Si può fare pubblicità alle attività dell’associazione? Come? Può essere un rischio?
Innanzitutto è bene capire cosa si intende per pubblicità.
La pubblicità è una attività riservata alle Aziende che cercano nuovi clienti.
Le associazioni no profit non cercano nuovi clienti ma nuovi soci che perseguano i fini istituzionali che avete scritto nel vostro Statuto.
Quindi seguendo questa definizione le associazioni non possono farsi pubblicità.
Per questo le Associazioni, ad esempio, non possono fare annunci sui siti di coupon d’acquisto proponendo delle “offerte” con sconti o regali o prove gratuite.
Per questo, nella tenuta della vostra contabilità, non potete avere fatture per “volantinaggio vostri depliant pubblicitari” e nel vostro REFA (Rendiconto Economico e Finanziario Annuale) voci registrate come “Marketing” o “pubblicità” nelle uscite.
Ma quindi: una Associazione può fare un volantino/manifesto o attivare una campagna per ricercare nuovi iscritti?
La risposta è SI, ma dipende da come lo fa.
Prima di darti dei suggerimenti su come fare una corretta promozione delle attività (che non sia quindi considerata pubblicità) è bene però capire perché questo aspetto è molto importante.
Dal 2011 è infatti attivo il cosiddetto “Progetto Ercole” della Guardia di Finanza, un’azione pianificata da parte dello Stato con l’obiettivo di controllare a tappeto tutte le Associazioni italiane.
Questi controlli solitamente partono con un primo accertamento da remoto.
Cosa significa? Che prima di venire a controllarvi direttamente in sede, spesso c’è una sorta di pre-analisi dell’associazione che parte dai dati presenti on line.
Questi dati sono da un lato le dichiarazioni fiscali che avete presentato, dall’altro come l’associazione di presenta sul web (sito internet, pagina Facebook, volantini e materiali che si trovano on line, etc.).
Si tratta delle cosiddette “fonti aperte”.
Un articolo del 28 gennaio 2020 del Sole 24 ore a cura di Cristiano Dell’Oste e Giovanni Parente cita:
“Anche la Guardia di finanza, nella circolare 1/2018, diramata a fine 2017, menziona gli «elementi non risultanti dalle banche dati», facendo riferimento – ancora – alle «fonti aperte». Concetto poi ripreso nelle Linee guida per la programmazione 2020 delle Entrate, che chiedono ai funzionari degli uffici periferici di cercare le finte Onlus monitorando, tra l’altro, i siti internet «che pubblicizzano l’offerta di prodotti o servizi commerciali, come i centri benessere, la gestione di palestre, piscine» o magari cinema e teatri.”
Per questo motivo è fondamentale curare al meglio la comunicazione e la promozione che l’associazione fa.
Una promozione delle attività simile a una pubblicità commerciale attiva immediatamente un campanello dall’allarme e vi rende quindi più esposti a un possibile controllo fiscale totale.
Per questo è fondamentale che chi si occupa della tua associazione sia in grado di controllare e verificare con voi il vostro sito, la vostra pagina Facebook, le locandine e i volantini (ma anche la delibera di direttivo in cui definite le tariffe per l’acceso ai corsi/attività che avete in programma), per controllare che la comunicazione che fate non sia dubbia.
Questa è una delle molte attività che facciamo per le associazioni che decidono di affidarsi a noi per la gestione dell’associazione acquistando il servizio Blindo.
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Intanto eccoti alcune buone regole generali da seguire:
Quindi: Associazione Sportiva Dilettantistica, oppure Associazione di Promozione Sociale, Organizzazione non lucrativa di utilità sociale, Organizzazione di Volontariato o per finire, nel caso non siate nessuna di tutte queste, il semplicissimo: Associazione No Profit.
Questo ultimo punto è quello fondamentale.
Tutta la vostra comunicazione deve essere tesa a trovare nuovi soci e non a vendere una attività o promuovere un evento.
Quando pensate ad un volantino, un manifesto o al vostro sito web quindi, tenete conto di questo principio. Quale messaggio sto facendo passare verso chi mi leggerà? Gli sto chiedendo di diventare socio o che gli sto vendendo qualcosa? Se state vendendo qualcosa per il Fisco state instaurando non il rapporto Associazione-Socio ma quello Attività Commerciale-Cliente.
Ovviamente queste sono delle indicazioni di massima, ti ricordo che è sempre meglio far controllare i tuoi materiali promozionali da un associazionista, che può capire nel dettaglio se la tua comunicazione possa essere letta come attività pubblicitaria di tipo commerciale.
A presto
Giovanni Damiano Dalerba