L’indagine “I Profili del volontariato italiano. Un popolo che si impegna per una società più coesa” ci dà l’occasione di studiare nel dettaglio chi in Italia decide di impegnarsi in attività di volontariato.
CHI?
Dallo studio emerge che chi svolge regolarmente attività di volontariato è più istruito rispetto a chi non mette a disposizione della società gratuitamente il proprio tempo libero (il 21,2% è laureato rispetto all’11,2% di chi non si impegna). Ed è anche più dedito ai consumi culturali, più interessato ai problemi politici e sociali, più soddisfatto della propria vita e più ottimista per il futuro. Di fatto a fare volontariato sono coloro che possono permetterselo perché hanno una buona qualità di vita, un lavoro sicuro e una preparazione culturale superiore alla media.
DOVE?
Lo studio consente inoltre di quantificare il numero dei volontari che svolgono la loro attività dentro le organizzazioni di volontariato: sono 1,7 milioni di persone, ovvero il 3,2% della popolazione italiana con più di 14 anni. La diffusione territoriale è più elevata nelle regioni del Nord e del Centro con punte superiori al 4,5% in Veneto e Lombardia.
COME?
Più di un terzo dei volontari (36,5%) presta la propria attività in organizzazioni che operano nella sanità; il 26% in OdV attive nell’ambito dell’assistenza sociale e della protezione civile; il 14,5% nelle attività ricreative e culturali. Nelle organizzazioni di volontariato gli uomini superano le donne come presenza (55,2% contro il 44,8%). Se guardiamo ai presidenti delle associazioni, gli uomini sono in prevalenza ancora più netta: solo un presidente su tre è donna.
È evidente anche la correlazione fra volontariato e livello di istruzione. A spingere verso l’alto il livello di istruzione sono soprattutto le donne: quasi tre volontarie su dieci hanno la laurea contro il 16,3% fra i maschi. La probabilità di fare volontariato in un’organizzazione è quindi massima fra i laureati, 5,5%, e tra coloro che dispongono di elevate risorse economiche 5,3%.
QUANTO?
Fare il presidente di una OdV richiede molto tempo e condizioni di vita stabili: il 47% di questi è pensionato, una cifra analoga occupato.
Un volontario in media dedica 20,4 ore al mese alla sua attività mentre i presidenti dedicano ancora più tempo: 25,6 ore al mese, quasi quattro giorni lavorativi pieni.
PERCHE’?
Ad attività extralavorative gratuite può più facilmente dedicarsi chi appartiene a famiglie agiate (tasso specifico al 5,3%), un po’ meno chi ha risorse economiche adeguate (tasso specifico al 4,2%), ancora meno (il tasso quasi si dimezza) chi vive in famiglie con difficoltà economiche (2,4%).
Questo è quello che ci dicono i dati di questo studio, ma c’è solo un modo per sapere se queste informazioni sono corrette…quale? Ovviamente lasciare direttamente a voi la parola, diteci se quella descritta sopra è una fotografia realistica della vostra realtà o se i dati in questo caso sono stati mal interpretati!
Aspettiamo solo di sentire i vostri pensieri, lasciateli qui sotto o sulla nostra pagina Facebook!