Esiste la possibilità di somministrare alimenti o bevande a favore dei propri soci, all’interno dei locali dove vengono svolte le attività istituzionali. Questa decisione deve però sottostare a delle autorizzazioni, che seguono particolari obblighi a seconda del tipo di Associazione. Dopo l’entrata in vigore del DPR 235/2001, si distinguono due casi:
Associazioni che aderiscono ad enti od organizzazioni nazionali le cui finalità assistenziali sono riconosciute dal Ministero dell’interno (es: ACLI, ARCI, ecc)
Bisognerà presentare al Comune in cui ha sede l’Associazione una denuncia di inizio attività (art. 19 della legge n. 241 del 07 Agosto 1990); a sua volta il Comune la trasmetterà per conoscenza alla competente Azienda Sanitaria Locale (A.S.L.) per il parere necessario all’eventuale rilascio dell’autorizzazione di idoneità sanitaria.
La denuncia di inizio attività (DIA) ha sostituito la precedente procedura che consisteva nella richiesta di una specifica autorizzazione al Comune. Si potrà pertanto iniziare l’attività immediatamente senza dover aspettare l’autorizzazione; l’Amministarzione ha 60 giorni di tempo per adottare provvedimenti che vietino il proseguimento dell’attività e la rimozione di eventuali effetti dannosi.
Nella denuncia il legale rappresentante dovrà dichiarare:
– l’ente nazionale con finalità assistenziale al quale l’Associazione è affiliata;
– il tipo di attività di somministrazione che si vuole svolgere;
– l’ubicazione del locale e la superficie dei locali adibiti alla somministrazione;
– il rispetto delle condizioni previste dall’art. 148 TUIR;
– che il locale dove avverrà la somministrazione è conforme alle norme edilizie, igienico-sanitarie e di sicurezza, con relative certificazioni.
A questa denuncia andrà allegata una copia dell’Atto Costitutivo o dello Statuto e la pianta planimetrica dei locali (o dettagliata descrizione sintetica).
Sotto il profilo fiscale, ai sensi dell’art. 148 TUIR comma 5, l’attività di somministrazione di alimenti e bevande non è ritenuta commerciale a patto che vengano rispettati tutti i seguenti requisiti:
1) si tratti di una APS Nazionale o di una Associazione affiliata ad uno degli enti di promozione sociale nazionali riconosciuti dal Ministero degli Interni;
2) l’attività del bar venga svolta presso la sede dove si svolge anche l’attività istituzionale;
3) l’attività del bar sia strettamente complementare a quella istituzionale;
4) l’ingresso sia riservato ai soli soci e non al pubblico in genere.
Associazioni che non aderiscono ad alcun ente od organizzazione nazionale le cui finalità assistenziali sono riconosciute dal Ministero dell’interno
Bisognerà presentare al Comune in cui ha sede l’Associazione una domanda di autorizzazione con allegata una copia dell’Atto Costitutivo o dello Statuto; a sua volta il Comune la trasmetterà per conoscenza alla competente Azienda Sanitaria Locale (A.S.L.) per il parere necessario all’eventuale rilascio dell’autorizzazione di idoneità sanitaria. In questa domanda il legale rappresentante dovrà dichiarare:
– il tipo di attività di somministrazione che si vuole svolgere;
– l’ubicazione e la superficie del locale adibito alla somministrazione;
– la natura non-commerciale dell’Associazione;
– che il locale dove avverrà la somministrazione è conforme alle norme edilizie, igienico-sanitarie e di sicurezza, con relative certificazioni.
A questa denuncia andrà allegata una copia dell’Atto Costitutivo o dello Statuto e la pianta planimetrica dei locali (o dettagliata descrizione sintetica). Le tempistiche per ottenere l’autorizzazione vanno fino ad un massimo di 45 giorni; superato questo limite la domanda va intesa come automaticamente accolta.
Qualora la somministrazione sarà gestita direttamente dall’Associazione non sarà necessario che essa venga registrata al REC (Registro Esercenti il Commercio); diversamente, l’iscrizione sarà obbligatoria in caso sia affidata a terzi.
Sotto il profilo fiscale, l’attività di somministrazione di alimenti e bevande, da parte di Associazioni non affiliate ad uno degli Enti di Promozione Sociale Nazionali riconosciuti dal Ministero degli Interni, è in ogni caso ritenuta commerciale, come anche chiarito dalla Circolare del Ministero delle Finanze n. 124 del 12 Maggio 1998 e ribadito dall’Agenzia delle Entrate: “l’espressa previsione di non commercialità (…) nei confronti esclusivamente delle APS, conferma per tutti gli altri enti di tipo associativo l’orientamento già espresso in sede amministrativa (Ris. n. 217/E del 17 luglio 1995), in base al quale è stato affermato il carattere commerciale dell’attività di somministrazione di alimenti o bevande nei bar interni ai circoli ricreativi, anche se svolta nei confronti dei propri associati“.
Salve,
ho in progetto la creazione di un' associazione culturale non affiliata con annessa piccola libreria (vendita libri a soci e non) e angolo bar (per soci): il tutto al fine di creare uno spazio aggregativo e stimolante. La vendita e il tesseramento sarebbero l' autofinanziamento. Ora: posso comunque rientrare nella P.I. a regime agevolato?
Grazie mille per il Vostro tempo
Leggi qui:
https://www.teamartist.com/blog/come-accedere-al-regime-fiscale-agevolato-3/
Buongiorno,
sono il presidente della Concept ASD(scuola di Danza),
nella nostra sede, abbiamo una zona relax con macchinetta Nespresso (a capsule),
un boiler per il The ed un piccolo frigorifero dove teniamo acqua ed analcolici.
abbiamo infine un contenitore per i biscotti(confezionati) ed uno per le caramelle(confezionate), il tutto ad uso completamente gratuito degli associati,
non c'è vendita!
Tutto ciò nell'ottica di rendere piacevole il tempo trascorso tra una lezione e l'altra o il fine lezione dei nostri associati.
Abbiamo creato insomma questo spazio in cui tutti possono usufruire di tutto in piena libertà, senza nessun costo. Di solito acquistiamo noi tutto nei vari centri commerciali, ma capita che siano gli stessi ragazzi, di loro iniziativa, a contribuire portando qualcosa ogni tanto(sempre di confezionato). volevo chiedervi, secondo voi, dovremmo presentare SCIA al comune per attività alimentare? tutto ciò che ho letto in rete riguarda attività commerciali che abbiano come finalità la somministrazione(vendita) o manipolazione dei prodotti. Ho trovato informazioni su associazioni culturali con angolo bar, ma nulla che tratti il nostro caso. Tutto nasce da un dubbio sorto dopo i corsi di sicurezza sul lavoro che abbiamo svolto, in quanto previsti per tutte le categorie di lavoratori ivi compresi associati che svolgono attività volontaria nell'ASD.
Visto che cmq abbiamo comunque un frigorifero, la macchina nespresso, il boiler e che abbiamo alimenti, ci stiamo attrezzando per la certificazione HACCP, ma mi chiedevo se dobbiamo comunicare qualcosa alla ASL.
perdonate la lunghezza del messaggio,
spero di essere riuscito a spiegare la nostra situazione ed i nostri dubbi.
Oggi gestire un associazione è come gestire un impresa -.-'
Saluti
Danilo Paulozza
a mio avviso non serve nessuna certificazione
Buongiorno vorrei avere dei chiarimenti.Faccio parte di un gruppo parrocchiale dove ci capita di svolgere degli eventi per il popolo.Sono assolutamente a scopo benefico e a volte si fa pagare una somma minima per contribuire alle spese.Come ci dobbiamo comportare al riguardo? Di che tipo di autorizzazioni abbiamo bisogno?A quali sanzioni amministrative andiamo incontro?Grazie mille per la disponibilità
Chi vi paga è socio della vostra associazione? In caso negativo, dovreste avere la partita IVA e configurare tale attività come commerciale (oppure far rientrare questi eventi all'interno dei due annuali di raccolta fondi; leggi qui: http://www.teamartist.com/blog/2015/06/11/le-due-raccolte-fondi-annuali-che-possono-fare-tutte-le-associazioni/).
Salve,
con degli amici stiamo creando un'associazione enogastronomica, che organizzerà corsi, visite a produttori locali ma anche degustazioni, eventi, cene, tutto ciò che proporranno i soci. La mia domanda è: essendo proprio prevista come attività istituzionale la possibilità di fare eventi culinari (cene), ovviamente per i soli soci, sono necessarie le autorizzazioni di cui si parla in questo articolo?
Quale presidente ho già l'HACCP.
Grazie tante
Luca
Si. La questione infatti non è fiscale (soci/non soci,tasse), bensì sanitaria.
Buongiorno,
in merito a questa interessante discussione capisco che un'associazione di promozione sociale, non affiliata ad Ente Nazionale, deve:
Parte Fiscale:
- gestire il servizio bar ai soci come attività commerciale, con relativa tassazione agevolata;
- aprire per forza P.IVA ed emettere scontrino fiscale al bar;
- registrare l'attività del bar all'agenzia delle entrate e camera di commercio;
Parte Igienico-sanitaria:
- Serve preposto? Da questa nota della Regione Veneto, ove l'associazione opera, capisco di no: "Il possesso di requisiti professionali è necessario solamente nel caso di attività di somministrazione aperta al pubblico e non invece quando l’attività è rivolta ad una cerchia determinata di persone com’ è il caso dei circoli privati.";
- Rispettare i requisiti cogenti in base al tipo di licenza che si chiederà come una qualsiasi attività commerciale.
Potrei avere conferma di questi aspetti?
Grazie mille!
A mio parere, si, serve il preposto. Ma siamo sul filo dell'interpretazione (e in tal caso interpreto sempre nel modo più restrittivo).
Buonasera, nel caso di somministrazione di cibo e bevande da parte di una asd affiliata fise quali sono i documenti fiscali necessari x la registrazione di tale attività.
Grazie infinite x la risposta.......
Ciao, leggi questo nostro post.
E' possibile pur avendone i requisiti rinunciare alle agevolezioni della L.398/91 per un'associaione culturale musicale che gestisce un punto di somministrazione di cibi e bevande ovviamente rimanendo sempre associazione e i proventi dell'attività commerciale in questo caso come vanno dichiarati.
Grazie
Cordiali saluti
Cortese collega, questo blog è gratuito solo per associazioni no profit. Se vuole può acquistare una nostra consulenza a pagamento.
Salve,
vorrei chiedervi, se mi potete dire, quali autorizzazioni occorrono per poter cucinare e preparare pietanze ai propri soci aderenti ad un'associazione non affiliata ad associazioni di livello nazionale.
Grazie
Amedeo
Leggi questo post: http://www.teamartist.com/blog/2016/05/30/come-somministrare-alimenti-e-bevande-durante-gli-eventi-di-una-associazione/
Quesito:
possono le federazioni rilasciare autorizzazioni per la somministrazione di bevande alcoliche o gestione di mense a favore dei propri soci come attualmente avviene per alcuni enti riconosciuti dal ministero degli interni?
No. So che alcune lo propongono ai propri affiliati ma c'è un trucco: hanno un accordo con un EPS nazionale...
Vorrei sapere se io rilevo già un'associazione culturale adibita a Pub ho bisogno del Rec grazie
Il Rec è stato soppresso da anni... adesso c'è il SAB che comunque è per gli esercizi aperti al pubblico. Dipende quindi dal tipo di licenza di somministrazione di alimenti e bevande che avete.
Il Circolo suddetto ha due tessere distinte: una è propria del Circolo, la seconda è una tessera Arci. Ci sono soci che hanno la tessera del Circolo, ma non quella dell'Arci, o di altra Associazione assimilabile. Questa tipologia di soci può usufruire delle consumazioni presso il bar del Circolo (e solo di esso, non certo di altri Circoli?
A mio parere si anche se è contestabile. Per questo motivo suggerisco che anche i singoli soci siano tesserati all'aps nazionale attraverso la quale avete ottenuto la licenza di somministrazione.
Ho protocollato la domanda si somministrazione alimenti e bevande (DIA) all'ASL di appartenenza pagando il versamento di 25.00 euro.
Successivamente ho protocollato al comune all'ufficio attività produttive l'inizio attività.
La mia domanda è:il tutto è sufficiente per somministrare alcolici? O bisogna chiedere autorizzazione all'ufficio doganale?
Credo basti. Non ho mai sentito parlare di questa autorizzazione... può essere che debba ancora imparare qualcosa.
Buongiorno, con la nostra associazione stiamo preparando un centro di aggregazioni invernale per i nostri figli nel periodo di chiusura scolastica. Abbiamo richiesto la sede delle attività al comune e vorremmo far cucinare alle nonne a casa propria e distribuire il cibo durante l'ora di pranzo.
Visto che c'è in ballo la somministrazione di cibo e bevande di quali permessi avremmo bisogno?
Grazie L. M.
Ti consiglio di leggere questo post: http://www.teamartist.com/blog/2016/05/30/come-somministrare-alimenti-e-bevande-durante-gli-eventi-di-una-associazione/
Salve sono titolare di una tabaccheria. Vendendo anche sigari in particolar modo cubani ero intenzionato ad ampliare l'offerta commerciale della mia attività iniziando anche a vendere alcuni distillati quali Grappe Rhum e whiskey rigorosamente chiusi in bottiglia e non serviti.
Di quali licenze necessito?
Ci occupiamo solo di associazioni
Salve vorrei avere informazioni relative alla possibilita'di creare una associazione culturale presso una struttura alberghiera al fine di somministrare cibo e bevande ai clienti che non sono ospiti presso la struttura
Grazie
E' bene parlarne in una consulenza privata. http://www.teamartist.com/consulenza/
BUONGIORNO,
VORREI AVERE INFORMAZIONI RELATIVE ALLA POSSIBILITA', PER UN'ASSOCIAZIONE SPORTIVA DILETTANTISTICA DI BAMBINI/RAGAZZI, DI POTERSI AUTOFINANZIARE VENDENDO ALIMENTI DURANTE LE PARTITE DI CAMPIONATO O I TORNEI CHE SI SVOLGONO NEL NOSTRO CAMPO, UTILIZZANDO UN BANCO DI APPOGGIO SENZA UNA STRUTTURA FISSA O UN LOCALE. AVREI BISOGNO DI SAPERE QUALI AUTORIZZAZIONI SERVONO.
GRAZIE MILLE
STEFANIA
Ciao, leggi questo nostro post
Gentili,
vi contatto per chiedervi delucidazioni rispetto al regime fiscale che la nostra associazione, attualmente affiliata all'ARCI, assumerebbe se decidessimo di uscire dall'ARCI per metterci in proprio con una somministrazione completamente a nostro carico e senza alcuna affiliazione di livello nazionale.
A conclusione dell'articolo si legge: “l’espressa previsione di non commercialità (…) nei confronti esclusivamente delle APS, conferma per tutti gli altri enti di tipo associativo l’orientamento già espresso in sede amministrativa (Ris. n. 217/E del 17 luglio 1995), in base al quale è stato affermato il carattere commerciale dell’attività di somministrazione di alimenti o bevande nei bar interni ai circoli ricreativi, anche se svolta nei confronti dei propri associati“, ciò si traduce in tasse da pagare o in procedure particolari da attuare?
Grazie in anticipo
Cordiali saluti
Esattamente. Prima di tutto se non siete affiliati ad un ente nazionale riconosciuto (cioè nel registro nazionale delle aps) dovrete chiedere una licenza pura di somministrazione alimenti e bevande (che potrete usare anche per i non soci). Quindi dovrete scegliere un regime fiscale adatto a quello che andrete a fare e pagare le relative tasse.
buongiorno volevo sapere se per un bar di un associazione gestito direttamente dalla stessa e' necessario l'attestato del corso sab...
Certamente.
facciamo pasti nell'interno della struttura DI VOLONTARIATO CASA EMIGRATI dobbiaMO fare una DIA
Immagino una Scia nel vostro caso... sentite il vostro comune, vi spiegheranno tutto.
buongiorno e grazie per le info. una associazione affiliata ad un altro ente non asi ha chiesto alla nostra associazione se poteva usufruire della nostra sede per fare delle serate danzanti e vendere bevande, alle serate participeranno solo i soci della loro associazione pagando una quota all'ingresso gia accordata con la siae:
1. è possibile creare questo evento?
2. c'è bisogno della scia temporanea?
3. devo fargli firmare qualche dichiarazione di responsabilità?
1. Si
2. Dipende dal titolo autorizzativo che hanno per vendere le bevande.
3. Direi di si.
PS: ancora mi chiedo perchè alcune associazioni vadano in Siae per eventi di questo tipo riservati ai propri soci. Significa che né in Siae né nell'Associazione si è capito... cosa sia una Associazione no profit.
salve vorrei maggiori informazioni per poter aprire un associazione con somministrazione di cibo
Ti consiglio di scaricare e leggere questa nostra guida
Ciao. Ti consiglio di scaricare, leggere e studiare la guida che trovi a questa pagina: http://www.teamartist.com/costituire-nuova-associazione/
Buonasera! l'a.s.d. di cui sono tesoriere-segretario presto gestirà un centro sportivo comunale in cui c'è un punto ristoro (BAR). Premesso che siamo affiliati acsi ed in regime 398, il dubbio è il corretto trattamento dei corrispettivi per la somministrazione.
1) LA somministrazione agli associati è commerciale in 398, ossia dovremo scorporare l'IVA dai corrispettivi e ne versiamo il 50%. è corretto?
2) il "bar" non è sulla strada, ma all'interno del centro sportivo; tuttavia in occasione ad esempio delle partite vi accederanno anche non associati/tesserati? come inquadrare questa attività? commerciale ordinaria o agevolata)? e abbiamo in questo caso obbligo di avere un registratore di cassa?
grazie
Ciao Valentina, stai facendo confusione. Ti conviene leggere e studiare questo post, poi rifare le domande alla luce di quello che avrai compreso.