E’ una domanda che ci sentiamo fare spessissimo… ed ogni volta ci dobbiamo scontrare con mille leggende metropolitane.
Partiamo da un punto fermo. Ogni volta che si mette a disposizione qualcosa da bere o da mangiare ad altri, si fa “somministrazione di alimenti e bevande” (un caso particolarissimo, a parte, è quello dei distributori automatici che vedremo a parte in un altro post).
Non importa che lo facciate tutte le sere o una volta ogni tanto, che lo facciate a soci o a non soci, che li facciate sedere oppure debbano consumare fuori dalla vostra sede, che paghino o che sia tutto gratuito.
COSA SERVE PER POTERLO FARE:
1. Serve un “titolo autorizzativo”. Esatto, non basta averlo deciso in Consiglio Direttivo, oppure averlo scritto a Statuto. Serve l’equivalente di una “licenza”. La prima cosa da decidere se volete poterlo fare ai soli soci o anche ai non soci.
2. Serve che i locali, le vostre attrezzature, la vostra gestione operativa (stoccaggio, movimentazione, preparazione etc etc), le persone preposte rispettino le norme igienico sanitarie in vigore. Non si scherza in questo settore… non vorrete mica avvelenare qualcuno, vero?
IL TITOLO AUTORIZZATIVO
*Per somministrare ai soli soci: serve che la vostra Associazione sia affiliata ad una APS Nazionale (ricordiamo alle ASD che quasi tutti gli EPS lo sono) attraverso la quale potrete fare, al Comune dove avete la vostra sede in cui volete fare somministrazione, una Segnalazione Certificata di inizio attività (S.C.I.A.). Si tratta generalmente di attività ISTITUZIONALE totalmente esentasse.
NB1: le norme prevedono che se somministrate alimenti e bevande chi non è SOCIO non debba poter vedere che fate questa attività. Ciò significa che se avete delle vetrine dovrete coprirle e se avete un’area esterna va recintata impedendone la vista all’interno.
NB2: attenzione a non fare il giochetto di aprire un locale notturno sotto forma di finta Associazione, iscrivendo tutti la sera stessa in cui si presentano. Oltre a fare concorrenza sleale agli altri locali e ad evadere le tasse, rischiate questo.
*Per somministrare ai non soci: serve avere una vera e propria licenza da parte del Comune (che varia a seconda che sia stabile all’interno di una struttura o temporanea su area pubblica). Dovrete quindi chiedere all’Ufficio Commercio del vostro Comune e capire insieme a loro se è possibile avviare tale attività. Si tratta generalmente di attività COMMERCIALE che deve essere tassata (salvo che sia una somministrazione temporanea all’interno dei 2 eventi annuali di raccolta fondi) ma che può rientrare anche nel regime della 398/1991.
IL RISPETTO DELLE NORME IGIENICO SANITARIE
*Variano da Regione a Regione, da Comune a Comune (i Regolamenti di Igiene possono essere diversi da ASL a ASL…). Non solo, spesso lo stesso ispettore sanitario della stessa ASL ha una diversa interpretazione rispetto agli altri suoi colleghi. QUINDI: armatevi di Santa Pazienza e cercate un professionista locale che abbia già esperienza in questo settore.
I locali: devono essere a norma igienico sanitaria. Quindi, ad esempio, devono come minimo avere due bagni separati (uno per gli avventori ed uno per il personale che maneggia alimenti e bevande) ed un locale spogliatoio per il personale. Ma non potreste credere a quanti DETTAGLI bisogna tenere sotto controllo: dai pedali per avviare scarichi e rubinetti, alle scossaline a pavimento per evitare che lo sporco rimanga nello spigolo tra parete e pavimento, al soffiatore per asciugare le mani, al campanello di allarme, al bagno per i diversamente abili… insomma un mare di cosa che non potete sapere da soli (e che, appunto, variano da comune a comune).
Le attrezzature: frigo con termometri per il controllo e la registrazione periodica delle temperature, banconi in acciaio inox con bordi saldati e non accostati, piastrellature, cappe aspiranti, ripiani a più di 50cm di altezza dal pavimento… anche qui non si finisce mai di impararne di nuove. Ad esempio: lo sapevate che i taglieri devono essere diversi a seconda degli alimenti? Frutta, Verdura, Carne, Pesce e pane hanno bisogno di un tagliere ad hoc…
Il personale: a seconda delle lavorazioni possono servire buste per i capelli, soprascarpe, mascherine… o solo le mani e le unghie pulite. Una volta era obbligatorio l’attestato HACCP oggi non più ma sarebbe utile farlo fare lo stesso un corso ad hoc… le cose da fare sono tante e di sicuro male non fa!
I prodotti alimentari posti in vendita o somministrati: dovranno essere muniti di apposito cartellino degli ingredienti con evidenziati gli eventuali allergeni utilizzati, dovranno essere tenuti a non meno di 50cm da terra, conservati al pulito e nel rispetto del ciclo del freddo se richiesto… anche qui c’è una babele di norme da conoscere.
COSA SUCCEDE SE NON SI FANNO LE COSE NEL MODO GIUSTO?
Dipende da cosa succede. Come minimo 8000 euro di multa se vi scoprono… leggete questo nostro post.
la mia associazione è una associazione affiliata ad un EPS ma posso aprire la buvette con soli 30 soci o ci vogliono 100 soci come alcuni dicono , premetto che 3 anni fa un mio amico al suo centro cinofilo ha aperto una buvette con soli 20 soci .
grazie
Alf
Buongiorno Alfonso,
Per aprire una "buvette" interna serve un “titolo autorizzativo”. Ciò significa che non basta averlo deciso in Consiglio Direttivo, oppure averlo scritto a Statuto. Serve l’equivalente di una “licenza”. La prima cosa da decidere è se volete erogarlo ai soli soci o meno.
Inoltre, serve che i locali, le vostre attrezzature, la vostra gestione operativa (stoccaggio, movimentazione, preparazione etc etc), le persone preposte rispettino le norme igienico sanitarie in vigore.
Buongiorno sono presidente di un'associazione ricreativa culturale e di promozione del territorio. Una nostra associata è titolare di licenza di somministrazione alimenti e bevande. Sarebbe possibile aprire/rilevare un bar a nome dell'associazione aperto al pubblico rispettando chiaramente tutte le norme vincoli leggi ad esso legate. Grazie.
Buongiorno Alfredo,
è possibile per un'associazione aprire un bar, seguendo le indicazioni previste e che nell'articolo sono descritte.
Buongiorno. Sono il Direttore di una A.S.D. iscritta F.I.G.C. CONI e
in regime di 389. All'interno della nostra struttura abbiamo bar e ristorante e siamo in possesso di una vecchissima licenza ex TAB. C.commerciale rilasciata dal comune. Bar e ristorante sono gestiti dai soli soci.Ora ci hanno detto che con la nostra licenza commerciale possiamo svolgere attività Bar e Ristorante soltanto nelle ore in cui si svolgono attività sportive.Per finanziarci in in alcune occasioni apriamo Bar Ristorante anche in orari serali.Per essere in regola cosa dobbiamo fare? Aumentano le spese? Spero di essere stato chiaro. Vi ringrazio se riuscite a darci un aiuto.
Ciao Fabrizio dal modo in cui hai esposto la situazione sorgono molti interrogativi... il modo più adatto per affrontarli sarebbe quello di fissare una consulenza con noi: http://www.teamartist.com/consulenza/
Salve, siamo un associazione di promozione sociale con fini educativi e ricreativi ed abbiamo qualche dubbio nella speranza che possiate aiutarci. Attualmente siamo affiliati all'acli e organizziamo gruppi di studio per ragazzi delle medie, abbiamo giochi da tavolo e libri che sono a completa disposizione dei soci. Volevamo rinnovarci un po' e mettere due tv con playstation e Wii ed un biliardino, possiamo mettere un prezzo orario per l'utilizzo? Possiamo mettere delle vetrine dove i soci possono esporre le proprie opere (braccialetti collane ecc) per venderle? Tenendo a precisare che noi non ci vogliamo guadagnare sulla trattativa ma solo venire incontro a qualche richiesta che ci è stata fatta... Poi volevamo sapere se alla vendita di bibite e snack confezionati fosse possibile ri-vendere pizzette e panini acquistati da terzi? Li possiamo scaldare in un fornetto senza avere altre autorizzazioni o permessi?
il tema è abbastanza complesso; per esaminare tutto nel dettaglio vi conviene acquistare una consulenza: http://www.teamartist.com/consulenza/
Volevo chiedere se posso mettere un bar nella mia futura ASD in un locale accatastato c4 grazie a presto
Se è riservato a soci e tesserati, si. In caso contrario è discutibile...
Salve, sono il presidente di un asd con p. iva.
1. vorremmo aprire un bar all'interno della struttura per dare maggiori servizi ai soci, con il regime 398 del 91 possiamo somministrare bevande anche agli esterni ad esempio i genitori che accompagnano i bambini della scuola calcio e tennis?
2. se si cdobbiamo dotarci di un registratore di cassa?
1. Soltanto se avete una licenza di somministrazione alimenti e bevande aperta al pubblico, come spiegato nel post.
2. Si
Essendo circolo con tutti i soci tesserati è obbligatorio avere due bagni . Considerando che siamo tutti soci. E hccp è obbligatorio insieme al piano autocontrollo. perché essendo venuta la USL mi anno fatto il verbale. grazie se mi potete dare queste informazioni. Comune di follonica
Assolutamente si, hanno ragione loro.
Buonasera, sono il presidente di un associazione culturale musicale.
Grazie per il vostro lavoro, sto imparando tantissime cose che ahimè ignoravo.
Vorrei portare in associazione qualche dolce preparato da me a casa, e offrirlo ai soci insieme ad un caffè preso dal distributore già presente in loco. Come mi devo comportare? Devo avere qualche certificazione? Ripeto che vorrei offrire, non sarebbe una vendita.
Grazie, e buon lavoro.
Leggi questo nostro post.
posso trattare i lavoratori del bar interno x soli soci con l'agevolazione dei 7.500 €?
A mio parere, assolutamente no.
Buongiorno vorrei sapere se:
1. è possibile che il nostro circolo Arci oltre ad avere una licenza per la somministrazione di alimenti e bevande per i soli soci tesserati, può avere, facendone richiesta in comune, una licenza di somministrazione alimenti e bevande anche ai non soci.
2. Se è possibile come funziona fiscalmente?
1. Certamente
2. Dipende dal regime che adotterete e dall'incasso annuo. Sotto i 250mila euro potete adottare il regime 398.
Salve ho letto il vs.articolo sui bar dei circoli e devo dissentire per esperienza su due cose:
Le température dei frigo vanno lette e trascritte tutti i giorni e non saltuariamente, noi per questo abbiamo avuta una multa di ben 2.000 euro da parte dei NAS, che hanno visitato tutti i circoli nella mia zona,
per avere rilevato le temperature due volte la settimana,poiché' non avevano trovato altro da dire hanno pensato bene di ripagarsi il viaggio da Livorno a Lucca.
La seconda obiezione si riferisce alla visita della ASL la quale ci ha chiesto gli attestati HACCP,questo un paio di mesi fa.Fortunatamente era tutto a posto.
Abbiamo una ASD associata iscritta anche al registro come Associazione di Promozione Sociale...
vi sono autorizzazioni diverse/agevolazioni rispetto ad una ASD ho letto qualcosa al riguardo ma solo in caso ad eventi occasionali
Agevolazioni di che tipo? Per cosa?
Siamo una Asd ( circolo bridge), e abbiamo un bar dove lavora un socio.I profitti del bar come devono essere gestiti e tassati? E se invece chi conduce il bar è un esterno o un dipendente del circolo?
Grazie per la risposta
a chi è rivolto il bar?
buonasera, vorrei costituire una associazione culturale con sede legale presso la mia abitazione.
Utilizzare come sede secondaria ed operativa un terreno agricolo privato, recintato, dove realizzare corsi e laboratori di pittura, di strumento, di recitazione, di giardinaggio, e tante altre attività creative ed artistiche da svolgere all'aperto, in pieno contatto con la natura, caratteristica fondante dell'associazione.
1. Per realizzare tutto ciò, quali autorizzazioni sono richieste?
Vorrei inoltre proporre dei corsi di cucina da campo all'aperto, non come quelli della protezione civile o militare, più sul tipo scout o da campeggio, insegnare praticamente come cucinare, quali alimenti e ricette preferire per una cucina all'aperto.
2. Per realizzare i suddetti corsi, devo avere i requisiti professionali (corso SAB)?
3. Presentare la SCIA di somministrazione di alimenti e bevande?
4. oppure considerando che si tratta di corsi e non di somministrazione, quali autorizzazioni sono necessarie?
grazie
1. Di per sè nessuna
2. Non credo
3. Legga questo nostro post
4. Vedi 3
Buonasera gent.mi Giovanni e Damiano,
i due eventi all'anno che durata massima hanno? voglio dire, un evento può durare una settimana, un mese, una intera stagione..?
grazie!
Direi non più di un weekend l'uno (magari a partire dal venerdì)...
no, solo per telefono. tra l'altro nei documenti del sito del comune c'è solo la scia per la somministrazione classica di ristoranti e affini. Non c'è una scia che inquadri la preparazione e somministrazione ai soli soci.
Partiamo dal presupposto che quello che viene detto al telefono NON CONTA NULLA.
I documenti che cerca dovrebbe trovarli sul sito della Regione, non su quello del Comune.
Buongiorno, sono il presidente di un associazione culturale, vorremmo poter somministrare alimenti e bevande nonchè organizzare corsi di cucina esclusivamente per i soci già tesserati.
Il comune ci ha detto che non occorre alcuna autorizzazione sanitaria purchè si somministri ai soli soci già in essere e non ad iscritti al momento. Non ci hanno chiesto nessuna comunicazione ma hanno detto che possiamo farlo tranquillamente.
Non ci interessa somministrare ai non soci e pensavamo di affiliarci al C S I.
cosa ne pensate?
Il comune ve lo ha messo per iscritto?
Salve scrivo per avere una risposta a un dubbio che mi è sorto le associazioni e i circoli non possono farsi pubblicità tranne che fatta in un certo modo come da Voi spiegato per non parlare per quanto concerne la somministrazione di alimenti e bevande per la quale è tassativo che addirittura non ci siano insegne o altro che lasci capire che all'interno della sede del circolo si mangi o si beva come se questo dovesse essere fatto nel modo più occulto possibile , ma allora quei circoli che si possono facilmente trovare in certi siti ( ne cito uno per tutti TRIPADVISOR ) dove vengono trattati come se fossero dei normali ristoranti e che per alcuni si può anche prenotare on line e solo in alcuni casi leggendo le recensioni si percepisce che è necessario essere soci per entrare , sono tutti fuorilegge ? io penso e spero di no , fatemi capire .
Tripadvisor agisce senza autorizzazione del titolare dell'attività. Quindi non si può responsabilizzare l'Associazione per questa forma di pubblicità (spesso non richiesta, spessissimo non voluta).
Buonasera
Torno sull'argomento perchà non ho ben chiaro se con la sentenza della Commissione tributaria della Lombardia, che riporto in calce. cambia qualcosa in merito al:
-Trattamento fiscale dei proventi da bar/ristorante all'interno della sede sociale -
L.N.D. STRALCIO CIRCOLARE N 37 DEL 14 DICEMBRE 2015
Si richiama l'attenzione delle società/associazioni di questa lega sulla sentenza n. 4284/2/15, con la quale la Commissione Tributaria Regionale della Lombardia ha respinto il ricorso dell'Ufficio delle Entrate che, a seguito di processo verbale di constatazione redatto al termine di una verifica,aveva accertato una maggiore imposta IRES, IRAP e IVA a carico di un'associazione in regime di Legge 398/91, per non aver tenuto le scritture contabili in relazione ad una attività di natura
commerciale (esercizio di bar/ristorante presente al proprio interno dove la somministrazione di alimenti e bevande viene effettuata a prezzi di mercato).
L'associazione si era opposta all'accertamento invocando il legittimo godimento, in base alla Legge n. 398/91, del regime fiscale previsto dalla medesima Legge ai fini delle imposte sui redditi e IVA, e la Commissione Tributaria Provinciale avev
a accolto la tesi dell'associazione.
La Commissione Tributaria Regionale, cui si è appellato l'Ufficio delle Entrate, ha confermato la sentenza di 1° grado, rigettando l'appello dell'Ufficio, ritenendo, tra l'altro, che l'esercizio dell'attività commerciale posta in essere dall'associazione non pregiudica il possesso dei requisiti di legge che disciplinano l'attività organizzativa delle società sportive dilettantistiche e che la contestazione di inesistenza della contabilità risulta inconferente e priva di pregio in quanto l'associazione, per essere destinataria della Legge n. 398/91, non ha alcun obbligo di tenuta delle scritture contabili se non di quelle di prescritte dalla medesima Legge.
Va premesso che l'attività in argomento svolta dalle associazioni sportive dilettantistiche è da considerarsi commerciale, come si desume dal combinato disposto dei commi 3,4 e 5, dell'art. 148, del TUIR, che al comma 5 prevede espressamente che non si considerano commerciali la somministrazione di alimenti e bevande effettuata presso le sedi in cui viene svolta l'attività istituzionale, da bar ed esercizi similari, soltanto per le associazioni di promozione sociale
ricomprese tra gli enti di cui all'art. 3, comma 6, lett. e), della Legge 25 agosto 1991, n. 287, le cui finalità assistenziali siano riconosciute dal Ministero dell'interno.
Ciò posto, si ritiene più che corretta la sentenza in argomento dal momento che nel regime della Legge n. 398 del 1991 vengono attratte tutte le attività commerciali esercitate dalle associazioni sportive che hanno optato per le medesima Legge, il cui reddito imponibile è determinato applicando ai proventi conseguiti nell'esercizio di attività commerciali, ivi comprese le sopravvenienze attive, il coefficiente di redditività del 3%, con esclusione di eventuali plusvalenze (vedasi l'art. 2, della Legge n. 398 e la Circolare 11 febbraio 1992, n,. 1 della Direzione Generale delle Imposte Dirette).
Poiché la stessa Legge prevede, al comma 1 dello stesso art. 2, l'esonero dagli obblighi della tenuta delle scritture contabili ma soltanto l'obbligo di specifici adempimenti (tenuta del prospetto di cui al D.M. 11 febbraio 1997, numerazione e conservazione delle fatture emesse e di quelle d'acquisto) appare corretto il comportamento dell'associazione che, esercitando l'attività in
argomento, ha riportato i proventi di detta attività nel prospetto di cui sopra assoggettandoli a tassazione forfettaria sia ai fini delle imposte sui
redditi (IRES e IRAP) che ai fini IVA, cosi come
previsto dalla ripetuta Legge n. 398.
Saluti
Scusa Paolo, e cosa dovrei capirci? Questa sentenza dà TORTO alla Agenzia delle Entrate... cosa vuoi sapere?
La ASD di cui faccio parte ha dato in gestione il Bar Ristorante posto all'interno dell'associazione e di sua proprietà (locali, attrezzature, arredi e stoviglie) ad una SNC con un contratto di comodato GRATUITO regolarmente registrato.
Il gestore può somministrare bevande e pasti anche a NON Soci e NON tesserati, organizzare cene per persone esterne senza che nei confronti della ASD si configuri una qualche violazione di tipo fiscale?
Dipende. Immagino che la snc avrà una propria licenza ed un proprio registratore di cassa, giusto? Nel senso: anche la gestione fiscale è a loro carico e non incassano a nome e per conto vostro.
Nella nostra ASD il Bar/Ristorante è gestito da una SNC cui concediamo con un comodato in uso gratuito le sale, la cucina, le stoviglie, gli arredi, le attrezzature e in più provvediamo al pagamento di tutte le spese di acqua, luce, gas, condizionamento, manutenzione ordinaria e straordinaria nonché la TARI.
A fronte di tutte le spese da noi sostenute riceviamo un contributo FORFETARIO di circa 14.000 Euro + IVA al 22%. Questo contributo che incassiamo va dichiarato come attività commerciale oppure no? Una precisazione: noi usufruiamo della 398/91.
Grazie per una risposta e saluti
Si.
Salve in merito all'assegnazione di un bar di un circolo tennistico ad una società di soci del tennis a titolo gratuito che apre una sua partita Iva:
1. chi decide l'assegnazione il consiglio direttivo o un assemblea dei soci?
Lo chiedo perché nel mio circolo ci sono stati problemi in merito all assegnazione.. Il direttivo ha affisso un avviso in bacheca chiedendo la presentazione di una domanda, senza esplorare i criteri di scelta, sono state presentate tre domande e ne stata scelta una senza dare motivazioni concrete ed inoltre subito dopo due dei soci della società vincitrice si sono ritirati...
2. Cosa si fa in questi casi?
1. Il Consiglio Direttivo. Ma l'Assemblea dei soci può sempre sfiduciare il direttivo se decide che ha agito male.
2. Nulla. Al limite si può chiedere di convocare una Assemblea dei Soci per chiedere tutte le spiegazioni del caso.
Buongiorno,
siamo una società sportiva dillettantistica di calcio a 5 (A.S.D.).
All'interno della struttura dove pratichiamo questo sport con le nostre due squadre c'è lo spazio per un bar che però il comune nn ha mai voluto gestire.
Ci ha chiesto se facendo noi i lavori vogliamo tenerlo in gestione gratuitamente.
La nostra società è in fase di espansione con progetti anche inerenti i bambini, con scuole calcio e concentramenti.
Volevo capire se è possibile aprirlo, che documenti bisogna fare e soprattutto siccome sarebbe gestito direttamente da noi gratuitamente e tutti i proventi verrebbero reinvestiti all'interno della società.
E' fattibile?.
Grazie
Lo potete aprire, legga bene il post. Sarebbe rivolto solo ai soci?
Nei giorni in cui è chiuso il Bar che gestisce la somministrazione di alimenti e bevande all'interno della nostra ASD con regolare contratto di comodato registrato, i Soci usufruiscono di una macchina del caffè casalinga di proprietà della ASD utilizzando cialde distribuite dalla Segreteria. E' necessaria una qualche licenza e/o autorizzazione da parte del Comune o dell'ASL?
Grazie per una risposta e complimenti per il blog!
Salve, ha raggiunto il limite di 100 quesiti gratuiti per utente. Se vuole postare nuovi quesiti può avvalersi di una consulenza dedicata: http://www.teamartist.com/consulenza/
La ASD di cui faccio parte ha dato in gestione il Bar Ristorante di sua proprietà (locali, attrezzature, arredi e stoviglie) ad una SNC con un contratto di comodato GRATUITO regolarmente registrato.
Il gestore può somministrare bevande e pasti anche a NON Soci e NON tesserati, organizzare cene per persone esterne senza che nei confronti della ASD si configuri una qualche violazione di tipo fiscale?
Grazie per una risposta e saluti
Salve, ha raggiunto il limite di 100 quesiti gratuiti per utente. Se vuole postare nuovi quesiti può avvalersi di una consulenza dedicata: http://www.teamartist.com/consulenza/
Salve,avrei un quesito da porVi: volendo dare in gestione il bar del circolo quali adempimenti comporta ? Grazie per la risposta,Ivonne-
Chi lo da in gestione? A chi? A chi è rivolto il suo utilizzo?
Sono il presidente di una A.S.D. senza partita iva: all'interno della mia palestra si trova un piccolo distributore di bevande - messo proprio in un angolo - dal quale SOLO I SOCI possono prendere le bottiglie dopo aver inserito le monete. E' una situazione regolare e posso andare avanti così oppure manca qualcosa, come ad esempio qualche autorizzazione comunale o certificazione da qualche ente? Vi ringrazio anticipatamente
Avete una licenza di somministrazione alimenti e bevande?
No. Mi sembra di capire che è il caso di farla. Potrei sapere quale è la procedura per averla? Ed eventualmente quando la avrò, potrò avere un distributore per conto mio?
Grazie
Il suo EPS dovrebbe saperla aiutare nel dettaglio (spero!) anche perchè sono indispensabili nella richiesta di SCIA. Provi attraverso di loro e ci faccia sapere come è andata.
io mi chiedo sempre se sia regolare che i gestori di rifugi o canili o gli accalappiatori di animali che risultano volontari di associazioni, fanno appalti con i comuni, con prezzi importanti. Si dichiarano volontari , usano gratuitamente i volontari in aiuto. Di fatto questi gestori o presidenti vi lavorano a tempo pieno pertanto non possono fare nessun mestiere, eppure ci vivono benissimo. Con che voce prelevano??? Grazie Milena Giordani 3334141174
Tenga conto che è possibile stipulare dei contratti di lavoro a tutti gli effetti con i "volontari" che in realtà così volontari non sono.
L'associazione ha appena compiuto un anno di attività,come presidente sto accarezzando l'idea di aprire una tisaneria letteraria, i soci saranno gli unici fruitori di questo spazio. Sottolineo che essendo un'associazione che contrasta le dipendenze da alcol, droghe,etc,non verranno somministrati alcolici e saranno proposte tisane e somministrati alimenti di natura biologica.
Quale documentazione bisogna produrre. Grazie infinite
serve che la vostra Associazione sia affiliata ad una APS Nazionale (ricordiamo alle ASD che quasi tutti gli EPS lo sono) attraverso la quale potrete fare, al Comune dove avete la vostra sede in cui volete fare somministrazione, una Segnalazione Certificata di inizio attività (S.C.I.A.). Si tratta generalmente di attività ISTITUZIONALE totalmente esentasse.
I non soci non potranno assolutamente vedere questo tipo di attività (no pubblicità). Servono anche die permessi per quanto riguarda le norme igienico sanitarie.
La nostra situazione:
Quota annuale associativa: 10,00 euro (minori: 5,00 euro)
Soci fondatori del Golf: 5.000,00 euro una tantum (non pagano più per l'attività del Golf, nè loro, nè i loro familiari)
Soci fondatori della Piscina: 2.500,00 euro una tantum (non pagano più per l'attività della piscina, nè loro, nè i loro familiari)
Soci fondatori di Golf e piscina: 5.750,00 euro una tantum (non pagano più per l'attività del Golf e della piscina, nè loro, nè i l
Soci annuali del Golf: 375,00 euro + 75,00 di Tessera FIG
Soci annuali minori del Golf: 20,00 euro di Tessera FIG
Soci annuali della piscina: 100,00 euro
Come facciamo a compilare il libro soci?
Queste quote non vanno bene. LA QUOTA ASSOCIATIVA è UGUALE PER TUTTI
1. Per installare un distributore automatico di bevande nella nostra sede che documenti occorrono?
2. Inoltre la percentuale ricavata sulle vendite credo che rientri nella fattispecie di attività commerciale e come tale va tassata?
3. Se è vero quanto sopra, visto che la nostra asd ha solo C.F., sarebbe possibile farci dare dalla ditta distributrice il nostro ricavato sotto forma di attrezzatura sportiva evitando quindi di prendere materialmente i soldi?
1. Dipende. Di vostra proprietà o in affitto?
2. Dipende
3. Assolutamente no.
Grazie mille per la risposta anche se credo di essermi espresso male. Ci riprovo.
Vogliamo fare installare da una ditta un distributore automatico di biibite all'interno della nostra sede. La ditte installatrice ci riconoscerà una percentuale di utile di 10 centesimi per ogni bibita venduta.
1- Che documenti ci occorrono per installare il distributore?
2- I soldi che la ditta ci darà come percentuale sulle vendite vanno tassati o possono essere contabilizzati come entrate istituzionali?
Grazie mille per tutto l'aiuto che ci fornite.
1. Voi non dovreste far nulla. Dovrebbe fare tutto la ditta installatrice
2. Vanno tassati, si tratta di entrate commerciali
Grazie siete stati come al solito di grandissimo aiuto. Un'ultima domanda:
Sarebbe possibile chiedere alla ditta distributrice di riconoscerci il nostro margine di guadagno donandoci dei palloni o altre attrezzature soportive?
Sì, purchè non appaia da nessuna parte il loro logo.
Salve sono presidente di una associazione affiliata a ente nazionale con l'autorizzazione a somministrare alimenti e bevande ai soli soci a volte cediamo gli spazi dell'associazione ai soci per fare delle feste private per lo più compleanni fino ad ora il socio che festeggia ha provveduto a procurarsi tramite fornitori esterni ( catering ) il cibo e le bevande che poi ha offerto naturalmente gratuitamente ai propri ospiti che in parte possono anche non essere soci dell'associazione quindi come associazione abbiamo dato solo i locali e non abbiamo fornito nessun servizio , mi chiedevo se un socio viene da noi e ci dice " per il giorno del mio compleanno voglio acquistare al bar del circolo 10 panini,10 pizzette , e 10 lattine di aranciata visto che è un nostro socio gliele possiamo vendere anche se poi li offrirà ai suoi ospiti? alla fine noi non avremmo somministrato niente ai non soci ne preso denaro da loro , che differenza potrebbe fare se il socio per assurdo acquista questa merce e la mangia tutta lui o la offre ai suoi invitati?
In questo caso non vi è differenza. Non si può controllare a chi viene somministrata la merce dopo l'acquisto, l'importante è che venga venduta al socio e che sia in linea con le norme igienico sanitarie
Grazie mille per la cortese risposta, ma se volessimo installare un distributore automatico per bevande e magari il nostro margine di guadagno farcelo corrispondere in merce come palloni, casacche ecc?
In che senso? direi che è automatico che l'incasso della macchinetta verrebbe utilizzato oltre che per pagare la macchinetta e la merce, anche l'attrezzatura dell'associazione...è corretto?
Squadra di ciclismo che vuole aprire sede per associati in cui somministrare bevande e spuntini anche a non soci può farlo?
Variare l'atto costitutivo e fare scia al comune può bastare o deve assumere anche qualifica di circolo?
No, dovete anche richiedere l'autorizzazione all'ASL.
Salve, volelvo sapere se era possibile vendere, solo ai soci, nella nostra sede delle bevande come acqua, the, ecc.
Inoltre che documenti bisogna richiedere?
Bisogna avere locali anorma, come doppio bagnio, spogliatoio, ecc?
Grazie
Deve fare una Segnalazione Certificata di Inizio Attività al comune del territorio nel quale verrà aperto questo bar.
Inoltre i "non soci" non dovranno vedere questo tipo di attività.
Per quanto concerne rispetto ai permessi e alle norme sanitarie legga bene questo articolo, troverò scritto tutto.
associazione ancora da costituire e quindi mi informo bene prima di fare delle cavolate.
Sono una delle socie fondatrici e vorrei sapere se una associazione può prendere in gestione una attività commerciale (come un ristorante/bar) e utilizzarlo per i suoi soci, anche e soprattutto per fare le riunioni e usarlo anche come luogo preposto a workshop e altre attività culturali e di intrattenimento. Verrà utilizzato anche per degli stage, visto che l'attività principale dell'Associazione sarà per l'appunto la promozione lavorativa dei suoi soci.
Consideri che ci sono tre persone (me compresa) che hanno l'iscrizione al REC o hanno conseguito il diploma di scuola alberghiera, che penerebbero a gestirlo in modo corretto e seguendo le norme igieniche previste dalla legge.
Lo può fare
quando l'associazione organizza mercati, chiede l'occupazione del suolo pubblico e i permessii alla vendita al comune. alcuni espositori vendono trasformati ma non tutti hanno i permessi asl in regola.
per ottenre i permessi, il presidente dichiara che tutti gli espostori sono in regola. in caso di controllo, quali sanzioni e di che tipo avrà il presidente e l'associazione e quali all'espositore?
L'ammontare della sanzione dipende da vari fattori...
Ad ogni modo ne risponde prima l'associazione e poi il presidente.
Non ho invece ben capito come sono inquadrati gli espositori
salve,
avevo scritto una domanda su un post di facebook ma non ho ricevuto risposta, chiedo scusa se vi scrivo di nuovo, ma evidentemente non ho capito la procedura.
sono il presidente di una aps con somministrazione ai soli soci. vorremmo fare richiesta al comune per avere una licenza e somministrare anche ai non soci e fare una vera e propria attività commerciale con scontrini e tutto, per stare tranquilli.
purtroppo, fatta qualche domanda in giro, ci siamo scontrati con la dilagante ignoranza degli impiegati comunali del nostro comune. abbiamo provato a fare qualche ricerca ma abbiamo sempre trovato risposte non specifiche al nostro caso o comunque non esaustive, quindi abbiamo pensato di chiedere a voi che sembrate i professionisti più informati di tutti!
i nostri quesiti nascono tutti dalla situazione di accatastamento del locale in cui ha sede l'associazione, che nato come garage negli anni settanta e condonato come artigianale negli anni ottanta, sembra che non possa essere trasformato in commerciale neanche in minima porzione.
ci chiediamo quindi:
1- essendo il locale dell'associazione interamente accatasto come 'artigianale', potremmo ottenere tale licenza o c'è necessariamente bisogno di una porzione 'commerciale' all'interno?
2- sarebbe possibile incaricare una ditta esterna per la somministrazione, con contratto di gestione, più o meno come si fa nei musei o negli uffici pubblici?
grazie francesco
1. Potreste ottenerla, ma poi bisogna vedere se siete vengono rispettate le norme igienico sanitarie.
2. Sì.
Buongiorno,
abbiamo appena avuto in gestione l'impianto sportivo del ns. paese dove è presente un bar.
Abbiamo presentato scia, iscrizione REA, ufficio dogane e partita IVA. Il bar vende a soci e non soci, pertanto abbiamo deciso di scontrinare a tutti senza fare distinzione.
1. Il personale addetto al bar può essere gestito da volontari con relativa dichiarazione che lo fanno a titolo gratuito?
2. Se non sono volontari è possibile avere solo delle persone pagate con voucher?
3. Il personale può essere costituito da persone del direttivo, non facendo la dichiarazione che prestano il loro servizio a titolo gratuito, visto che è già chiarito a statuto?
Grazie
1. Direi di si
2. Direi di si
3. Si
in Calabria l'attestato HACCP è stato reintrodotto, io l'ho fatto l'anno scorso per la mia azienda e va rinnovato ogni due anni se non sbaglio, in pratica sostituisce i vecchio libretto sanitario.
Buongiorno, faccio parte di un'APS. Nella sede della nostra associazione c'è una cucina (come una cucina di casa) e quando ci troviamo (TRA SOCI!) mettimao su un caffè, un the, può esserci qualcuno che porta una torta o dei biscotti (e può trattarsi sia di prodotti confezionati sia di prodotti fatti in casa). Tutto gratuitamente si intende, e solo per i soci, in un'ottica di convivialità, né più né meno rispetto a ricevere un'ospite a casa proria e offrirgli qualcosa da bere/mangiare. Da quello che leggo nel post e dalle risposte, anche questo nostro caso si configura come somministrazione di cibi e bevande e quindi sottoposta a autorizzazioni e quant'altro?
No, non essendoci un pagamento, in questo caso non si configura come somministrazione (fiscalmente parlando)
Salve, vorrei sapere:
1) e se invece un'Associazione organizza un esibizione in un locale pubblico, il bar può essere gestito dal privato che ha normalmente in gestione il bar?
2) E' necessario far tesserare tutti i partecipanti?
3) Sarebbe invece preferibile affittare il locale per evitare problemi?
Grazie
1) Sì.
2) No.
3) No.
Buongiorno, la spiegazione è stata chiara ma vorrei sapere ciò: noi organizziamo eventi in piazza e affittiamo degli spazi a stand che somministrano alimenti non preparati in piazza ma nei laboratori di chi somministra MA i permessi alla vendita vengono firmati dal presidente che dichiara, sotto la sua responsbilità, che chi somministra alimenti ha i laboratori in regola. in caso di controllo, se i permessi (dia igiene, permessi ASL ecc) non fossero in regola, cosa rischia l'associazione? nella SCIA si legge che in caso di dichiaranzione mendace ci sono sanzioni penali
grazie
maria paola
Mi scusi, lei ha scritto "MA i permessi alla vendita vengono firmati dal presidente che dichiara, sotto la sua responsabilità, che chi somministra alimenti ha i laboratori in regola".
Il Presidente NON PUO' firmare questi permessi, è il Comune che lo può fare
"Partiamo da un punto fermo. Ogni volta che si mette a disposizione qualcosa da bere o da mangiare ad altri, si fa “somministrazione di alimenti e bevande”"
1. Come si deve interpretare "mettere a disposizione" ?
2. E chi é il soggetto?
3. Se un socio porta nei locali in cui si svolge la attività sociale una anguria e la tagliamo e mangiamo insieme stiamo "mettendo a disposizione" ?!.
4. Se un socio mette a disposizione di altri soci qualcosa all' interno dei locali ne siamo responsabili come associazione?
5. O una bottiglia di acqua o di vino o altro alimento. Fa differenza se confezionato o no?
Grazie
1. Dare la possibilità a qualcuno di bere o mangiare
2. Chi dà questa possibilità
3. State facendo "preparazione"
4. Si
5. Si, se confezionato è sola somministrazione
Salve, vorrei sapere se oltre ad affiliarci come asd ad una APS (per es. CSI) dobbiamo anche associare tutti i nostri associati all'APS o è sufficiente solamente l'asd? Tenga presente che a tutti noi facciamo compilare una richiesta di "ammissione a socio" per la nostra asd, pertanto tutti coloro che svolgono attività presso di noi sono nostri associati iscritti nel Libro soci. Grazie e buona giornata
Legga questo nostro post
Salve, ho letto il post e, se ho ben compreso, il bar può essere usufruito dai soci della asd e non dai tesserati ad una Federazione e/o APS a cui la asd è affiliata. Giusto?
No, possono usufruirne tutti i tesserati della Federazione e/o APS