (OdV, APS, ONLUS, ASD, No profit generiche etc etc) possono fare 2 eventi annuali di raccolta fondi, fino a 51.645,69 euro! Ne avevamo già parlato qui, ma ci pare utile semplificare il tutto.
Ciò è determinato dall’art. 2 del D.Lgs. 460/1997: “i fondi pervenuti agli enti non commerciali a seguito di raccolte pubbliche non concorrono alla formazione del reddito e, oltre ad essere esclusi da IVA, sono esenti da ogni altro tributo“ (es: imposta sugli intrattenimenti). Queste agevolazioni fiscali, tuttavia, sono riconosciute solo se le raccolte fondi sono:
La Legge non specifica però quando le raccolte pubbliche possano essere considerate “occasionali” e quindi fruire delle suddette agevolazioni fiscali. L’unico riferimento potenzialmente applicabile è quello contenuto nell’art. 25, comma 1, della Legge 133/1999 (articolo che contiene disposizioni tributarie relative alle ASD in regime 398/1991): si stabilisce che, affinché le raccolte di fondi possano essere considerate escluse dal calcolo della base imponibile, è necessario che si verifichino entrambe le seguenti condizioni:
Il rispetto di tali condizioni consente a tutte le tipologie di associazioni di essere al riparo da eventuali contestazioni in caso di controlli fiscali.
Ma come devono essere registrate queste entrate nel Rendiconto Economico Annuale della Associazione?
Semplicemente sotto una apposita voce che avrete predisposto “Entrate da attività commerciali produttive marginali“.
Ricordiamo inoltre che, secondo l‘art. 8 del D.Lgs. 460/1997, “indipendentemente alla redazione del rendiconto annuale economico e finanziario, gli enti non commerciali che effettuano raccolte pubbliche di fondi devono redigere, entro quattro mesi dalla chiusura dell’esercizio, un apposito e separato rendiconto tenuto e conservato ai sensi dell’articolo 22, dal quale devono risultare, anche a mezzo di una relazione illustrativa, in modo chiaro e trasparente, le entrate e le spese relative a ciascuna delle celebrazioni, ricorrenze o campagne di sensibilizzazione indicate nell’articolo 108, comma 2-bis, lettera a), testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917″. Nel caso in cui, nel corso di uno stesso esercizio sociale, l’Associazione organizzi più raccolte di fondi, sarà necessario redigere specifici rendiconti separati (e relazioni illustrative) per ognuna di esse e riportare i risultati netti (incassi meno spese) degli eventi nel rendiconto economico annuale.
Cosa succede in caso di mancata tenuta del rendiconto previsto per ciascuna raccolta fondi?
Come chiarito dalla Circolare n. 9/E del 24 aprile 2013 dell’Agenzia delle Entrate, le agevolazioni fiscali non vengono perse a patto che, in sede di controllo, “sia comunque possibile fornire una documentazione idonea ad attestare la realizzazione dei proventi esclusi dal reddito imponibile”. Se, al contrario, non è possibile produrre alcun documento attestante l’operazione, i proventi della raccolta fondi, per i quali non si è provveduto alla redazione dell’apposito rendiconto, saranno soggetti a tassazione e concorreranno alla formazione del reddito imponibile applicando un coefficiente di redditività pari al 3 per cento (per le Associazioni in regime fiscale agevolato 398/1991); tali proventi saranno considerati commerciali e, se ciò comportasse il superamento del limite annuo di 250.000 euro, si avrebbe la decadenza dai benefici fiscali previsti dalla L. 398/1991 e l’applicazione del regime tributario ordinario sia con riferimento alla determinazione delle imposte che agli adempimenti contabili.
La mancata tenuta del rendiconto comporta inoltre l’applicabilità di una sanzione amministrativa da euro 1.032 ad euro 7.746.
Potete scaricare un fac-simile di rendiconto di raccolta fondi.
CHE TIPO DI EVENTI SI POSSONO ORGANIZZARE?
Tutto quello che vi viene in mente! Saggi di fine anno, concerti, feste, sagre (ovviamente rispettando tutte le regole sanitarie, di eventuali diritti SIAE connessi, delibere locali, messa a norma degli impianti e delle strutture eventualmente montate, etc etc).
CHE PEZZE GIUSTIFICATIVE SI RILASCIANO?
Non servono le ricevute generiche ma può essere utile usare dei biglietti madre-figlia numerati per poter tenere sotto controllo le entrate della cassa.
COSA SI PUò VENDERE?
Praticamente tutto! Magliette, salamelle, pesci rossi..
Damiano Dalerba & Stefano Cabot
Direttori area noprofit di TeamArtist
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Salve,
l'associazione culturale di cui faccio parte sta organizzando un evento con musica live ed espositori artistici, gratuita ed aperta al pubblico, in cui verranno somministrate bevande e cibo nell'ambito dei due eventi annuali. La domanda è, va comunque aperta la SCIA non avendo partita iva? E' quindi considerata attività commerciale pur non essendo l'associazione di natura commerciale e facendo l'evento di raccolta fondi annuale con introiti inferiori al massimale?
Grazie!
Buongiorno Damiano,
per somministrare cibo e bevande ai non soci serve avere una vera e propria licenza da parte del Comune (che varia a seconda che sia stabile all’interno di una struttura o temporanea su area pubblica). Dovrete quindi chiedere all’Ufficio Commercio del vostro Comune e capire insieme a loro se è possibile avviare tale attività. Si tratta generalmente di attività COMMERCIALE che deve essere tassata.
Buongiorno sono Luigia Chirico Presidente LILT ODV di Terni. Vorrei sapere la durata massima di una raccolta fondi occasionale.
Ringraziando
Ligia Chirico
Buongiorno Luigia.
Per una ASD si considera un weekend lungo (dal venerdì alla domenica) o, al limite, un evento che appartenga ad un calendario unitario (che so: una Rassegna che includa più iniziative sotto un unico cappello, ma questo cappello deve essere unico e unitario). Non andrei oltre però i 30 giorni.
Per un ETS invece l'occasionalità è data dal fatto che non si ripeterà o che raggiunga un obiettivo prefissato. Non ha quindi una data di scadenza o una durata massima predefinite. Se la raccolta fondi occasionale serve per comprare (ad esempio) una carrozzina ad un disabile, quando si sarà raggiunta la cifra necessaria terminerà. Ancora, se organizzo una raccolta fondi per aiutare un ospedale ma una volta terminata non la ripeterò, può durare virtualmente all'infinito (io non andrei però oltre i 12 mesi).
Buongiorno sono Luigia Chirico Presidente LILT ODV di Terni. Vorrei sapere la durata massima di una raccolta fondi occasionale.
Ringraziando
Ligia Chirico
Buongiorno Luigia,
Se la raccolta fondi occasionale ha un obiettivo la sua durata massima è al raggiungimento dell'obiettivo.
Se la raccolta fondi occasionale non ha un obiettivo preciso non ha una durata massima.
Salve, siamo un aps e abbiamo intenzione per Natale di organizzare una festa aperta al pubblico, oltre alla pesca e ad alcune bancarelle, verrà fatta la vendita di fette di torta, tisane, tranci di pizza, ecc…
Abbiamo presentato regolare scia in comune per la somministrazione di alimenti.
La domanda è: la vendita di cibo e bevande rientra tra le modalità di raccolta fondi consentita per i due eventi l’anno?
Grazie
Buongiorno Maria, si.
avis informazioni su "suolo pubblico e pubblicità per feste di associazione di volontari onlus"
Carlo Antichi
01:40 (21 ore fa)
a urp
Buongiorno,
vorrei , se possibile , sapere se quando
chiediamo il suolo pubblico come Avis in occasione di una festa
possiamo anche mettere lo striscione
o manifesto con il nome dell'associazione all'interno del suolo pubblico richiesto
in modo da poter identificare chi fa la festa.
Questo è stato il nostro modo di operare da decenni .
Ci dicono invece che con la richiesta di suolo pubblico
possiamo mettere Gazebo tavoli sedie ma non possiamo
mettere lo striscione o manifesto della nostra associazione
poichè dobbiamo compilare un ulteriore documento
chiamato " "
in quanto il nome dell'associazione, viene considerato pubblicità.
Domando, se chiediamo il suolo pubblico e normale che mettiamo
il nostro striscione o manifesto, altrimenti non si capisce neppure chi
è che fa la festa.
Ritenere pubblicità la Scritta AVIS o Avis Diventa Donatore
mi parte un po' azzardato, noi facciamo promozione alla donazione
di sangue , ma prendiamolo per buono
Visto che l'associazione che organizza la festa necessariamente dovra
mettere il suo nome per dare un'identità alla festa non potrebbe essere
inserita questa "dichiarazione di esposizione pubblicitaria" nel documento
di richiesta di suolo pubblico.
I volontari delle associazioni perdono piu tempo a riempire fogli che non
per la durata della festa stessa. Sono 30 anni che faccio volontariato
ma incrementando la burocrazia anziche ridurla svuotate il volontariato
senza contare che ci è stato detto che il mancato riempimento di questo foglio
"la dichiarazione di esposizione pubblicitaria" comporta
una multa. Quindi inevitabilmente conviene stare a casa e quando manca il sangue
faremo qualche trasfusione di fogli.
Pertanto vi chiedo per favore se ci confermate la compilazione della dichiarazione di esposizione pubblicitaria per poter mettere lo striscione o il manifesto dell'associazione all'interno del suolo pubblico richiesto e se le cose stanno effettivamente così cercate almeno di inserire questa dichiarazione all'interno della richiesta del suolo pubblico visto che lo striscione o il manifesto è indispensabile per far capire chi è che organizza la festa.
Inoltre sono stato all'ufficio preposto per chiede se l'associazione che ha fatto la festa 10 giorni prima di noi, aveva compilato questo documento "dichiarazione esposizione pubblicitaria"
ci hanno risposto che non possono farci vedere la documentazione di altre associazioni
Se non potete rispondermi voi ditemi a chi devo indirizzare la email. grazie
Carlo Antichi
Buongiorno Carlo.
Concordo con lei che tale interpretazione da parte del vostro Comune sia troppo restrittiva. Considerare infatti uno striscione col logo dell'Associazione un "mezzo pubblicitario" pare davvero troppo anche a rigidi burocrati come noi. Come se donare il sangue sia la stessa cosa che vendere panini con la porchetta. Personalmente indirizzerei la vostra domanda al Sindaco del Comune proponendogli di porre un quesito all'ANCI relativamente a tale interpretazione.