Le associazioni in Italia sono una realtà importante e presente in modo capillare su tutto il territorio italiano. Secondo i dati ISTAT sono oltre 308.000 le associazioni presenti negli oltre 7.900 comuni sparsi della nostra penisola. È come se in ogni comune italiano fossero presenti in media 39 associazioni. Ma nonostante una diffusione così elevata e capillare le associazioni in Italia sono poco visibili. Fanno una grande fatica a promuoversi e molto spesso i loro presidenti ci scrivono lamentandosi perché hanno pochi soci e pochi volontari e non riescono così a raggiungere gli scopi e gli obiettivi previsti nel proprio statuto.
A nostro parere le associazioni devono promuovere le loro attività con maggiore convinzione e professionalità rispetto a fino a quanto hanno fatto fino ad ora. Le associazioni, così come ogni altra organizzazione, devono fare marketing se vogliono avere maggiori probabilità di raggiungere i propri obiettivi e attirare nuovi soci, volontari e risorse. Soprattutto quando un’associazione inizia la propria attività deve investire sul marketing. Deve costruire un piano di marketing che lavori sulla strategia attraverso cui rendere l’associazione interessante per nuovi potenziali soci.
Il marketing può essere un elemento fondamentale per le associazioni poiché le aiuta a raggiungere gli obiettivi organizzativi e a promuovere l’impegno e il sostegno degli associati.
Un’attività ben impostata di marketing può aiutare un’associazione a:
Tecnicamente, un’associazione non deve fare pubblicità, ma deve promuovere le proprie attività istituzionali previste a statuto.
Questo per distinguerla dalla realtà commerciali, che invece fanno pubblicità vera e propria.
Quindi le associazioni non “vendono” una attività. Propongono invece alle persone di associarsi, di diventare soci dell’associazione per svolgere quella attività.
Facciamo un esempio. Sul materiale promozionale o sul proprio sito un’associazione non può scrivere: “Venite a fare un corso di teatro a soli 100 euro, sconto 50%” bensì: “Diventa nostro socio! Potrai partecipare ai nostri corsi di teatro con soli 100 euro di contributo per il rimborso delle spese”.
Questo è il punto fondamentale. Tutto il marketing dell’associazione deve essere indirizzato a trovare nuovi soci e non a vendere una attività o promuovere un evento.
Per la maggior parte di noi promozione e pubblicità sono di fatto due parole equivalenti, tant’è che spesso diciamo “sto promuovendo i miei corsi” e “sto facendo pubblicità alle mie attività”, intendendo di fatto la stessa cosa.
Invece, per lo Stato esiste una differenza sostanziale tra ciò che si intende per promozione e ciò che si intende per pubblicità. In particolare si parla di pubblicità commerciale quando le modalità scelte per pubblicizzare le proprie attività sono considerate analoghe a quelle utilizzate nel settore profit
Nel concreto cosa significa che un’associazione si può promuovere ma non può fare pubblicità?
Non è facile dirlo. Bisogna avere una certa esperienza per tracciare il confine e capire quando un messaggio, una locandina, un post su Facebook è da considerarsi una promozione delle attività, attività ammessa dal fisco, e quando invece si tratta di una pubblicità commerciale. Il tema non è affatto scontato.
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Unente del terzo settore iscitto al runts può raccogliere fondi con il 5x1000?
Grazie
Bruno Baldassarri
Sì, consigliamo di entrare nella piattaforma del Runts, barrare comunque il campo “accreditamento del 5/1000” ed inserire il vostro Iban.
Buongiorno. Ho controllato i dati inseriti, sono corretti, l'indirizzo da far pervenire la posta è: via Prile 15 Grosseto. cordiali saluti Anna
Ok grazie
UNA ASSOCIAZIONE CULTURALE PUO' INSERIRE NEI PROPRI PROGRAMMI ANCHE LA VISIONE DI FILM E/O CORTOMETRAGGI. NEL CASO SPECIFICO QUALI REGOLE OSSERVARE ANCHE NEI CONFRONTI DELLA SIAE
Buongiorno Claudio.
Tecnicamente, si, una Associazione può proporre la visione di film e cortometraggi ai propri soci. Ma si deve essere autorizzati sia dalla casa distributrice proprietaria dei diritti (non si può proiettare direttamente da Youtube o Amazon prime o da un DVD) sia pagare i diritti SIAE sulle colonne sonore e le musiche che contiene. Esistono organizzazioni nazionali che si occupano specificatamente di questo e con una ricerca su Google potete trovarle in autonomia (ad esempio cercando "visione film circoli privati").
SPOILER: è talmente complesso e costoso che non conviene farlo. Lasciate fare il Cinema... ai Cinema!