Per chi non lo sapesse il “fundraiser” è il professionista non profit della raccolta fondi, delle partnership, del rapporto con le aziende e le fondazioni, delle strategie di funding. Un profilo complesso e ritagliato su misura per chi viene dal for profit in particolare dagli ambiti comunicazione, marketing e management in generale.
Ma in realtà non importa la provenienza, per fare fundraising bisogna creare magia!
Come tutti i maghi buoni che combattono contro il male perché il bene prevalga, i Maghi del Fundraising lavorano nel non profit: con i bambini in ospedale, nelle situazioni più gravi, dove ridere è di per sé una magia, dove la realtà può cambiare senza limiti e con essa la speranza. E dove gli aiutanti preferiti e vice-maghi sono proprio i deboli che vanno tutelati.
Sono la magia, la meraviglia, che cambiano il mondo, togliendolo al cinismo e ai numeri. E’ stata la foto di un bambino a far svoltare la percezione europea sui rifugiati, non il mare di statistiche in cui tutti affoghiamo disperati.
Trasformare le visioni del futuro in statistiche e strategie, i buoni propositi in donazioni, la disaffezione in partecipazione ed i “babbani” in maghi. Questo l’obiettivo ed ecco qualche consiglio su come fare:
Ottimizzare la conversione: le Organizzazioni dovrebbero iniziare a pensare a come convertire efficacemente i visitatori dei loro siti web in donatori anzichè semplicemente tentare di attirare nuove visite. Tutto ruota attorno a misurazione, verifica e ottimizzazione del flusso di donazione per ottenere maggiori fondi.
Coinvolgere i Millenials: affidandosi alle ricerche condotte in questi anni si stima che entro il 2025 circa il 75% della forza lavoro sarà composta da Millenials (i nati tra gli anni ottanta e i primi anni duemila nel mondo occidentale). Avendo un impiego i Millenials disporranno (finalmente!) di denaro da spendere permettendo così alle organizzazioni di trarre beneficio da questa generazione che da sempre si è dimostrata attenta ai problemi del mondo che stanno a cuore alle NPO ma che fino ad ora non aveva potuto contribuire per mancanza disponibilità economica.
Lealtà del donatore e Valore per la Vita: continuare a monitorare il coinvolgimento dei donatori sarà cruciale. Le organizzazioni spenderanno più risorse per studiare caratteristiche e comportamenti dei loro portatori di interesse per meglio comprendere quali motivazioni li possono spingere a donare di più in modo da personalizzare le loro politiche di comunicazione. Personalizzazione che incontrando meglio gli interessi dei singoli può garantire un rapporto di fedeltà più duraturo.
Online & Mobile: il web e gli smartphone hanno giocato un ruolo sempre crescente per le associazioni negli anni passati ed il trend continuerà anche in futuro. I Social giocheranno un ruolo chiave nell’“economia dell’attenzione” ed un design responsivo (che si vede anche da telefono) sarà cruciale per consentire ai sostenitori l’accesso alle piattaforme dell’organizzazione in ogni momento e da ogni dispositivo.
Lo Storytelling diventa visivo: Creare una storia e condividerla è sempre stato importante per un’organizzazione non profit per ingaggiare con successo donatori, ma farlo in modo che questa risulti visivamente impattante sta diventando essenziale. Le organizzazioni dovranno trovare strade innovative e creative per intrattenere i sostenitori in un mondo così pieno di distrazioni, e i componenti visivi sono la chiave. I post sul web connotati da un buon livello di raffinatezza grafica dimostrano di aver un engagement del 180% maggiore rispetto la media e ricerche confermano che le persone processano le immagini 60.000 volte più velocemente di un testo.
Ma quindi per diventare fundraiser bisogna essere dei maghi o dei manager?
E a questa domanda la risposta spetta a te, facci sapere se la tua associazione avrebbe più bisogno di creatività e fantasia o professionalità e misurabilita!